di EDOARDO BIANCHINI
Partito Democratico o ‘neosovietismo
decisionista’? – Finora è
sembrato che Bertinelli più che di partecipazione sia esperto di decisioni già
prese
QUANDO il 9 novembre 1989 la Repubblica Democratica Tedesca decise
di far cadere il Muro, non nascondo che mi grattai in testa e pensai che, più
che abbattere quel coso, sarebbe stato meglio costruirne altri due, di
muri – uno a monte e uno a valle –, per rendere il mondo futuro, quello
che stiamo vivendo oggi, più sicuro e tranquillo.
Il pericolo – come poi abbiamo visto –
si è puntualmente presentato alla porta di casa nostra regalandoci, da una
parte una Merkel che ci sta asfissiando e, dall’altra, quelle idee sovietiche
che tanto hanno ispirato il nostro augusto “Uomo di Budapest” (quello dei
quattro Senatori a vita ad abundantiam…) e che si sono travasate, pari
pari, nelle zucche di molti dei nostri giovanissimi “politici decisionisti”.
E I RENZIANI ANNUNCIANO
UNA CONFERENZA STAMPA
In
relazione a quanto emerso nelle ultime settimane in merito alla questione
relativa alla realizzazione del cantiere operativo e del centro di raccolta
di rifiuti urbani presso l’area ex Pallavicini, l’Associazione Adesso!Pistoia indice
una conferenza stampa per presentare le proprie valutazioni in merito al tema
sopra indicato con particolare riferimento a: modalità di gestione della
raccolta differenziata, collocazione del cantiere operativo e del centro di
raccolta, riflessioni sulle modalità con cui è stata interessata la
cittadinanza da parte dell’Amministrazione Comunale.
La
conferenza stampa avverrà domani, sabato 23 novembre alle ore 11, presso la
libreria “Lo Spazio”, in Via dell’Ospizio a Pistoia.
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Il bello che aveva ancora da venire, è,
come ho detto, arrivato e lo stiamo vivendo.
E un esempio di questo bello,
impregnato di idee sovietico-decisioniste, lo ritroviamo perfettamente nel
paradigma della questione ex-area Pallavicini.
Non solo per il comportamento di
Samuele Bertinelli, che ancora non si è reso conto del fatto che tra Liceo
Classico e vita vera il distacco, più che un semplice gap, è un vero e
proprio abisso; ma anche perché, intorno a lui, ruotano, tutti infervorati
dalla professione del loro impegno in funzione del bene comune (ma in realtà,
forse, per loro unilaterali decisione e interesse a sé riferiti), rampolli che,
raggiunta una posizione (un capogruppato o un altro qualsiasi caporalato,
a esposizione), credono di poter da lì dirigere e guidare il carro della
storia, senza che si rendano conto del fatto che, in quella posizione (ma anche
per Letta poco cambia, mutatis mutandis), hanno la veste e fanno la
figura delle “mosche cocchiere”, quelle poggiate sopra la chiappona del cavallo
che tira il baroccio in salita: quanto sarà la loro forza e il loro reale
contributo nel portare il carro al passo dell’Abetone? Men che una paglia
che [gli] va tra i pièi, direbbe, in maniera lussuriosamente
sarcastica, il povero Cecco Angiolieri.
Intorno ad essi giovini, poi, ruotano,
come pianeti (la metafora non è mia, è manzoniana dall’introduzione in
secentesco ai Promessi Sposi), consiglieri, come dire?, più adulti: dei
quali alcuni – né voglio fare nomi, ma ben si intuiscono – hanno una maturità e
una capacità di muoversi, che sa bene come affettare, senza tirar fuori il
rasoio, tanta carne fresca; altri, al contrario, si confondono facilmente, e
perciò rischiano a ogni passo, d’inciampare e/o, dunque, di dover tornare sui
loro passi – quando poi partono gli… “ordini di gabinetto” (toto sensu)…
Il risultato è che la politica fa
schifo, non c’è dubbio: fatto di cui tutti parlano – Santoro compreso,
insospettabile in confronto a me –, ma a
cui nessuno vuole trovare rimedio perché troppi sono i mandarini acerbi
in circolazione.
In questo caso, l’emblematica questione
ex-area Pallavicini è, come ho scritto nei giorni scorsi, davvero uno scoglio
delle Sirene: con Bertinelli che ci batte la zucca e finisce ai pesci e con i
suoi piccoli famuli e compagni di partito che, più realisti del re, se ne
escono a sorreggere a spalla la chiesa che traballa, come San Francesco nel
famoso affresco di Giotto ad Assisi – da Sarteschi a Ruganti alla segreteria
comunale del Pd.
Errori su errori quando non si intende
capire che, se si vuole la gente dalla nostra parte, non si può bastonarla ben
bene come uno stoccafisso con le decisioni prese, per poi invitarla, sorridendo,
a “partecipare” all’iter di provvedimenti che – parliamoci chiaro, eh –
collidono con le affermazioni della campagna elettorale (niente ulteriore spreco
del territorio) e niente hanno a che vedere coi proclami del sogno del porta
a porta.
Questa è una politica del disprezzo dei
cittadini.
E se lo vedo io, lo vede bene anche un
cieco.
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 22 novembre 2013 | 11:21 - © Quarrata/news]
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