PISTOIA. Al grido mazziniano di Dio e Popolo – Berti ha però usato una triade: Trasparenza, Democrazia, Pistoia – il consiglio comunale ha trovato la soluzione ai problemi dell’Aias: ha chiesto di azzerare tutto e di rimettere la vecchia valuta in corso legale. Una perfetta coerenza con i princìpi di questa città.
Con una soluzione davvero pilatesca, e tutti compatti, anche contro il documento Pagliai (evidentemente nessuno vuole aprire un vaso di Pandora che potrebbe, forse, riservare sorprese di un inimmaginabile imbarazzo), quel che di meno si poteva fare si è fatto: fare finta di non vedere, invitare tutti al volemosebbéne e chiuderla a tarallucci e vino, senza montare sui calli di nessuno.
Davvero questa città non ha speranza e non ne avrà mai, perché, in mezzo a così tanti democratici di sana e indubitabile ispirazione e vena, a così tanti opportunisti camuffati da moderati mediatori dell’Onu (in questo caso… dell’Onlus), non c’è una volta che se ne esca con almeno un tentativo di fare chiarezza.
Pistoia è davvero una città del silenzio. In ogni senso.
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Aias, sì a un accordo in tempi brevi
«Espulsioni da ritirare
ma anche nuove regole interne»
Il consiglio comunale è tornato a discutere della vicenda Aias in una seduta che, per il prevedibile afflusso di pubblico, è stata convocata nella sala maggiore del Palazzo comunale. La platea era affollata di ragazzi assistiti dall’associazione e di loro familiari.
Al termine del dibattito, il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno presentato da Luciano Mazzieri, capogruppo Pd, e firmato dai gruppi Pd, Idv, Comunisti per Pistoia, Forza Italia, Verdi, Lega, Laici riformisti e dai consiglieri Borchi e Mazzotta. Anche il gruppo An ha infine accettato il documento presentato da Mazzieri dopo che vi erano state inserite alcune modifiche.
Bocciato invece un ordine del giorno presentato dal consigliere Udc Pagliai.
Il documento approvato riassume rapidamente le vicende che hanno coinvolto l’associazione di assistenza ai disabili di via San Biagio. A partire dal commissariamento ordinato dall’Aias nazionale, a causa di asserite irregolarità nell’elezione degli organi dirigenti pistoiesi e nella raccolta dei soci. I vertici dell’Aias provinciale, in testa il presidente Luigi Bardelli, si sono subito schierati contro il commissariamento, contestandone la necessità, visto che sulle modifiche alle procedure di elezione c’era disponibilità ad aderire alle richieste del livello nazionale. Lo scontro ha rapidamente invaso il campo giudiziario, dove si trova tuttora: saranno i giudici di Roma a decidere sul ricorso contro il commissariamento.
Intanto, però, il commissario Bagnale ha azzerato la compagine sociale dell’Aias e il vertice nazionale ha addirittura espulso l’intero consiglio direttivo dell’associazione pistoiese.
In questo quadro, il documento approvato chiede che si arrivi al più presto ad una soluzione tra le parti in modo da ripristinare le condizioni ordinarie di attività e possa essere ripreso il progetto di sviluppo edilizio attualmente sospeso (la nuova sede in via di costruzione in via San Biagio). In particolare si chiede «che venga a tal fine riconsiderato il provvedimento di espulsione assunto dall’Aias nazionale nei confronti del consiglio direttivo uscente» e «che si proceda, con la dovuta sollecitudine, ad una configurazione della nuova base associativa selezionando le relative istanze con criteri improntati alla massima trasparenza e democrazia».
Anche il documento presentato da Pagliai auspicava una soluzione quanto più rapida ed un accordo fra le parti. Ma metteva l’accento sulle risorse che l’Aias ogni anno amministra, circa 7 milioni di euro, e chiedeva la massima trasparenza. Insistendo poi perché «siano chiaramente impostati i rapporti fra l’associazione e la fondazione Santa Maria Assunta in merito alla proprietà e all’uso degli immobili» (la fondazione è la proprietaria degli edifici in cui l’Aias esercita la propria attività, ndr).
«Non compete al dibattito entrare nel merito giuridico della vicenda – ha detto il sindaco Renzo Berti durante il lungo e articolato dibattito – siamo consapevoli della rilevanza dell’attività dell’Aias, una attività preziosa per la comunità intera. Affido il nostro contributo a tre parole: trasparenza, democrazia, Pistoia. Auspico che da queste tre parole scaturisca un esito utile. Occorre fare presto. Sarebbe importante uscire dalle aule di tribunale e trovare un accordo. La nuova base sociale dovrà definire i propri assetti senza soluzioni calate dall’alto».
[Fonte: Il Tirreno, 25.01.2011]
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