di EDOARDO BIANCHINI
È quanto emerso dalla conferenza stampa
del gruppo Pdl – Altre possibili soluzioni e la necessità di non procedere
senza la necessaria e preventiva Valutazione Ambientale Strategica (Vas)
PISTOIA. «Siamo per la raccolta differenziata, ma intanto questa di
Pistoia non è una raccolta differenziata. E da qui dobbiamo partire».
È stato questo l’attacco di Anna Maria
Celesti per introdurre, stamattina, sabato 2 novembre, la conferenza stampa del
gruppo Pdl sulla controversa questione della scelta dell’Area Pallavicini come
punto di appoggio per il centro di raccolta rifiuti.
IL GIOCO
DELLE TRE CARTE
Santomoro,
Dano, cantieri comunali, aree della Curia sono state indicate – è stato
ricordato in conferenza stampa – come possibili alternative all’area
Pallavicini.
Solo
mosse? Probabilmente. Sarebbero state tutte scartate per i più vari motivi,
non ultima l’accessibilità viaria.
Ma
giustamente è stato fatto notare anche un altro aspetto: se è vero che
Sant’Agostino è inaccessibile dalla città, non lo è Sant’Agostino 2, zona
cantieri comunali, più o meno perfettamente adiacenti alla superstrada.
Peggio
– si è notato – la strettoia della tangenziale sull’area Pallavicini e
Panorama, a una sola corsia, per un viavai eterno, giorno e notte, di mezzi
di ogni tipo, tir compresi.
Perché,
dunque, non pensare che dei 40mila metri di Publiambiente-Publiacqua-cantieri
una quota dei 10mila necessari al centro-rifiuti possa essere comodamente ritagliata
rispettando gli standard che l’amministrazione si sarebbe data per realizzare
l’opera?
È
Publiacqua che non può più convivere con Publiambiente o è, invece,
Publiambiente che vuole più terra, più suolo, più patrimonio altrove…?
E
inoltre Sant’Agostino 2 è già area industriale e quindi da sempre consacrata a
traffico e rumore: come spiegare, dunque, a chi rischia di non chiudere più
occhio di notte, che l’acquisto di una casa in Pallavicini descritta com’era,
quasi campagnola e bucolica, è stato solo un sogno di una notte di mezza estate?
Provi
a farlo Bertinelli con la sua filosofia, se ne è capace…
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Sia il capogruppo Celesti che
Alessandro Capecchi hanno ben sottolineato il fatto che ‘vogliono credere a
Bertinelli’ quando afferma – come del resto ha fatto sinora in ogni circostanza
– che la Giunta è ancora alla fase della scelta dell’area e che la decisione
non è stata affatto presa e non è definitiva (a noi permetteteci, però, di non
crederci: o altrimenti non saremmo al punto di parlare di variante a galoppo…);
ma Capecchi ha opportunamente sottolineato che, se il Sindaco sta almeno
momentaneamente segnando il passo, «è anche merito
del Pdl», dell’impegno del gruppo e di quello delle opposizioni.
Nel suo intervento, molto pulito e
circostanziato (il consigliere del Pdl è Presidente della commissione che
vigila sull’urbanistica), Capecchi ha esplicitamente affermato che il Pdl
dubita della coerenza dell’indicazione (diremo così…?) dell’amministrazione in rapporto
al piano strutturale: un’area nata e prevista fin dall’inizio per soddisfare le
necessità di verde già risicato per come la ex Pallavicini è cresciuta da
Panorama in poi, non può essere ulteriormente penalizzata tagliandole una fetta
di circa 11mila metri quadrati di terra destinata a verde, e piantandovi in
mezzo un alveare – in metafora – verso il quale e dal quale si registreranno
ininterrotti flussi di mezzi, leggeri, meno leggeri, medi e pesanti come tir,
per lo stoccaggio e la movimentazione dei rifiuti speciali che dovrebbero confluirvi:
e con in più una palazzina che sarà il centro direzionale di Publiambiente
sulla piazza pistoiese. Alessandro Gallacci – più tardi – ha molto
realisticamente messo in dubbio l’ipotesi (caldeggiata dalla Giunta) che la
gente di Pistoia possa, un domani, caricarsi in macchina sacchi di rifiuti domestici
da conferire direttamente al centro direzionale con l’obiettivo dell’economicità
e del risparmio, cioè per spendere meno.
Durante l’intervento di Capecchi si
viene a sapere che, quanto a variante, il Comune la ha prevista “per impianti
tecnologici”, vale a dire per opere tipo depuratori o altro di simile a quelli
dell’area Dano: e dunque la palazzina direzionale che mai ci starebbe a fare,
alla Pallavicini, in mezzo a tali strutture?
Ma da quanto è stato detto e presentato
alla stampa, si intuisce anche un punto debole in tutta l’impalcatura preconfezionata
dall’amministrazione: il Regolamento Urbanistico è stato approvato in primavera
«e lo abbiamo passato a tamburo battente – da detto Capecchi –. Bertinelli ci
ha parlato di alcune varianti che sarebbero dovute necessariamente seguire
all’approvazione del RU, ma mai ha fatto cenno a questa soluzione del centro
raccolta Pallavcini»: difficile, dunque – aggiungiamo noi –, non intravedere che la soluzione Pallavicini non venga dai
cassetti del Palazzo ma, più probabilmente, dalla stessa Publiambiente che con
ciò incrementerebbe il proprio valore patrimoniale in loco, acquisendo
maggiore forza contrattuale in area fiorentina e toscana.
Altro punto dolente, in tutta questa
incredibile vicenda, resta il problema della Vas (Valutazione Ambientale
Strategica). Martedì, in commissione urbanistica, sempre sotto la presidenza di
Capecchi, se ne affronterà il tema con l’architetto Nicola Pieri, soprattutto
sotto il profilo dello stridente contrasto fra la decisione dell’architetto
Bragagnolo (ha scritto che la Vas poteva essere tranquillamente saltata a
condizione di rispettare mille vincoli che, chiaramente, non potranno mai essere
verificati prima della realizzazione dell’opera, ma solo dopo, quando ormai il
pasticcio potrebbe essere irrecuperabile, com’è accaduto per l’ospedale nuovo)
e la posizione rigorosa dell’Arpat, che sostiene che la Vas è necessaria e ineludibile:
ne va anche della salute della popolazione residente, se si pensa all’aumento
di inquinamento, se non altro acustico.
Insomma, c’è un gran ginepraio in tutta
la questione. Un pasticcio che richiede, in maniera assoluta e ineludibile, un riesame
accurato, sereno e approfondito molto più di quanto voglia far credere
l’amministrazione.
È probabile che – senza alcun pregiudizio
– il Pdl (ma anche le altre forze dell’opposizione) puntino i piedi perché la
Giunta e gli uffici la smettano di correre e si siedano a un tavolo a esaminare
e discutere questa soluzione di grosso impatto sia sul territorio che sulle
aspettative di chi ha comprato casa alla Pallavicini pensando che lì, dov’era
prevista un’area a verde, non ci sarebbe certo mai dovuto nascere un deposito
di rifiuti meta di un traffico interminabile a ciclo continuo di giorno e di
notte: altro che aumento di valore, come aveva improvvidamente detto l’Assessore
Tuci!
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[Sabato 2 novembre 2013 | 19:42 - © Quarrata/news]
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