di Edoardo Bianchini
A Pistoia quanti politici sotto
inchiesta (o peggio) in settant’anni di Repubblica?
Stamattina, dopo la nota del Collegio
dei costruttori di Pistoia, che ha fatto scalpore, leggo, sulla Nazione,
i commenti e le prese di posizione bipartisan di Andrea Betti e Alessio
Bartolomei.
Betti l’ho conosciuto attraverso questo
blog: ed è uno dei miei più assidui lettori.
Bartolomei l’ho visto ragazzo a scuola,
al Forteguerri. Non sono stato suo insegnante: lo sono stato di sua sorella
Alice, che ora è lontano dall’Italia – e credo che abbia fatto la scelta
migliore possibile.
Mi riprendo: Betti e Bartolomei so chi
sono. E mi restano anche simpatici, con le loro uscite, se non altro vive e
capaci di creare quella giusta confusione che fa dibattere dei problemi. Loro,
a loro volta, sanno chi sono io.
Rispetto le loro idee e ciò che hanno
espresso sulla stampa riguardo alla posizione del Collegio dei costruttori, ma,
al tiro delle somme, c’è qualcosa che non mi convince e che non sento di
sottoscrivere. Non sono per niente tranquillo.
Senza mezzi termini – perché non sono
abituato ai mezzi termini, alle mediazioni e alle convenzioni di una pistoiesità
di cui non faccio parte – non mi va giù sentir dire una inesattezza storica
che, purtroppo, è (a mio giudizio) macroscopica e inoppugnabile.
Vorrei fare tre domande sia a Betti che
a Bartolomei: e credo che mi risponderanno.
Premesso che è dal 1967 che mi occupo
di cronaca locale, la prima domanda è questa:
• vi risulta che a Pistoia siano mai
successi veri pasticci che abbiano portato politici locali sul banco degli
imputati e oltre? E quanti?
Superato questo primo sbarramento, la
seconda domanda è:
• è possibile che tutto il pasticcio
degli Untouchables dipenda solo dai dirigenti pubblici corrotti e da
costruttori corruttori vincitori di appalti e gare, e che, invece, i politici
siano, per definizione, dei santi e dei martiri di illibato candore?
Oltrepassato questo secondo ingorgo, i
terzi interrogativi sono:
• come hanno potuto, la magistratura e i
magistrati insieme ai politici santi, dal 1945 ad oggi, non accorgersi mai del
reiterarsi costante di gare di appalto e di aggiudicazione con gli stessi
nominativi? Cioè: perché voi due – Betti e Bartolomei – il problema lo capite benissimo
e loro, le fonti istituzionali primarie, no? È forse – avrebbe detto l’amico
Cicerone in Senato – perché loro, le istituzioni e i baluardi delle difese,
erano mente capti, cioè traviati e sviati da altri e più urgenti temi e
problemi? O che altro?
Sono certo che scatenerò un putiferio
come al solito e che, in più di uno, mi prenderanno ancor più (ma è possibile…?)
a malvolere: ma certe domande, amici, ce le dobbiamo e ve le dovete porre,
perché sono ineludibili. E soprattutto se le devono porre cittadini, politici e
amministratori, ma preceduti di un passo dagli stessi magistrati.
Se non altro perché i dirigenti corrotti
non li abbiamo scelti né io né voi, ma li hanno presi, accarezzati, allevati e
cresciuti – in quello che Di Pietro definirebbe ‘grasso’: gli stipendi
d’oro e i premi di obiettivo – quegli stessi
politici che, senza ombra di dubbio, hanno dimostrato di non capire un tubo
nell’investire i loro ‘cavalieri delle tavole rotonde’: quelle dove tutti
mangiano, ma solo i cavalieri-dirigenti, alla fine, restano alla tagliola,
mentre Artù se la cava perché non sa mai nulla, a cominciare dalle corna che
gli pianta la Ginevra con il bello e aitante ser Lancillotto.
Che tristezza la Comunità Montana e gli
Untouchables, non vi pare? Dappertutto i politici sono sotto inchiesta,
e anche in galera (vedi Roma, Milano…), e qui, invece, sembra che regnino la
gloria di colui che tutto muove e la pax augustea. Che bello! Ma anche
che strano!
Io non sono puro, io non sono casto. Ma
soprattutto sono vecchio.
E proprio per questo non credo a una ‘candida
rosa’ di santi e beati, in cui solo qualche dèmone infiltrato è il vero e unico
colpevole, e soltanto perché assediato da una folla di corruttori che gli si
assiepano intorno.
La storia – quella vera e che non si racconta
mai – non funziona proprio così, credo.
Vi ripasso perciò la palla, caro Andrea
e caro Alessio.
Rifletteteci un po’ su. E datevi da
fare…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 14 ottobre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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