«Ad un
comune cittadino verrebbe intimato l’obbligo di immediata rimozione, oltre che
doverne rispondere penalmente»
PISTOIA. I consiglieri del Movimento 5 Stelle
hanno denunciato la situazione anomala che si è creata nell’area dei lavori del
nuovo ospedale.
Ecco il testo
della denuncia:
Alla Procura della Repubblica
Piazza del Duomo - 51100
Pistoia
Al Corpo Forestale - Comando
Provinciale Pistoia
Via del Carmine, 8 - 51100 Pistoia
Al Dipartimento di Pistoia Arpat
Via Baroni, 18 - 51100 Pistoia
Al Comando
di polizia municipale di Pistoia
- Servizio Vigilanza Edilizia
via dei Macelli c/o Ufficio Tecnico Comune di Pistoia - 51100 Pistoia
Oggetto: Denuncia in merito all’area del cantiere del Nuovo Ospedale San Jacopo, Ex Campo di Volo,
Pistoia.
Il Movimento 5
Stelle di Pistoia, tramite i suoi consiglieri,
DENUNCIA
i fatti qui di seguito riportati:
In molti, come
noi, si saranno chiesti perché sono apparse estese montagne di terra depositata
anche nelle aree destinate a parco territoriale al di fuori del cantiere.
È noto che la
terra proviene dagli scavi dell’ospedale ed in gran parte da quelli dell’area
ex-Breda, come ci è stato confermato da un dirigente tecnico dall’amministrazione
comunale.
L’art. 103 dell’adottato
regolamento urbanistico (R.U.) indica al punto 3 che sono vietate: “la
realizzazione di nuova viabilità meccanizzata non prevista dal Ru, apertura di
cave, l’installazione di depositi di alcun genere non collegati all’attività
del parco.”, quindi attenendosi a tale norma i depositi di terra non
dovrebbero esserci.
Ad un comune
cittadino verrebbe intimato l’obbligo di immediata rimozione, oltre che doverne
rispondere penalmente. Viene spontaneo chiederci come mai il Comune, che è il
redattore di tale norma, è il primo a non rispettarla!
È altrettanto
noto che la terra lì depositata servirà alla società A.T.I. (associazione
temporanea di imprese costituita da Vescovi e Rosi) per la realizzazione della
futura sopraelevazione della strada regionale (superstrada) connessa alla
viabilità del nuovo ospedale.
Altrettanto
evidente è l’attività di frantumazione messa in atto all’interno del cantiere:
per la quantità trattata, non può essere assimilata a opera di riciclaggio, ma
ad una vera e propria attività di cava e trasformazione.
Va da sé che le
quantità depositate comportano un impatto negativo sull’ambiente, quantomeno un
esteso mescolamento ed amalgama del materiale escavato con il terreno vegetale
del parco territoriale in progetto dal R.U.
È evidente che i
depositi non sono stati pensati nel rispetto e tutela del sito, delle acque
superficiali, della flora, della fauna, degli habitat e delle aree medesime,
contrariamente a quanto stabilito dal D. lgs 152/2006, artt. 183, 184, 184 bis,
185 - in particolare dall’art. 186 primo comma, punto f. - e successive
varianti e integrazioni.
Sempre per la
citata normativa, è ammesso il deposito del materiale escavato per il periodo
massimo di un anno. Il superamento dei tempi consentiti e le non conformi
modalità di stoccaggio, le indefinite previsioni di impiego, la mancata
realizzazione delle necessarie opere atte ad accoglierlo, rendono il medesimo
un rifiuto speciale.
Risulta
interessante sapere perché il Comune si è prestato a concedere il parco
territoriale in uso a chi ha depositato il materiale.
Pistoia, 16/10/2012
I
sottoscritti:
Del Bino Giacomo
Di Maina Paola
Giorgi Maurizio
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 17 ottobre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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