martedì 19 novembre 2013

L’ESTREMO DON GIOVANNI


di LUIGI SCARDIGLI

Prossimo appuntamento al Manzoni con un’impertinente rilettura affidata a Filippo Timi

PISTOIA. Non è da escludere che il popolo degli abbonati del Manzoni, stavolta, non si uniformi nel calore degli applausi finali. Filippo Timi, che ha deciso, a modo suo, di rileggere e interpretare Il Don Giovanni è un personaggio eccentrico, ma decisamente irriverente e da venerdì a domenica prossimi, il popolo pistoiese, con molta probabilità, non farà che ingrossare le fazioni che precedono e seguono i suoi spettacoli: adulatori e crocifissori.
Perché per qualcuno, Timi, il suo teatro, il suo cinema, i suoi libri, le sue interpretazioni, lo studio spasmodico e folle di disequilibrio tra corpo, mente e voce, rappresentano davvero la nuova pagina di intrattenimento culturale degna d’esser definita tale e dunque di essere seguita; per altri invece, soprattutto appartenenti al vecchio e inossidabile zoccolo duro, Timi incarna la dissacrazione più totale, un’irriverenza che sposta troppo fuori dal percettibile l’ago della bravura dalla bilancia dei pesi, fino ad entrare nel magma dell’incomprensibile, dunque non giudicabile.
Insieme a lui, sul palcoscenico, per questa nuova tre giorni che rappresenta, senza ombra di dubbio, uno degli appuntamenti dell’intera e gradevole stagione teatrale, ci saranno Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laurieri, Matteo De Blasio e Fulvio Accogli, vestiti dai costumi di Fabio Zambernardi e Lawrence Steele e illuminati dalle luci di Gigi Saccomandi.
Anche per la controversa notorietà di Filippo Timi, l’Atp ha dovuto anche stavolta spostare il classico incontro del the dal Saloncino del teatro al salone della Biblioteca San Giorgio; a differenza di Luca Zingaretti però, il cast del Don Giovanni si intratterrà con il pubblico sabato pomeriggio, nell’augurio che il primo round di applausi non si materializzi immediatamente, quando Filippo Timi, forse affaticato dalla prima della sera precedente, non confonda un buon pomeriggio, con un buon giorno: son cose che succedono anche agli esattori autostradali, queste!
La rappresentazione, una prima regionale che farà sicuramente invidia ad altre realtà teatrali della Toscana, è una coproduzione Franco Parenti/Teatro Stabile dell’Umbria, dove Filippo Timi è nato 39 anni fa, immergendosi, giovanissimo, nel mondo della recitazione, che non segue un percorso classico, ma che si affida e si affina attorno a numerose sperimentazioni artistiche, soprattutto quelle legate alla voce (Demetrio Stratos, degli Area, resta uno dei suoi punti inamovibili di riferimento).
Non abbiamo ancora parlato dell’opera in sé perché del Don Giovanni e dei dongiovanni in assoluto, figura attorno alla quale ruota l’intera opera, si è già scritto tutto e da tempo memore. Interessante e molto è l’audace traduzione che Timi fa del molosso lirico, (pre)destinato inesorabile all’incontro riparatore con la morte, pace finalmente reale alle passioni e ai piaceri, accendendolo di luci psichedeliche e trasformandolo, soprattutto, in un esemplare dannato, tanto che il sottotitolo dell’opera dice Vivere è un abuso, mai un diritto.
E su questo si potrebbe aprire una nuova finestra, più reale e sociale, che scenica e teatrale, un paradosso che ha finito per essere tale in virtù di una precarietà che sta trasformando il genere umano in belve fameliche.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 19 novembre 2013 | 15:55 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.