mercoledì 5 gennaio 2011

DEMOCRATIC PARK

Da ieri sera alle 22 Andrea Balli ha, sul suo blog, una cronaca della commissione per la partecipazione di Quarrata. La potete leggere a questo indirizzo. Ma guardate anche il blog di Mario Niccolai.
Di che si tratta, in soldoni? Ieri pomeriggio l’incontro istituzionale della partecipazione, con i tre rappresentanti scelti secondo le norme e regole dello statuto approvato dal comune di Quarrata, si è trasformato in uno scontro a fuoco: e ovviamente a rimetterci la vita è stato l’eretico Manetti.
Manetti è – ormai è noto come per un capo di stato – il rappresentante del Comitato Olmi-Vignole (punta di guardia per le alluvioni e per altro) e il referente di Legambiente. Insomma Manetti è sostanzialmente uno scomodo su cui, ormai, si può – e in certo senso si deve – sparare a vista.
Ha messo in crisi più di una volta l’amministrazione teo-autocratica della peggio sindaca di Quarrata; ha chiamato i politici alle proprie responsabilità sulle ricorrenti alluvioni della piana quarratina, il 28 dicembre scorso alla Bcc di Vignole; è, come si dice, una vera e propria spina nel fianco della giunta, che non ha tempo da perdere con i rompiballe: l’etica del sindaco Sergio Gori – citiamo dalle sue stesse parole, tratte dal suo stesso blog – è, infatti, non attardarsi in corrispondenze infruttuose né in altre perdite di tempo. E le osservazioni della gente, per lei e i suoi templari, sono tutte inutili perdite di tempo, che più fruttuosamente va invece utilizzato per spendere 20 milioni di euro in opere assolutamente non funzionali ai bisogni del suo sciagurato popolo che necessita di tutto, anche di uno che gli asciughi la gocciola al naso.
Così, per non avere tra i piedi il buon Manetti, Sergio Gori ha inventato la replica, il doppione della partecipazione: ha fatto estrarre a sorte 1.200 cittadini ai quali porrà la domanda precisa «Cosa volete che il comune tagli delle spese correnti».
L’augusto primo cittadino di Quarrata prenderà due piccioni con una fava: si libererà di Manetti che – pur essendo una noce in un sacco, fa un sacco di rumore, anche se è l’unico a dire di no e quasi quasi fa perfino comodo, perché è almeno una ‘voce difforme’, garante della democraticità, pur se fasulla… – e in più si laverà le mani e la coscienza sulla riduzione delle spese del prossimo anno.
E Sergio Gori lo potrà fare perché i 1.200 scelti (più, sembra di scoprire all’ultimo tuffo, altri che si proporranno spontaneamente) saranno i veri capri a cui appiccicare l’etichetta di  colpevoli delle scelte prioritarie.
Ovviamente non saranno davvero loro a scegliere e a decidere: loro saranno solo preconfezionati dai funzionari del comune che stileranno gli elenchi di cosa è o non è tagliabile; e poi impacchettati dai facilitatori (magari ancora una volta della Sociolab di Firenze), che li faranno finire sui banchi della Coop-Comune come merce d’acquisto – a uso i petti di pollo o i dentici surgelati.
I facilitatori faciliteranno le loro (dei 1.200 + altri) non-facili scelte facilmente orientabili per facilitare la vita di Sergio Gori & C., non facile per i tagli del malvagio Gargamella-Berlusca.

Gente, un vero democratic park con tirannosauri e velociraptor che si papperanno gli yesman (gli “uomini Del Monte-Pd che dicono sempre di sì”) scelti appositamente dall’amministrazione per la solita sceneggiata napoletana alla tengo famiglia

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

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