Il Centro di Ricerca invita a cogliere questa opportunità
per compiere un ulteriore passo avanti in direzione di una gestione più
razionale
LARCIANO-CASTELMARTINI. Da alcuni giorni anche il Padule di Fucecchio, unitamente
ad altre 6 aree umide toscane, fa parte del novero delle zone umide di
importanza internazionale in base alla Convenzione di Ramsar: il decreto
ministeriale è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea del 12
novembre scorso.
Si tratta di un risultato importante al
quale il Centro di Ricerca Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio
ha lavorato molto e di cui si attendeva esito da molto tempo. L’apertura del
procedimento risale infatti all’inizio degli anni 2000, ed è stato in quella
fase che il Centro ha raccolto le informazioni di carattere ecologico, botanico
e zoologico sufficienti a soddisfare i requisiti necessari per poter avanzare
la designazione, partecipando con proprio personale tecnico ad incontri con
funzionari regionali e ministeriali. In tale frangente questa associazione ha
promosso l’inserimento nella proposta della Regione Toscana anche del Lago di
Sibolla e del Padule di Bientina, aree anch’esse coinvolte nel progetto di
sistema denominato Lungo le Rotte Migratorie, di cui la Provincia di Pistoia ed
il Centro di Ricerca erano rispettivamente Ente capofila e coordinatore. Dopo
una partenza promettente il provvedimento si arenò, anche a causa dell’interruzione
della legislatura. Oggi le stesse sette aree umide toscane designate allora
sono state finalmente “promosse”.
Un riconoscimento importante, ma anche
un impegno assunto dinanzi alla collettività internazionale ad implementare le
azioni di conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali che ne
fanno parte, incoraggiando le attività di ricerca e formazione tecnica,
incrementando la superficie delle aree protette e la sorveglianza. Questi
obiettivi potranno essere perseguiti, grazie al prestigio acquisito, anche
grazie ad un più agevole accesso a finanziamenti europei, come quelli che hanno
consentito di realizzare il nuovo Centro Visite della Riserva Naturale a
Castelmartini.
La Convenzione di Ramsar nonostante i
suoi 42 anni è un trattato modernissimo. Essa si apre con un’immagine ricca di
significato anche simbolico: gli uccelli acquatici migratori, che da sempre
hanno esercitato un fascino particolare sulle popolazioni locali, sono
considerati una risorsa appartenente alla collettività internazionale da
gestire attraverso la cooperazione degli Stati. Essa promuove l’utilizzazione
razionale delle aree umide (che, non dimentichiamolo, offrono sostentamento a
milioni di persone), ma introduce il concetto di gestione secondo “un approccio
ecosistemico”, che garantisca nel tempo le loro funzioni ecologiche, nel
contesto di uno sviluppo sostenibile. Su questi elementi, di evidente natura
culturale, oltre che tecnico-scientifica, il Centro di Ricerca, Documentazione
e Promozione del Padule di Fucecchio ha sviluppato la sua pluridecennale
attività, aprendo, dopo la lunga fase della bonifica (che puntava a cancellare
questo ecosistema), il capitolo della conservazione e della valorizzazione.
Quest’ultima da intendersi anche in chiave economica: in Europa infatti la
domanda di natura è in costante aumento e anche da questo punto di vista la
possibilità di fregiarsi del “marchio” Ramsar rappresenta un potenziale
incentivo per incrementare una razionale utilizzazione turistica del Padule, a
patto che sia opportunamente ampliata l’offerta in termini di percorsi e
strutture di visita. Auspichiamo quindi che tutti gli attori coinvolti in
questa sfida, enti pubblici e soggetti privati, sappiano cogliere le
opportunità che un’area così ricca di storia e natura offre: una sfida che può
rappresentare una risposta concreta e lungimirante alla difficile situazione di
crisi che stiamo attraversando.
Amedeo Bartolini
Presidente Centro R.D.P. Padule di Fucecchio
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[Mercoledì 20 novembre 2013 | 08:12 - © Quarrata/news]
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