martedì 30 luglio 2013

QUANTE BALLE SULLA SANITÀ TOSCANA


MONTAGNA. Un lettore di Q/n, Flavio Ceccarelli, segnala, sul suo profilo di Facebook, un articolo pubblicato dal QuotidinanoSanità.it dal titolo: Costi standard. Ecco le 5 migliori regioni di riferimento. Sono Umbria, Emilia Romagna, Marche, Lombardia e Veneto. E il primato in campo sanitario della tanto decantata e osannata, soprattutto da Gianfranco Venturi ma anche dai vertici Asl Pistoia, Regione Toscana guidata dal sig. Rossi dov’è?
Le cifre stando al rapporto pubblicato dal Ministero della Salute, dicono che la Toscana non è neanche contemplata tra le cinque regioni da cui usciranno le tre di riferimento per determinare parametri standard di qualità ed efficienza.

In tutte le occasioni pubbliche, come l’assemblea della Dyanamo Camp del 18 febbraio scorso, oppure nei numerosi incontri organizzati dalla Asl Pistoia in giro per le frazioni della Montagna, è stato raccontato sempre di quanto siano fortunati i montanari ad avere una Regione cosi virtuosa, una Regione ai vertici non solo italiani ma addirittura mondiali, unica Regione con i bilanci certificati.
Fu persino spiegato da Venturi che il buco di Massa (420 milioni di euro ma forse anche 500 quasi 10 miliardi di vecchie lire) erano quisquilie per un bilancio forte e solido come quello della Regione Toscana.
Per coprire il disavanzo fu spiegato da Venturi, nella seconda riunione Pettorine/Pd Venturi-Sichi di Campotizzoro, bastava semplicemente accendere un mutuo e spalmare la cifra su più anni.
Niente di più facile, ma chi paga?
Chiacchere solo chiacchere certificate ora dal rapporto del Ministero della Salute.


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[Martedì 30 luglio 2013 | 10:06 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. La "virtuosità" sanitaria della Toscana è da sempre un "dogma di fede" abilmente sbandierato dall'"apparato" che ci governa, senza che nessuna forma di opposizione (quale, poi?) si sia mai sognata di contrastarlo davvero. Adesso, grazie all'indagine di Ceccarelli abbiamo visto che le bugie hanno le gambe corte. Per non lasciare l'opera a metà, occorre che questa notizia venga amplificata il più possibile, senza fidarsi più di tanto che siano capaci di farlo giornali come Tirreno e Nazione, e mettere alle strette, ma sul serio, l'"apparato" sopra citato.
    Piero Giovannelli

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  2. E in più oggi apprendiamo che la sede del 118 probabilmente non si farà a Pistoia ma a Firenze, dimostrando ogni giorno di più come il modello di sanità toscana a cui si tende non sia quello a rete, come vorrebbe il DGRT 1235, ma quello accentrato in pochi luoghi, guarda caso sedi di università.

    E sì che il punto 1.1 della 1235 è chiaro: "Ai fini del raggiungimento dell’obiettivo di giungere ad una Centrale Operativa 118 per ciascuna Area vasta, tra le Centrali Operative 118 allo stato attuali esistenti, verrà selezionata per Area vasta quella che è adeguabile a diventare Centrale di Area vasta, che necessita pertanto di ampliamento dei posti operatori con opere edili ed opere elettriche di minimo impatto."
    Sarei curioso di sapere le specifiche delle altre sedi per constatare l'impatto di Pistoia in comparazione! A onor del vero il sindaco Bertinelli, con cui non siamo mai stati teneri in passato e mai lo saremo nel futuro, sta tentando in tutti i modi di resistere a questo autentico "scippo", ma già lo sappiamo qual è la probabilità maggiore: come dicevano allora, "ubi maior, minor cessat". Con buona pace di quelli che pensano che la sanità deve essere gestita dalla politica e non da chi ci lavora dentro.

    Il crollo della sanità toscana è appena iniziato: project financing, tagli mascherati da riorganizzazioni, buchi nei bilanci, depotenziamento e chiusura dei piccoli ospedali non ci lasciano ben sperare per il futuro.

    Luca Rossi
    M5S Pistoia

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