di Patrizio La Pietra [*]
«Nel piano interprovinciale rifiuti (Pif) per la differenziata sono previsti solo
tre tipi di impianti: le isole ecologiche, le stazioni ecologiche e le
piattaforme. E il centro raccolta cosa sarebbe, dunque, di preciso?»
PISTOIA. È paradossale come nel nostro paese per la soluzione dei
problemi si parta sempre dal tetto e non dalle fondamenta. Mi riferisco alla
questione della costruzione di un centro di raccolta rifiuti nell’area ex
Pallavicini.
Non entro in merito alle questioni
urbanistiche, che bene hanno illustrato i consiglieri del gruppo Pdl in comune
e sulle conseguenze che questo impianto avrebbe sulla zona. Ma vorrei partire
dalla base, cioè dalla questione rifiuti.
È giusto sottolineare che gli indirizzi
di piano sono dati dal piano interprovinciale dei rifiuti, che voglio ricordare
ha visto il voto contrario dell’opposizione in Provincia.
Uno degli elementi caratterizzanti del
piano riguarda l’incremento della raccolta differenziata. Si ipotizzano due
scenari uno con una raccolta del 65% e l’altro su una raccolta del 70% al 2020.
Su questo viene poi ipotizzata la realizzazione dell’impiantistica per gestire
tutto il sistema della raccolta. Da qui la prima osservazione che riguarda
direttamente la questione pistoiese. Nel piano di Publiambiente si prevede una
raccolta spinta fino all’89% per Pistoia. È vero che non esiste nessun obbligo
di legge che imponga di non fare meglio di quanto previsto nel piano
interprovinciale. Ma al di là della prima osservazione di scetticismo sulle
reali capacità di realizzare tale obbiettivo, mi pongo alcune domande.
I dati del 65% o del 70% sono riferiti
al dato medio di tutto l’Ato Centro, di cui fanno parte le province di Firenze,
Prato e Pistoia: alzare in maniera così sostanziale il dato pistoiese, peraltro
interamente a carico dei cittadini pistoiesi, permette all’azienda che gestisce
la raccolta, di presentarsi alla gara unica per l’intero Ato per la gestione
dei rifiuti, con un asset strutturato per la raccolta differenziata, che può
pesare di più sulla nuova società, che dovrà avere obbligatoriamente un’unione
delle aziende esistenti nell’ambito territoriale. In più una maggiore raccolta
differenziata nella nostra zona permetterebbe a Firenze, e quindi a Quadrifoglio,
di concentrare gli investimenti in altre direzioni.
Ricordiamo che nelle medie ci può stare
Pistoia all’89% e Firenze al 50%. Ricordiamo che Firenze è ancora molto lontana
a definire una raccolta differenziata degna di questo nome. Fare un piacere a Quadrifoglio,
che farà la parte da leone in tutta la faccenda, insieme ad Ams non è di poco
conto per Publiambiente, soprattutto per i suoi vertici.
Nel piano interprovinciale a supporto
della raccolta differenziata, sono previsti tre tipi di impianti: le isole ecologiche,
le stazioni ecologiche e le piattaforme. Cosa sia l’impianto previsto nell’area
ex Pallavacini non ho ancora ben capito, ma questo sicuramente per una mia
ignoranza. Ho sentito parlare di centro di raccolta, che in tutto il piano non
è mai menzionato.
Quindi credo che il centro di raccolta,
così come descritto nelle riunioni pubbliche, non sia una struttura prevista
dal piano, ma una struttura di utilità più di Publiambiente che del sistema di
raccolta in sé.
È per questo che sarà necessario tenere
gli occhi bene aperti e l’attenzione ai massimi livelli…
[*]
– Vicecoordinatore provinciale Pdl
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[Lunedì 4 novembre 2013 | 08:32 - © Quarrata/news]
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