Maurizio Giorgi |
Il Movimento 5 Stelle all’attacco del
primo cittadino con una interpellanza boicottata in ogni modo ma giunta oggi in
Consiglio
PISTOIA. C’era una volta un fogliettino incartato con i Baci Perugina.
E su di esso si leggeva anche «Il bacio non è che un apostrofo rosa fra le
parole t’amo».
Fosse o non fosse, l’espressione, un’invenzione
letteraria di Cirano di Bergerac, anche il Sindaco Bertinelli è incappato – suo
malgrado, ma a chi prende tutto come se il tutto fosse l’Organon di
Aristotele, può anche capitare… – in qualcosa di rosa, un incidente
però, iniziato per errore, maturato nell’errore, generatore di mille altri
piccoli errori e, con molta probabilità, destinato ad aprire un solco profondo
nella sua “avventura di primo cittadino” sinora connotata da una serie quasi
infinita di passi falsi.
Per riepilogare brevemente: Bertinelli
il serio, l’uomo del cambiamento, l’uomo del rispetto della legalità e della
componente rosa in politica, forse per aver inghiottito più del dovuto
in silenzio, ebbe a prendersela con la dottoressa Pierotti, dirigente, per una
questione di ‘maternità’ e – come pare avesse detto – di scarsa sensibilità
della Dirigente nei confronti della pubblica amministrazione e della lealtà che
ad essa sarebbe dovuta.
Quarrata/news scrisse che il Sindaco si era comportato in maniera più
americana degli americani che licenziano le loro dipendenti se restano in stato
interessante.
La storia fu una brutta storia e finì con
un verbale di conciliazione: ma pare che il Sindaco avesse esclamato che la Pierotti
avrebbe dovuto scordarsi, una volta rientrata al lavoro, di essere reintegrata
al suo posto. Fosse vera, non sarebbe peggio di una… marchionnata?
Glielo avrebbe insegnato il suo amico Fassina, a Bertinelli, a esprimersi così?
Siamo –
si sottolinea – sul piano del ‘si dice’: resta però di fatto che non solo
Bertinelli fece dietrofront (vedi dietrofront
di Bertinelli), ma direttamente in Consiglio comunale dichiarò – come oggi
sostengono i 5 Stelle – che aveva firmato un armistizio attraverso un verbale
di conciliazione: quindi non si può dire che non ci fosse stato qualcosa che
non andava. Avreste forse conciliato voi, signori lettori, se non aveste mai
detto niente di tale da dover conciliare…? La logica è logica: o no?
Bertinelli non ha mai ingoiato questo
rospo. Altri, come i 5 Stelle, non lo hanno mai dimenticato e ne hanno fatto
nascere un’interpellanza – quella che segue – presentata meno di un’ora fa in
Consiglio comunale, ma dopo un iter a dir poco faticoso: perché i consiglieri sembra
che siano stati ritardati, boicottati e frenati in ogni modo.
Ed ecco il testo:
Poco fa, dicevamo, questa interpellanza
è stata pubblicamente letta da Maurizio Giorgi. Bertinelli, dopo la lettura, si
è difeso definendo questa mossa una semplice presa di posizione personalistica
contro la sua figura, ed ha attaccato i 5 Stelle per scarsa conoscenza della «grammatica istituzionale»
(proviamo a chiedere a lui il significato esatto di questa filosofica espressione),
ma si è sentito rispondere da Giorgi (per niente soddisfatto dalle parole del
Sindaco) che l’interpellanza stessa era stata rivolta al primo cittadino
e non al signor Samuele Bertinelli in quanto tale. Un primo cittadino che non sarebbe
la prima volta che tende a sbarrocciare dalla figura e dal suo ruolo
istituzionale.
È ovvio che la cosa è destinata a non
finire qui. È ovvio che i 5 Stelle andranno avanti per la loro strada com’è
loro consuetudine, senza guardare in faccia nessuno.
Sarà interessante vedere come
Bertinelli riuscirà in concreto a convincere che non ha alcun pregiudizio nei
confronti del genere: e dunque siamo dinanzi a un incidente di genere.
Di quelli che stanno proprio male in
bocca a un politico: specie se del partito che, sul genere, basa e
sbandiera tre quarti della sua strategia…
Q/n
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[Lunedì 22 luglio 2013 | 18:14 - © Quarrata/news]
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