mercoledì 18 settembre 2013

QUANDO IL PRESIDENTE ROSSI CACCIÒ L’ARCHITETTO ZITA


PISTOIA. Passiamo questo appunto di Piero Giovannelli, con cui il nostro lettore, attraverso altre mail, ci fa ripercorrere la squallida vicenda-Zita: una vera medaglia al valore per il Pd.
Giovannelli scrive:

Inoltro questo messaggio (forse molti di voi saranno già informati della cosa e/o avranno letto Repubblica) perché mi sembra che metta allo scoperto cose abbastanza allucinanti, non solo dal punto di vista penale, ma anche da quello civile, comportamentale, di rapporti umani, ecc.).

Sarebbe sacrosanta una bella protesta (dal gruppo di Rosanna Crocini e da Italia Nostra sono già partiti) che intanto svergogni ben bene il sig. governatore Enrico Rossi.
Piero Giovannelli

----- Messaggio inoltrato -----
Da: Anna Lisa Maccari <annalisa.maccari@unisi.it>
A:
Inviato: Martedì 17 Settembre 2013 16:52
Oggetto: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/09/16/news/perch_fu_rimosso_il_dirigente_i_dubbi_sulla_decisione_rossi-66662059/

A quanti dava fastidio l’ing. Zita, sostituito in fretta e furia dalla dott.ssa Garvin… per rilasciare VIA su VIA
Il pd tosco-umbro. mah!!!

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/09/16/news/perch_fu_rimosso_il_dirigente_i_dubbi_sulla_decisione_rossi-66662059/

«Terrorista, mascalzone, bastardo, stronzo». Maria Rita Lorenzetti, i tecnici di Italferr e Walter Bellomo non risparmiano insulti nei confronti di Fabio Zita, dirigente dell’ufficio Valutazioni di impatto ambientale della Regione Toscana che nella primavera 2012 osa ancora classificare come rifiuti i fanghi di risulta degli scavi. Nel giugno Zita viene rimosso dall’incarico (ora lavora al Piano paesaggistico).
Le intercettazioni hanno rivelato che c’erano state forti pressioni della presidente Lorenzetti in tal senso e che la decisione fu personalmente assunta dal presidente Enrico Rossi (Pd). «Tu lo sai che Zita lo hanno cacciato, sì?», racconta il 29 giugno Valerio Lombardi a un collega di Italferr: «Non è più responsabile dell’ufficio Via-Vas. E al suo assessore, la Bramerini, il presidente ha ritirato le deleghe».
MAURO MORETTI CON UN CANE
«Ah buono», commenta il collega: «Se non altro nell’area di Firenze siamo riusciti a togliere uno stronzo, se non altro abbiamo levato di mezzo un coglione». Commenta il gip: «Indipendentemente dalla buona fede nell’assumere tale decisione in vista della rapida evoluzione autorizzativa del procedimento istruttorio di Via, il presidente toscano ha di fatto consentito alla associazione criminale di escludere un funzionario pubblico scomodo, che poteva porre – come sicuramente avrebbe posto – questioni di merito e di sostanza in tema di tutela ambientale».
Saluti ALM



Per la Regione Toscana era l’architetto Zita, capo dell’ufficio Valutazioni d’impatto ambientale, ad occuparsi della classificazione dei rifiuti della fresa Monna Lisa. E il presidente stabilì di rimuoverlo dall’incarico
Nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice del tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti compare anche il nome di Enrico Rossi. Di lui si parla in merito alla rimozione dall’incarico del dirigente dell’ufficio Valutazioni d’impatto ambientale Fabio Zita, che si occupava della vicenda dei materiali di risulta degli scavi dell’Alta velocità.
“Sono stati svolti numerosi accertamenti”, scrive il giudice, “per chiarire la capacità di influenzare e determinare le scelte della pubblica amministrazione, con particolare riferimento al mutato orientamento della Regione Toscana in merito alla declassificazione dei rifiuti della fresa in terra e rocce, con rimozione dall’incarico dell’architetto Zita”.
Il quale, sentito dal pm il 19 gennaio scorso, “ha chiaramente manifestato il suo stupore e amarezza nell’avere subìto tale rimozione e non è stato in grado di spiegarme la ragione...”
Anche l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini viene chiamata a chiarire la vicenda, due giorni dopo Zita. “Bramerini ha confermato che la determinazione, che peraltro ha sorpreso anche lei, di rimuovere Zita e di togliere a lei la delega alla Valutazione d’impatto ambientale, era direttamente riferibile a Rossi, motivata in termini generici con la necessità di accelerare le pratiche”.
Sentita pure la nuova dirigente Garvin, che per sua stessa ammissione riconosce di non aver nessuna competenza in materia di impatto ambientale e rifiuti. “Richiesta di specificare le problematiche tecniche”, scrive il giudice, “Garvin ha dato risposte generiche rinviando alle competenze tecniche di altri soggetti e lasciando intendere di avere assunto certe determinazioni in modo acritico e formale”.
Dalla perquisizione svolta nell’ufficio della garvin “emerge chiaramente che la stessa prende direttive e ordini direttamente dal direttore generale della Regione Barretta che, come si è già ampiamente illustrato nella richiesta di misura cautelare, è in stretto contatto con i membri dell’associazione Lombardi, Lorenzetti e Casale, di cui subisce le pressioni”.
Più avanti si legge che Ferro e Lombardi di Italferr “venivano ricevuti dalla Garvin in riunioni riservate presso il suo ufficio in Regione”.
Dalle conversazioni intercettate sull’utenza del dipendente della Regione Siro Corezzi, in aspettativa e in servizio all’ufficio Via del ministero dell’Ambiente, si comprende, spiega il giudice, “come la vicenda della rimozione di Zita sia stata concordata su richieste e pressioni della Lorenzetti e con decisione personalmente assunta dal presidente della Regione Toscana, il quale, indipendentemente dalla buona fede nell’assumere tale decisione in vista della rapida evoluzione autorizzativa del procedimento istruttorio di Via, ha di fatto consentito all’associazione criminale di escludere un funzionario pubblico scomodo, che poteva porre come sicuramente avrebbe posto questioni di merito e di sostanza in tema di tutela ambientale”.


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[Mercoledì 18 settembre 2013 | 18:41 - © Quarrata/news]

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