QUARRATA. Gli italiani sono il popolo più fortunato del mondo.
Hanno infatti una serie di difensori naturali che li mettono al riparo da tutto: Pd e sinistre vigilano sull’occupazione e – nei momenti del loro illuminato governo – hanno fatto di tutto per favorire l’economia e la ripresa industriale; i magistrati sorvegliano non solo la sicurezza nazionale, occupando anche le vacanze del potere politico (nei confronti del quale si pongono in due sostanziali atteggiamenti: di difesa e di deterrenza dal male), ma assurgono anche a censori dei nostri usi e consumi personali intra moenia, salvo poi non riuscire a fare un discorso coerente e di impegno, fino al punto che, se non fossero in una botte di ferro, ma lavorassero nel privato, entrerebbero loro – ipso facto et jure – in cassa integrazione perpetua, ove non fossero chiamati a rifondere i danni da scarsafacienza; la chiesa si infila nel mezzo e ci aiuta a intravedere com’è che ci si deve comportare sia nel rapporto con le altre religioni, che in casa e con il vicinato, e sia anche nei costumi politici: tanto che meglio sarebbe restituirle il potere temporale e staremmo tutti bene di colpo, perché si metterebbero in un governo misto con Bersani & C.; i giornali e i media ci aiutano a capire la realtà per lo più sciorinandoci ogni giorno sciroppi infiniti di veline che vengono dalle stanze del potere.
Dunque: chi è più felice degli italiani? E fortunato? E protetto? E assicurato dal male perpetuo di cui, in questi giorni, non si fa altro che parlare da Vespa a Lerner a Santoro?
E Quarrata non è extra Italiam. È un posto dove si vive bene perché l’ha detto il peggior sindaco dal dopoguerra: molto peggio del podestà conte Gazzola, perché almeno lui era un fascista e lo diceva, mentre lei è una democratica di chiara fede e fama.
Guardatevi queste due notizie di oggi, 28 gennaio, ed esultate, popolo di Sion e del Signore! Adonai – direbbero gli ebrei, di cui tutti si ricordano un solo giorno all’anno, il 27 gennaio, come fanno con le donne l’8 marzo – ha fatto il suo miracolo anche a Quarrata. O se preferite, con la religione della dissacrazione del Vernacoliere, sarà stato Padre Pio a mandarci gente provvida come la giunta Sergio Gori.
In questo posto dove si vive bene, dove nascono tanti bambini, dove tutto è perfetto perché le strade sono tutte intitolate alle vittime della mafia, dove il comune è un gioiello di trasparenza – tant’è che il vecchio segretario Aronica impediva, in nome della giunta, la pubblicazione delle determine dei funzionari: quegli atti con cui si sperperano e si stracciano i nostri quattrini –, dove il Billi fa multe con Pande truccate e fa spendere quattrini inutili a noi in appelli che si rivelano disastrosi per cifre da recuperare di nemmeno 200 euro; in questa grandiosa città della gioia, quando stanno per arrivare le elezioni, la vita si risveglia e perfino il sindaco riacquista la parola, come Masetto mutolo da Lamporecchio nella celebre novella del Boccaccio. E perfino il Sel riesce a far vedere che c’è, nonostante Musumeci e Mauro!
Cantieri in piazza Risorgimento, in via Montalbano, annunci di depuratori nuovi che impediranno il trabocco della merda nei fossi quarratini, nuove intitolazioni di biblioteche, iniziative di ogni genere compaiono all’orizzonte, precedute da squilli di trombe e strombonate di politici e amministratori tromboni.
Nel frattempo nei Boschetti (e non nel Boschetto come impropriamente scrive oggi Il Tirreno) si beve acqua al bario con concentrazioni 7 volte superiori al consentito; alla Màgia ci si prepara a spendere chissà quanto per una fontana oscena che, non avendola voluta nessuno, la Fondazione Caripit ha scaricato sul groppone del sindaco meno accorto del Pistoiese; in comune si apre la fase seconda della partecipazione facendo credere a 80 cittadini di essere dei ganzi, mentre si prendono in giro; si manda a ramengo un Manetti che, se dio vuole, non si fa intimidire neppure dalla lupara e continua imperterrito a rompere le pelote. E meno male.
Nel frattempo, insomma, manca tutto, perfino la pluri-strombazzata casa della salute che – miracolo di ieri – è diventata la fotografia della situazione Quarratina di oggi: il deserto di una città fantasma in cui la giunta in disarmo sta per spendere 20 milioni di euro in opere del cavolo.
Miracoli? Macché! Tanti tromboni e niente musica!
e.b. blogger
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