lunedì 8 aprile 2013

OSPEDALE DI SAN MARCELLO. E LA GENTE HA MOSTRATO DI ESSERE UNITA

di EDOARDO BIANCHINI

Assemblea affollatissima e pieno successo per una popolazione che è stata in grado di organizzarsi nel confronto con i vertici dell’Asl 3 La sensazione di sostanziale distacco fra potere politico e cittadini – Nuovo ‘passo falso’ del Sindaco Cormio

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Il nervo scoperto dell’Ospedale Pacini ha fatto il miracolo: è riuscito a raccogliere, intorno a sé, una folla eterogenea, di estrazione diversa, di idee politiche diverse, ma con un solo, unico interesse, la difesa di un valore che, in Montagna, è sempre stato visto e sentito come qualcosa di essenziale e di proprio.
Non poteva essere diversamente. E mentre questa gente si presentava e si esprimeva, guidata e coordinata perfettamente da un collega molto bravo nel moderare l’assemblea, Mauro Banchini, devo dire che mi si è squarciato il velo di un ricordo che non era senza dolore: anche Quarrata, un tempo, aveva un Ospedale come il Pacini. L’ospedale di Quarrata, il Caselli, lascito di un signore locale che volle donarlo ai poveri e agli umili per alleviare le loro sofferenze, fu “potenziato” negli anni 70 ed oggi è completamente scomparso. Vi si facevano le stesse cose – compatibilmente con i tempi – che al Pacini. Ma questa è altra storia.

BRICIOLE

1. Il dott. Abati, ovvero la coerenza soprattutto. È un tecnico e come tale “posizionato” nell’Asl per tagliare, tagliare e tagliare. Questo sta facendo: ai sodali suoi il compito di chiamare tutto questo “razionalizzazione”.
2. A proposito di sodali, il dott. Giannessi avrebbe potuto risparmiarsi due affermazioni: la prima che in chirurgia non si facevano più da anni interventi d’urgenza, ed era cosa nota, ma questo non giustifica il fatto che si è atteso il pensionamento, senza deroghe, di alcuni valenti chirurghi per giustificare la soppressione – pardon, razionalizzazione del reparto; ciliegina finale, la tesi che poiché su cento interventi praticati a San Marcello, ottanta erano di “foresti”, ciò starebbe a dimostrare l’inutilità del reparto di chirurgia.
E se ribaltassimo il concetto? Ottanta forestieri che apprezzavano il reparto, pur non essendo di zona, venivano volentieri a San Marcello perché lì trovavano professionalità, interventi di avanguardia, tranquillità e familiarità d’ambiente? E il viaggio se lo pagavano con le proprie tasche e non con quelle (nostre) dell’Asl?
Sta qui il problema?
3. A proposito di sodali, il dott. Andreotti, portavoce dei medici di base, un tempo medici condotti, ha affermato di essere pronto a scendere in strada se mai dovessero chiudere l’Ospedale, fermo restando che è stato giusto chiudere la Chirurgia.
Di quale Ospedale parliamo? Di un piano di fabbricato con ventiquattro posti letto che viene definito Ospedale? E la cittadella della salute, prevista, da chi sarà abitata? Da medici di base già al massimo dei pazienti o da qualche paracadutato dell’ultima ora alla faccia della dovuta esperienza?
È la razionalizzazione, bellezza, dirà qualcuno. No, è uno schifo, dico io.
Scusate, ma lo spazio concessomi è terminato e non posso parlare dell’intervento del Sindaco Cormio: posso solo dire che chi non era presente ha perso uno spettacolo e comunque queste briciole di ragionamenti, col placet del blog, avranno un séguito.
A presto…
Felice De Matteis
La sala parrocchiale era stracolma, la Zeno Colò ha parlato e ha raccontato la sua versione dei fatti. Rossella Colò ha rincarato la dose mettendo – per così dire – i puntini sulle i, ma la realtà – la triste realtà dei tagli, non importa se lineari o cos’altro – non sarà facilmente modificabile: Roberto Abati – che con molta coerenza e chiarezza si è presentato, insieme a Cei e ad altri del suo staff, a sostenere il piano aziendale – ha fatto capire che ‘così è, se vi pare’ e che, dinanzi a questo, le possibilità di manovra saranno davvero poche, per non dire minime o quasi nulle.
Onore a chi è venuto – però – e si è presentato senza sfuggire il contraddittorio e lo sguardo diretto della gente dritto su di sé; ma onore, anche, alla gente che, come dice Luisa Soldati nel suo bell’intervento che mi ha preceduto, carico di lucidità e di passione politica, si è saputa organizzare partendo da uno spontaneo comune sentire che ha saputo anche darsi una forma e una struttura: una realtà – sottolinea la Soldati – che non deve sprecarsi e spegnersi, ma che ha il dovere di proseguire come un vero e proprio ‘picchettaggio morale’ di una fabbrica (la sanità montana) in dismissione.
Da qui, da questo snodo cruciale – cioè dalla gente che si è organizzata da sé – nasce un altro spunto non molto edificante di riflessione.
Roberto Abati
La gente si è organizzata da sé – e di questo ho parlato in assoluta serenità e franco scambio di opinioni con Sonnj Paccagnini – perché è come se fosse stata lasciata a sé stessa dai padri e dalle madri (i Sindaci, per essere chiari) dai quali si sarebbe aspettata una difesa forte e senza cedimenti né crepe.
La Montagna, insomma, nel fatto di essere orfana di lavoro, di servizi, di istituzioni saltate per ruberie, si è sentita ancor più orfana e tradita quando non si è vista accanto, passo per passo, quei primi cittadini che aveva votato per delegare loro la soluzione dei propri problemi.
Più che una indagine di vigili sull’irregolarità di uno striscione appeso alle cancellate del Pacini, la gente di su si sarebbe aspettata che qualche Sindaco s’incatenasse a quelle cancellate vicino a quello striscione, per richiamare l’attenzione sul problema in sé: cosa che non solo non è avvenuta, ma che, con l’intervento – assolutamente infelice – della Sindaca Cormio, ha reso ancor più drammatico e stridente il divario reale e incolmabile che passa tra politica delle istituzioni e cittadini (e non numeri) da amministrare.
Silvia Cormio
Apprezzabile – va detto – anche la misurata passione del moderatore Banchini (sanmarcellino di nascita e di cuore, anche se oggi lontano dal natìo borgo selvaggio), che ha sottolineato come la frase dello striscione incriminato, oggetto di indagine dei Vigili, sia solo una carezza rispetto ai toni infuocati della sollevazione degli anni 70, toni che, peraltro, nessuno mise mai sotto accusa.
È certa una cosa, a prescindere dai risultati: che la gente della Montagna c’è, lo ha fatto vedere.
E sa anche darsi una mossa laddove, ad organizzarla, sarebbe stata opportuna e doverosa la presenza di una politica che oggi non sa proprio parlare alla gente e ai suoi bisogni reali.

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[Lunedì 8 aprile 2013 | 16:25 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. In effetti, hai colto bene caro blogger: ieri sera la politica della Montagna Pistoiese (intesa nel senso dei partiti politici) ma anche le istituzioni pubbliche (i Comuni), hanno dimostrato grande debolezza per non dire sostanziale assenza.

    Su un tema concreto come il futuro dell'ospedale, i sindaci hanno tardato a intervenire (e quando il sindaco Cormio lo ha fatto, ha sbagliato tutto. A partire dal tono) mentre i partiti hanno dato assoluta e preoccupante dimostrazione di totale assenza.

    I cittadini sono lasciati soli e/o in balia di derive populistiche.

    E' incredibile che un incontro come quello di ieri siano stati costretti a organizzarlo due associazioni di cittadini e che le istituzioni (e i partiti) abbiamo dato l'impressione di stare da una parte diversa rispetto ai timori della gente comune.

    Occorrerebbero istituzioni pubbliche forti e unite nel livello sovracomunale con partiti politici (in particolare il PD) capaci di fare il lavoro cui sono chiamati dalla Costituzione (concorrere a determinare le scelte politiche). E invece ... abbiamo un sindaco che cerca di far multare chi ha affisso uno striscione di protesta civica.

    Trovo poi discutibile che i sindaci, nel dar vita alla Commissione che doveva aiutarli davanti alle proposte USL per la riorganizzazione dell'ospedale, non abbiano puntato su componenti anche tecniche. Ma è anche discutibile che abbiano rinunciato (come loro colleghi hanno invece fatto, ad esempio, all'Elba) a pubbliche manifestazioni affinchè il potere politico regionale aiutasse l'azienda USL a fare qualche passo diverso: tagliando dove c'è da tagliare, ma compensando dov'è possibile compensare.

    A questo punto, e con questo ceto politico, c'è poco da sperare. E pur tuttavia ... spes contra spem. Anche la libera stampa può fare molto, tenendo accesi i riflettori ...

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  2. Ieri sera all’assemblea coordinata dal Sig. Mauro Banchini ho avuto un insieme di emozioni che non ho mai avuto tutte insieme:

    Commozione
    Orgoglio
    Rabbia
    Malinconia
    Invidia
    Obbrobrio

    Commozione per aver visto tutta la montagna unita in un ideale ovvero la “voglia di vivere qui”;
    Orgoglio perché faccio parte di questo gruppo;
    Rabbia verso lo stato che taglia il diritto di vivere ai suoi cittadini;
    Malinconia dei tempi ormai passati dove le cose funzionavano meglio;
    Invidia per i cittadini come quelli dell’isola d’Elba dove hanno Sindaci che li difendono;
    Obbrobrio nei confronti del Sindaco di San Marcello con discorsi sempre più isterici e incomprensibili!!!

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