mercoledì 26 gennaio 2011

AIAS. ‘EPURAZIONI’ ALLA LUCE DEL SOLE E PASSAGGI DI FONDI


PISTOIA. È la volta di una lunga lettera in cui si parla dei sistemi adottati da Bardelli all’interno dell’Aias; e in cui si accenna a epurazioni di dissidenti.
Nell’intervento sono toccati anche i rapporti tra TVL e Fondazione Santa Maria Assunta in cielo.
Anche questo documento era stato inoltrato ai capigruppo del consiglio comunale di Pistoia prima della discussione in aula.


Edo Biagini
Pistoia, 15 ottobre 2007
Cari Amici e Consiglieri della Fondazione Maria Assunta in Cielo o.n.l.u.s.,
le molte parole spese da Luigi nella lettera che ha consegnato a tutti noi al termine dell’ultima riunione, chiedendo che fosse inserita nel relativo verbale, impongono una replica (che resti, anch’essa, a verbale).
*
Lascio volentieri a Luigi le annotazioni di ordine psicologico ed a Nostro Signore quelle sulle “finestre dell’anima” e sulla “vendetta”. Cerco di muovermi su un piano in cui si possano dare valutazioni, per quanto possibile, oggettive.

Può darsi che io abbia difficoltà a capire cos’è “una comunità di amici uniti da un fine che … si impegnano in totale reciproca fiducia per il raggiungimento di un fine di servizio grande, alla luce del sole…”.
I fatti, però, dicono che non pochi di questi amici hanno espresso, già in anni passati, serie perplessità sul modo di concepire l’agire comunitario di Luigi, rilevandone anche la scarsa esposizione alla luce del sole.
E mi pare che l’esito di ciò sia stato l’allontanamento di questi ultimi.
Qualcuno dovrà pur porsi qualche domanda sul perché questa “causa grande e comune”, portata avanti nel nome del servizio ai più deboli ed agli ultimi, abbia richiesto periodiche epurazioni di amici.
Nessuno capiva? O vivevano anche tutti loro con le finestre dell’anima sprangate?

Sempre a proposito di amici e di fatti che abbiamo ben presenti in diversi, debbo personalmente ammettere una mia colpa. Al momento in cui Giuseppe, Sauro, Mauro ed altri manifestarono il loro disaccordo con alcuni aspetti del modo di operare di Luigi, sia pure accennando in modo molto prudente e vago a fenomeni di commistione economica con TVL S.p.A., io (come del resto altri miei coetanei) abbiamo creduto alla versione che fu data da Don Renato: cose sporadiche e di pochissimo conto, ci fu detto, comunque superate da un dato di fondo, e cioè che la TV – come ripetutamente detto anche da Luigi all’uscita di tante Messe – era comunque di proprietà della Fondazione (e se ancora non lo era formalmente, ciò era dovuto a motivi contingenti, che sarebbero stati superati a breve). Dunque, anche gli amici allontanati(si) dal Consiglio della Fondazione, avrebbero sollevato argomenti soltanto formalisti e pretestuosi, destinati ad un imminente e sostanziale smentita.
Dopo anni, sappiamo con certezza che questa “smentita” non è venuta. Le carte dicono che TVL risulta ancora una proprietà di Luigi Bardelli. Mia colpa essermi lasciato usare contro altri amici; colpa di questi ultimi non aver posto i problemi in modo più chiaro e netto.
*
E veniamo ai (pochi) fatti, quasi tutti contrari a verità, di cui parla la lettera di Luigi.

Quest’ultimo insiste nel negare rapporti economici tra la nostra Fondazione e TVL, ma lo fa contro l’evidenza dei fatti e dei documenti.
Basta fare una visura camerale della società Pax et Iustitia S.r.l. per rendersi conto di alcuni semplici ed incontestabili dati: dalla data di costituzione formale della Fondazione (DPRGT n. 236 del 5.11.1990), quest’ultima è stata l’unico titolare delle quote di Pax et Iustitia S.r.l., fino al momento in cui la società è stata poi liquidata, con attribuzione dei suoi beni alla Fondazione, appunto quale unico socio.
C’è qualcuno che vuole seriamente sostenere che i beni della Pax et Iustitia, denaro compreso, non dovevano ad ogni effetto considerarsi patrimonio della Fondazione? O che dell’uso di questi non si dovesse rispondere al Consiglio della Fondazione, ripeto, unico socio?
Luigi è stato prima Amministratore Unico, poi Liquidatore, della Pax et Iustitia.
C’è qualcuno che vuole seriamente sostenere che Luigi non doveva rendere conto al Consiglio della Fondazione allorché, nel solo 1991, ha dirottato verso TVL (circostanza incontestata dall’interessato) oltre 200 milioni di lire?
Alla mia precisa domanda di spiegazioni, Luigi, nella sua lunga lettera densa di considerazioni ideali, dedica di sfuggita pochissime quanto fumose parole: “la Pax et Iustitia … è anche stata occasione di appoggio per tante operazioni necessarie per l’Aias”.
Rimane, obbiettivamente, insoddisfatta la richiesta di sapere in cosa consistessero queste “operazioni necessarie per l’Aias”, a cui la Pax et Iustitia ha prestato il suo oneroso “appoggio”.
Non mi pare che i denari in questione siano arrivati all’AIAS, che pure, all’epoca, ne aveva estremamente bisogno, dal momento che versava in deficit per oltre due miliardi di vecchie lire.

Rinnovo quindi tale richiesta; e poiché Luigi, pur continuando a non fornire spiegazioni, afferma di aver agito “non da solo, ma con amici e consiglieri che condividevano tutto”, chiedo allora di sapere – visto anche che il sottoscritto, come altri, fa parte di questo Consiglio da anni ben successivi a quelli di cui si parla – chi ed in che modo abbia condiviso le suddette “operazioni finanziarie di appoggio”.
*
Alcune notazioni, infine, sulla relazione al bilancio 2006 di TVL che Luigi ci ha per la prima volta fornito.

Leggo: “… sta proseguendo il passaggio di quote della SPA alla Curia o per essa ma in rappresentanza sia della Fondazione che della Curia, a Don Diego Pancaldo che attualmente risulta il secondo azionista della TVL spa [con circa il 10% delle azioni: n.d.s.] e membro del consiglio di amministrazione”.
Il Vescovo, in realtà, nei giorni successivi, ha scritto cose un po’ diverse: “La Diocesi di Pistoia è azionista di minoranza con poco più del 5% delle quote sociali e non ha nessun rappresentante o prestanome al suo interno se non chi, di volta in volta, viene da me delegato con la debita procura”.
Dunque, di questo passaggio di azioni alla Curia che proseguirebbe, il Vescovo non è, quantomeno, a conoscenza.
Né, d’altra parte, mi risultano patti di intestazione fiduciaria (se mai vi fosse la necessità di utilizzare strumenti del genere) che riguardino la nostra Fondazione. Quantomeno il Consiglio non ne è a conoscenza. Dunque: cos’è che “prosegue”?

Vedo nella stessa relazione che sono “contabilizzate” cifre molto importanti per trasmissioni fatte per l’AIAS e per la Chiesa di Pistoia. Non entro nel merito di eventuali accordi, se esistono, con quest’ultima.
Osservo però che è piuttosto singolare presentare un conto (ammesso che sia corretto) solo a posteriori e magari dopo aver detto per tanti anni che la TV lavorava gratis per una causa grande e comune.
Ancora più singolare, mi sembra, è che il conto sia presentato con l’idea di voler “far pari” con “contributi” decisi ed effettuati sottobanco proprio dallo stesso soggetto che si trovava, contemporaneamente, ai vertici dell’AIAS e di TVL.

In ultimo, suggerirei di “contabilizzare” anche il lavoro di decine e decine di persone che per tanti anni hanno lavorato gratis o quasi per TVL, credendo alle parole di chi la presentava come un’opera di proprietà della comunità.

Rimango dunque ancora in attesa di spiegazioni scritte in merito a quanto sopra e porgo a tutti cordiali saluti,

Edo Biagini

Cliccare sulle immagini per ingrandirle.

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.