venerdì 14 gennaio 2011

INQUINAMENTO? LO SMALTIAMO INGERENDOLO


di Alessandro Romiti

Le notizie provenienti in questi giorni dalla Germania lasciano poco stupiti i cittadini avversi all’inceneritore, che con me denunciano da anni gli effetti delle ricadute dell’incenerimento di rifiuti sull’ambiente e sulla catena alimentare.
In Italia il primo episodio analogo (completamente insabbiato dalla stampa conformista) è stato quello di Brescia, dove i cereali provenienti dalle coltivazioni circostanti il celebrato impianto TUV sono stati causa di contaminazione di ben 5 allevamenti con oltre 500 mucche da latte!
Il presidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori di Brescia) mi disse per telefono che gli avevano detto che l’inquinamento non proveniva dall’impianto di incenerimento, ma dall’A4! 
Mi compiace dunque, amaramente, veder confermate le denunce fatte e ricordo le ciniche rassicurazioni di numerosi Soloni convinti “inceneritoristi” che, nelle più disparate assemblee consiliari, provinciali e comunali hanno ripetutamente citato la Germania come virtuoso esempio dimostrativo della mancanza di nocività dell’incenerimento: era lì che si distruggevano le più inquinanti “ecoballe” napoletane.
Le scellerate decisioni degli inceneritoristi sono oggi  causa dell’inquinamento diffuso di alimenti nella nostra zona causato principalmente dall’impianto di Montale: cieca e irresponsabile la politica degli amministratori che – in spregio all’esigenza fondamentale d’assicurare la tutela della salute dei cittadini – hanno volutamente omesso di ponderare gli effetti delle “ricadute” di inquinanti, limitandosi al formale rispetto dei valori di emissione delle diossine.
Ordunque, i politici che declamavano l’esempio della Germania non sono quindi dimenticati e vengono oggi ricordati (sia a sinistra, quanto a destra) giusto per consentire a posteriori il più amaro giudizio sulla loro azione politica che è – e purtroppo sarà – duramente pagata in termini di salute dalla comunità dei cittadini.
Tali amministratori sono – insieme a innumerevoli di consiglieri comunali e provinciali – degli “yes-man” che si conformano cecamente alle disposizioni della nomenklatura, applicate in modo strumentale nonostante le evidenze di pericolosità scientificamente raggiunte.
Mentre il Ministro Fazio ci rassicura (omettendo di ricordare che le diossine sono bio-accumulabili e persistenti), nella piana FI-PT-PO l’inquinamento è confermato anche dalla seconda campagna di indagine, risultando peraltro uguale a quello della Germania per le sue cause antropiche. 
Diverse appaiono però le valutazioni delle autorità sanitarie dei due paesi: quello che in Europa è denunciato come un grave disastro (impegnando le autorità allo smaltimento di tonnellate di alimenti come rifiuti tossici) qui è dichiarata “normalità”.
Anzi, oltre al danno la beffa: lo smaltimento è sostanzialmente assicurato – per polli, verdure e acqua di rubinetto – tramite ingestione per alimentazione degli alimenti da parte della popolazione!

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