lunedì 1 ottobre 2012

CONFAGRICOLTURA. IL VIVAISMO SOFFRE DELLA CRISI COME GLI ALTRI SETTORI ECONOMICI


L’eccessiva morsa fiscale può far chiudere le imprese – Rinnovato il Contratto di lavoro provinciale degli operai agricoli e florovivaisti

PISTOIA. La situazione economica che stiamo vivendo ci prospetta un autunno molto difficile. Assistiamo ad aumenti quotidiani dei costi; dai carburanti alla pressione fiscale. Sono ancora più preoccupanti gli annunci sui media di una previsione massiccia di cessazione di molte attività, con l’aumento dell’esercito dei disoccupati, che si aggiungeranno al numero già elevato di chi ha già perso il posto di lavoro.

È un quadro generale molto complicato, che interessa e coinvolge anche gli imprenditori dell’agricoltura e del florovivaismo. È vero che quest’ultimo ha mantenuto l’occupazione, dando un contributo sostanziale all’economia pistoiese. Gli imprenditori agricoli, legandosi ancor di più al territorio ed ai propri collaboratori, non si sono arresi davanti alla difficile ed oggettiva situazione negativa di mercato. Anzi hanno investito nelle proprie aziende con la speranza di essere pronti alla ripresa economica.
Sempre meno e con più difficoltà, gli istituti bancari concedono credito, mentre aumentano i costi di produzione e i prezzi dei prodotti agricoli e florovivaistici, contro logica, diminuiscono tutti i giorni.
Oggi le imprese hanno una ridotta liquidità di cassa. Infatti anche se le imprese vivaistiche, nonostante il periodo che attraversiamo, hanno consegnato parecchie piante, i tempi di pagamento si sono fortemente allungati; è quanto afferma il Presidente di Confagricoltura di Pistoia Dr Edoardo Chiti. Ora sta avanzando anche l’altro serio pericolo degli insoluti e, anche un solo pagamento saltato, aggrava il problema della ridotta liquidità.
Il Presidente Chiti continua affermando che da dicembre era scaduto il contratto di lavoro provinciale degli operai agricoli e florovivaistici e lo scenario economico ha reso complicata la trattativa. È stato comunque raggiunto l’accordo e, pur avendo modificato anche il quadro normativo per una maggior competitività delle imprese, si è concluso con un aumento economico impegnativo e non scontato.
Anche la nuova fiscalità, sia nazionale, che locale, è eccessiva e se non viene ridotta, rischia di far chiudere le imprese, mettendole fuori mercato rispetto ai concorrenti comunitari ed extra Cee. L’Imu, che sostituisce la vecchia Ici, per esempio, ha aggravato in maniera consistente le imposte come una vera e propria patrimoniale e va ad incidere pesantemente sui bilanci, con un effetto tanto più pesante quanto più saranno aumentate le aliquote dai Comuni. Il Presidente Chiti precisa che l’Imu agricola inciderà sui conti delle nostre imprese come il costo di un operaio ogni 10-15 occupati; è una pressione che non si rileva in nessun altro settore.
Per le imprese italiane la macchina pubblica è troppo costosa. La globalizzazione ha livellato i prezzi e nel nostro caso li ha fortemente ridotti, ma non si è verificata la stessa cosa per i costi. Anzi, soprattutto quelli pubblici, sono aumentati considerevolmente unitamente ad una burocrazia eccessiva, che si traduce in ulteriori costi. È certo che l’effetto della globalizzazione tocca anche la pubblica amministrazione, le sue agenzie e le sue controllate, mettendole in concorrenza con le analoghe di oltralpe.
Chiaramente il momento è difficile ed aver mantenuto l’occupazione e rinnovato il contratto provinciale di lavoro è un segno di responsabilità e di sfida che i nostri imprenditori continuano ad accogliere, ma se vengono ancora lasciati da soli, come è stato fino ad ora, i benefici apportati sull’economia locale non potranno continuare per molto.
Mantenere l’occupazione è uno degli obbiettivi principali dei vivaisti pistoiesi, lo afferma con orgoglio il Presidente Chiti. L’aumento generale dei costi, porterà a ridimensionare il modello organizzativo adottato fino ad oggi, rimettendo in discussione tutto e tutti i suoi principi, con i primi effetti negativi sull’occupazione e sull’economia locale e di riflesso anche sulle gestione della Pubblica Amministrazione, che avrà sempre più problemi di bilancio se diminuiscono i soggetti che producono reddito.
Per superare il momento contingente, il Presidente dell’organizzazione agricola, lancia l’allarme della necessità di concrete azioni delle istituzioni, non con l’aumento delle tasse, ma aiutando chi produce risorse. Solo creando ricchezza, si può pensare alla sua ridistribuzione anche nel sociale.
I Comuni sono chiamati nei prossimi giorni ad assumere le scelte delle aliquote sull’Imu e di altre tasse locali. Questa è l’occasione per dare un primo segno concreto, riducendo la pressione fiscale. Infatti i cittadini e le imprese sono al collasso; è “bene comune” ricordarsi che attraversiamo un momento di austerità che investe tutti, anche la Pubblica Amministrazione.
La storia e la scienza economica ci insegnano che per uscire da una grande crisi economica è fondamentale l’apporto dell’agricoltura. I nostri imprenditori sono pronti ad affrontare la nuova sfida.
Confagricoltura Pistoia
[comunicato]
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[Lunedì 1° ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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