PISTOIA. Ecco una lettera che Piero Giovannelli, nostro lettore,
ha inviato poco fa al giornale “la Repubblica”:
Poco fa mi sono collegato con la
redazione on line di Repubblica per leggere le ultime notizie, in
particolare quelle relative alla alluvione in Sardegna.
Sull’argomento, come ben si può
comprendere, ci sono diversi servizi, di cronaca e di analisi; tra questi,
almeno quattro servizi video.
Ebbene, me li sono guardati tutti,
anche se avrei potuto fermarmi al primo, per trovare conferma ad una sensazione
che subito, “a pelle”, ho considerato stridente, per non dire peggio.
Ogni video, contenente immagini di
corsi d’acqua che esondavano, di case e strade allagate, di distruzione e di
quanto altro ognuno può immaginare (si contano al momento diciotto
morti, probabilmente destinati ad aumentare) era preceduto da un gaio,
allegro, in questo caso inopportuno, e soprattutto ineliminabile spot
pubblicitario (nel senso che uno se lo deve obbligatoriamente sorbire, sempre e
comunque, volente o nolente).
Per la precisione:
Prima del video intitolato “Maltempo in
Sardegna: Ogliastra isolata” andava in onda una accattivante pubblicità su una
nota marca di cioccolatini.
Prima di “Sardegna, nubifragio ad Uras:
persone portate in salvo” era la volta di uno spot sugli investimenti
obbligazionari.
Prima del video che mostrava gli
allagamenti ad Oristano era la volta di una notissima industria dolciaria e
biscottiera, con la consueta accattivante cornice di allegria e di complice
ammiccamento.
Infine, prima di “Maltempo in Sardegna:
Ogliastra isolata” il lettore spettatore doveva sorbirsi una ventina di secondi
dedicati ad una nota multinazionale del mobile e dell’arredamento.
Naturalmente la pubblicità dilaga
ormai a tutto campo. Qualche giorno fa anche le immagini del ciclone abbattutosi
sulle Filippine erano tranquillamente precedute da spot pubblicitari, così
come, prima ancora, i video riguardanti l’assassino Priebke appena defunto, con
la rievocazione di quanto avvenuto a suo tempo alle Fosse Ardeatine.
Immagino, ovviamente, che si sia
in quella situazione tipica in cui nessuno in particolare si sentirà
colpevole di nulla, in cui si dirà che “il sistema” funziona così, che senza la
pubblicità ed i relativi introiti non sarebbe possibile fornire un adeguato
servizio agli utenti, e tante altre cose ancora.
Tutto quello che si vuole, ma a me in
questi casi viene un senso di profonda nausea e di rabbia, e mi viene voglia di
prendere nota dei prodotti così improvvidamente pubblicizzati per poi poterli
boicottare.
Anche se mi rendo conto di essere stato
un po’ velleitario, ho voluto comunque esternare queste mie sensazioni.
Cordiali saluti a tutti,
Piero Giovannelli
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 19 novembre 2013 | 19:45 - © Quarrata/news]
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