domenica 14 ottobre 2012

‘UNTOUCHABLES’. QUI DA NOI SON TUTTI SANTI…?


di Edoardo Bianchini

A Pistoia quanti politici sotto inchiesta (o peggio) in settant’anni di Repubblica?

Stamattina, dopo la nota del Collegio dei costruttori di Pistoia, che ha fatto scalpore, leggo, sulla Nazione, i commenti e le prese di posizione bipartisan di Andrea Betti e Alessio Bartolomei.
Betti l’ho conosciuto attraverso questo blog: ed è uno dei miei più assidui lettori.
Bartolomei l’ho visto ragazzo a scuola, al Forteguerri. Non sono stato suo insegnante: lo sono stato di sua sorella Alice, che ora è lontano dall’Italia – e credo che abbia fatto la scelta migliore possibile.

Mi riprendo: Betti e Bartolomei so chi sono. E mi restano anche simpatici, con le loro uscite, se non altro vive e capaci di creare quella giusta confusione che fa dibattere dei problemi. Loro, a loro volta, sanno chi sono io.
Rispetto le loro idee e ciò che hanno espresso sulla stampa riguardo alla posizione del Collegio dei costruttori, ma, al tiro delle somme, c’è qualcosa che non mi convince e che non sento di sottoscrivere. Non sono per niente tranquillo.
Senza mezzi termini – perché non sono abituato ai mezzi termini, alle mediazioni e alle convenzioni di una pistoiesità di cui non faccio parte – non mi va giù sentir dire una inesattezza storica che, purtroppo, è (a mio giudizio) macroscopica e inoppugnabile.
Vorrei fare tre domande sia a Betti che a Bartolomei: e credo che mi risponderanno.
Premesso che è dal 1967 che mi occupo di cronaca locale, la prima domanda è questa:
• vi risulta che a Pistoia siano mai successi veri pasticci che abbiano portato politici locali sul banco degli imputati e oltre? E quanti?
Superato questo primo sbarramento, la seconda domanda è:
• è possibile che tutto il pasticcio degli Untouchables dipenda solo dai dirigenti pubblici corrotti e da costruttori corruttori vincitori di appalti e gare, e che, invece, i politici siano, per definizione, dei santi e dei martiri di illibato candore?
Oltrepassato questo secondo ingorgo, i terzi interrogativi sono:
come hanno potuto, la magistratura e i magistrati insieme ai politici santi, dal 1945 ad oggi, non accorgersi mai del reiterarsi costante di gare di appalto e di aggiudicazione con gli stessi nominativi? Cioè: perché voi due – Betti e Bartolomei – il problema lo capite benissimo e loro, le fonti istituzionali primarie, no? È forse – avrebbe detto l’amico Cicerone in Senato – perché loro, le istituzioni e i baluardi delle difese, erano mente capti, cioè traviati e sviati da altri e più urgenti temi e problemi? O che altro?
Sono certo che scatenerò un putiferio come al solito e che, in più di uno, mi prenderanno ancor più (ma è possibile…?) a malvolere: ma certe domande, amici, ce le dobbiamo e ve le dovete porre, perché sono ineludibili. E soprattutto se le devono porre cittadini, politici e amministratori, ma preceduti di un passo dagli stessi magistrati.
Se non altro perché i dirigenti corrotti non li abbiamo scelti né io né voi, ma li hanno presi, accarezzati, allevati e cresciuti – in quello che Di Pietro definirebbe ‘grasso’: gli stipendi d’oro e i premi di obiettivo – quegli stessi politici che, senza ombra di dubbio, hanno dimostrato di non capire un tubo nell’investire i loro ‘cavalieri delle tavole rotonde’: quelle dove tutti mangiano, ma solo i cavalieri-dirigenti, alla fine, restano alla tagliola, mentre Artù se la cava perché non sa mai nulla, a cominciare dalle corna che gli pianta la Ginevra con il bello e aitante ser Lancillotto.
Che tristezza la Comunità Montana e gli Untouchables, non vi pare? Dappertutto i politici sono sotto inchiesta, e anche in galera (vedi Roma, Milano…), e qui, invece, sembra che regnino la gloria di colui che tutto muove e la pax augustea. Che bello! Ma anche che strano!
Io non sono puro, io non sono casto. Ma soprattutto sono vecchio.
E proprio per questo non credo a una ‘candida rosa’ di santi e beati, in cui solo qualche dèmone infiltrato è il vero e unico colpevole, e soltanto perché assediato da una folla di corruttori che gli si assiepano intorno.
La storia – quella vera e che non si racconta mai – non funziona proprio così, credo.
Vi ripasso perciò la palla, caro Andrea e caro Alessio.
Rifletteteci un po’ su. E datevi da fare…

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[Domenica 14 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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