mercoledì 12 gennaio 2011

COME IN UN LIBRO DI KAFKA


Fa tenerezza sentire storie come quella di Tuci, che ci racconta del suo inutile impegno nei confronti della nostra pubblica amministrazione.
Il cittadino si alza ogni mattina, lavora, suda e soffre e, quando è il momento di chiedere, somiglia al naufrago che si trova sull’isola deserta: può gettare a mare tutte le bottiglie che vuole, tanto nessun messaggio giungerà ma a destinazione.
Fa tenerezza e rabbia.
La gente può essere in difficoltà, può segnalare ciò che vuole – anche le situazioni più assurde e paradossali –, ma nel 90 per cento dei casi resterà inascoltata.
E quand’anche qualcuno ricevesse una risposta, la risposta sarebbe comunque evasiva, incerta, sfumata, omissiva: se non addirittura arrogante come alcune delle risposte del sindaco Sergio Gori che, posta dinanzi a un vero problema, ti dice, a presa di culo, «se hai qualcosa di cui essere scontento, rivolgiti alla Procura della Repubblica». E mentre lo fa è perfettamente consapevole che anche là, in quelle stanze, nessuno dei difensori dello Stato muoverà un dito, sia pure mignolo.
La lotta è dura. E senza quartiere. L’Italia è questa: tutta forma e nessuna sostanza.
Alla faccia della Costituzione e dei diritti della gente, con i quali i nostri politici – di destra e di sinistra, di sopra e di sotto, di periferia e di centro – si riempiono continuamente la bocca…

E non è una vergogna?

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