domenica 7 aprile 2013

PER I DIMENTICATI DELLA STAZIONE


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Qualcuno che era presente alla messa di Natale, ieri sera, non c’era. Anche l’atrio della Stazione ferroviaria di Pistoia, dove l’Associazione onlus Raggi di speranza alla stazione ha voluto ricordare agli ultimi che la Pasqua è arrivata anche per loro, era meno affollato della volta scorsa. Stavolta ho mangiato con loro: un crostino toscano, una porzione di lasagne, calde, buonissime e un bicchiere di macedonia, squisito. Ho mangiato con un rumeno, arrabbiato perché quando i datori di lavoro in cerca di manodopera sentono da quale Paese provenga, storcono la bocca; con un marocchino, che non sa come fare con i suoi figli e ho sorriso a quanti popolavano l’atrio della Stazione: tanti disperati, ma anche parecchi disposti a non farli sentire soli.

«Sì, qualcosa si sta muovendo – dice con moderato ottimismo Maria Scarpellino Renzi, la Presidente dell’associazione che tutte le sere provvede, con tutti i volontari al seguito, a regalare dignità e speranza a chi non si è mai potuto permettere il lusso di coltivarle –, ma c’è ancora molto da lavorare. Però, la questione di questa gente abbandonata da tutto e da tutti, meno che da Dio, è finalmente arrivata ad essere un problema non più rimandabile e si inizia a studiarne le possibili soluzioni. Noi continuiamo imperterriti e felici a lavorare. La cosa insomma non è più un caso isolato che interessa, riguarda e coinvolge un nugolo di disperati tenuti in vita da un manipolo di solidali a tutti i costi, ma occorre dare alle idee e ai progetti corpo, sostanza e fondi, altrimenti questa gente si dovrà accontentare solo e soltanto di noi e del nostro entusiasmo, dei nostri pasti caldi, dei nostri abiti usati, che non potranno bastare per poter dare a loro la possibilità di poter risorgere».
A celebrar messa, ieri sera, con il parroco di Gello c’era anche quello di Cutigliano. C’era un altro chitarrista e altra gente a fare da coro, ma la stessa passione, lo stesso meraviglioso entusiasmo, la solita febbrile partecipazione per far sì che lo straordinario garantito ogni sera da Maria e da tutti quelli che vivono con lei questa meravigliosa esperienza – stare insieme, partecipare, mangiare, bere e sorridersi – diventi ordinario.
Oltre alle istituzioni poi, rammento con piacere la sensibilità di molti singoli cittadini e anche quella dei colleghi de La Nazione, che ieri sera, rappresentati da una giovane collaboratrice, oltre alla compatta per scattare qualche immagine, un blocco per gli appunti e una penna per prenderli, si sono presentati con tre bustoni pieni di indumenti, che hanno raccolto in redazione, tra quanti ci lavorano. Lo hanno fatto per loro, per i dimenticati della Stazione, dove la gente abitualmente parte e arriva.
Loro, invece, restano. Aspettando Maria.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 7 aprile 2013 | 14:19 - © Quarrata/news]

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