Fa tenerezza sentire storie come quella di Tuci, che ci racconta del suo inutile impegno nei confronti della nostra pubblica amministrazione.
Il cittadino si alza ogni mattina, lavora, suda e soffre e, quando è il momento di chiedere, somiglia al naufrago che si trova sull’isola deserta: può gettare a mare tutte le bottiglie che vuole, tanto nessun messaggio giungerà ma a destinazione.
Fa tenerezza e rabbia.
La gente può essere in difficoltà, può segnalare ciò che vuole – anche le situazioni più assurde e paradossali –, ma nel 90 per cento dei casi resterà inascoltata.
E quand’anche qualcuno ricevesse una risposta, la risposta sarebbe comunque evasiva, incerta, sfumata, omissiva: se non addirittura arrogante come alcune delle risposte del sindaco Sergio Gori che, posta dinanzi a un vero problema, ti dice, a presa di culo, «se hai qualcosa di cui essere scontento, rivolgiti alla Procura della Repubblica». E mentre lo fa è perfettamente consapevole che anche là, in quelle stanze, nessuno dei difensori dello Stato muoverà un dito, sia pure mignolo.
La lotta è dura. E senza quartiere. L’Italia è questa: tutta forma e nessuna sostanza.
Alla faccia della Costituzione e dei diritti della gente, con i quali i nostri politici – di destra e di sinistra, di sopra e di sotto, di periferia e di centro – si riempiono continuamente la bocca…
E non è una vergogna?
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