domenica 7 aprile 2013

OSPEDALE LORENZO PACINI. SIAMO AL CONTO ALLA ROVESCIA


SAN MARCELLO-MONTAGNA. Siamo al conto alla rovescia.
Solo poche ore e poi la Montagna, con la sua gente, si troverà faccia a faccia con Roberto Abati, il direttore generale dell’Asl 3; con i Sindaci dei Comuni montani (e vedremo chi ha il coraggio di mancare) e probabilmente anche con qualche realista più realista del re che vorrà difendere a oltranza, a spada tratta, a occhi bendati, la bontà assoluta delle decisioni dei vertici della Sanità pistoiese.

Ognuno porterà avanti le proprie ragioni, perché ognuno ha diritto di portarle avanti: ma da qui a sostenere che la popolazione deve comunque capire e approvare le scelte fatte, di strada ne passa assai e se una parola ha da essere detta, questa parola spetta – per democrazia – a quel popolo in nome del quale anche la giustizia si dice(impropriamente) che sia amministrata.
E in quest’ottica non c’è dubbio che i Sindaci, espressione democratica delle varie realtà locali e municipali, non possono (e proprio perché non devono) stare da nessun’altra parte che da quella dei loro concittadini.
Concittadini che non sono solo quegli elettori che vestono dello stesso colore del Sindaco, ma che sono di tutti i colori, dal momento che quando il Sindaco s’infila la fascia tricolore, non se la infila rossa, nera, verde, gialla, bianca, ma – appunto – tricolore: a ricordare a tutti che è Sindaco di tutti e non – come forse troppo spesso accade – solo il rappresentante parziale di una parte ben connotata.
Al Sindaco si richiede, per questo, più spirito di sacrificio che non agli altri. Dal Sindaco si richiede, per questo, più spirito di martirio che agli altri: finanche quello estremo di cadere in prima persona a difesa dei valori e delle tradizioni locali.
Questo non sembra proprio che sia accaduto in Montagna – se almeno non c’è sfuggito qualche passaggio.
Se poi la battaglia sarà persa, nessuno – né amici né avversari – potrà recriminare: ma se il capofila non si è impegnato a dovere, se non ha convinto, chi lo salverà dalla giustificata critica di non aver fatto il possibile e l’impossibile perfino pagando di persona? Provate a immaginare persone come Mario Olla. provate a ispirarvi a lui, pur nei suoi limiti umani.
Auguri, Montagna, anche se la lotta appare ed è – al punto in cui siamo – disperata e sostanzialmente impossibile!
Ma chi deve, rifletta, mediti e pensi che la volta precedente tutti furono compatti, tutti lottarono, tutti urlarono: e nessun cartello venne messo sotto inchiesta, nessun verbale dei Vigili fu scritto per ostentare il massimo disinfettato rispetto della legalità. Anche perché è vero il detto latino summum ius summa iniuria, il massimo della legalità può pure essere il massimo dell’offesa.
All’uomo, s’intende. Un uomo che, in Montagna, ha giù dato davvero tanto del suo per il bene comune.
Q/n
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[Domenica 7 aprile 2013 | 17:21 - © Quarrata/news]

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