Polemiche e ancora polemiche sulla Panda bianca del Billi.
Ma soprattutto giudici di pace e tribunale che danno ragione al cittadino: e quindi c’è qualcosa che non va.
A Quarrata non va nulla. E non va perché, se quando un cittadino ha torto deve pagare, e quando ha ragione la pubblica amministrazione non paga, il meccanismo non può che essere perverso e, per le spalle protette di chi non paga, bisogna parlare per forza di casta e di intoccabili.
Guardate le foto che stamattina La Nazione riporta a testimonianza di ciò che ci racconta, e considerate – contestualmente – la posizione del comandante dei vigili di Quarrata.
Billi resiste. Billi va in appello. E Billi perde. Anche in tribunale.
In un qualsiasi altro paese dell’Unione europea, Billi sarebbe già stato chiamato a rispondere per il danno economico che ha provocato alla collettività. In Italia no. Tantomeno a Quarrata.
E qui non è questione di destre o di sinistre: i governi sono stati – e continuano ad essere – tutti perfettamente uguali.
La giunta di qui, inoltre, è quella che è: fatta di una sola persona (il sindaco) sceglie 1.200 cittadini per appioppar loro il compito di tagliare e castrare (un compito che viene chiamato partecipazione), ma se ne guarda bene dal chiedere consiglio su come comportarsi con certi discussi intoccabili…
Quarrata, poi, si sa, è la patria della perfetta legalità del sindaco Sergio Gori, responsabile Anci (Associazione comuni d’Italia) della propaganda fide a favore della legge.
Ma tutto questo non vi sembra uno schifo, elettori di qualsiasi colore? E l’Arianna Benigni difende un sindaco che permette tutto questo?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
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