di MARCO FERRARI
Qual è logica aziendale adottata per
chiudere San Marcello anziché Pistoia? – Ragionando su documenti e numeri e non
su considerazioni politiche o di convenienza…
SAN MARCELLO-MONTAGNA. La riorganizzazione dell’Ospedale Lorenzo Pacini di San
Marcello Pistoiese poggia, come il nuovo Ospedale San Jacopo di Pistoia, su di
un terreno alquanto inconsistente (vedi
qui). Non un quadro normativo di
riferimento e soprattutto, la mancanza di cifre ufficiali atte a giustificare
tagli e razionalizzazioni fatte a scapito dei territori più deboli. Una
razionalizzazione proposta come un potenziamento, ma che in realtà è solo una
drastica riduzione delle attività che un tempo il Pacini di San Marcello
garantiva.
Stando a quanto diramato dalla Regione
Toscana (vedi
comunicato stampa) e riportato su La Nazione di
ieri, 30 luglio, a seguito dell’audizione in IV commissione Sanità, del
direttore generale dell’Asl 3 Pistoia e anziché, come originariamente previsto,
il Presidente della Conferenza dei Sindaci della Provincia di Pistoia, Samuele
Bertinelli Sindaco di Pistoia, la riserva e assessore alla Sanità del Comune di
Pistoia Tina Nuti, sono tutti concordi e soddisfatti per la soluzione finale
trovata per il piccolo ospedale montano. Gli amministratori all’unisono hanno
cantato tutti intonati e hanno pronunciato il fatidico “sì”, le folle montane
hanno applaudito gaudenti. Tutti concordi anche nel vegliare il caro estinto.
Leggendo l’articolo da libro Cuore
pubblicato ieri su la La Nazione oltre a commuovermi e versare calde
lacrime per il lieto finale, mi sono saltate all’occhio alcune contraddizioni.
Iniziamo proprio dal finale
dell’articolo, fatto con un copia e incolla, dal comunicato ufficiale
dell’ufficio stampa della Regione Toscana, vi si legge: “Gli spazi liberati verranno
occupati da ambulatori specialistici”. La forma corretta del verbo, per
descrivere lo stato del Pacini di San Marcello, non è certo il futuro ma più
correttamente il passato prossimo: “Gli spazi liberati sono stati occupati
da ambulatori specialisti”.
La riorganizzazione-smantellamento del
Pacini (vi ricordate i camion che in fretta e furia caricarono le suppellettili
del reparto di chirurgia?) fu infatti messa in atto con un blitz, prima
dell’accordo firmato all’unanimità (che tristezza) in Conferenza dei Sindaci,
da tutti i Primi Cittadini, quindi anche dal Danti Sindaco di Abetone, dal
Ceccarelli Sindaco di Cutigliano, dal Gaggini Sindaco di Piteglio e dalla
Cormio Sindaco di San Marcello P.se.
La domanda è: quest’organo consultivo a
cosa serve se le decisioni vengono messe in atto dall’Asl prima che esso sia
consultato?E i sopramenzionati Sindaci, gli
amministratori del territorio montano, quelli che dovrebbero essere i primi
difensori delle risorse e strutture territoriali, tutti zitti? Non si sono
minimamente sentiti scavalcati? La risposta è no. Anzi hanno aderito alla
richiesta del Sindaco Marco Buselli di Volterra per la difesa dei piccoli
ospedali e si sono detti pronti a presenziare a una prossima udienza della
stessa IV commissione Sanità: “E io, che riguardai, vidi una ’nsegna | che
girando correva tanto ratta, | che d’ogne posa mi parea indegna (Inferno,
III – ignavi?).
Tutto questo succede, senza che il
principale strumento di pianificazione e programmazione, in cui vengono fissati
triennalmente gli obiettivi da raggiungere per soddisfare le esigenze sanitarie
e di salute della popolazione Toscana, vale a dire il Piano
Sanitario e Sociale Regionale, in
sigla P.S.S.I.R., sia stato approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale
della Toscana.
Da oltre un anno mancano i confini di
riferimento entro cui le azioni della Regione e delle Asl devono essere
inquadrate e contenute. Nel giugno del 2012 i Sindaci della Montagna ebbero
l’ardire di presentare in Regione un emendamento, al Piano Sanitario (prot. N°
6490/12), finalizzato all’ottenimento di una “tutela rafforzata” per l’ospedale
montano ed inserirlo in una rete sanitaria svincolata dal puro elemento
demografico (vedi allegato 1). Da più di una anno nessuno si è interessato
presso la Regione per chieder conto non solo dell’accoglimento della proposta,
ma neanche per ottenere l’approvazione di quel Piano Sanitario che attende
tutta la Toscana. E poi ti esce il Remaschi, presidente della IV Commissione
Sanità della Regione, e parla di azioni fuori dal contesto normativo? Ma per
chi la canta?
La chirurgia e i dati che non tornano
Veniamo poi alle cifre, poche, usate ad
arte, per camuffare una realtà ben diversa.
Nel comunicato stampa si torna a
parlare di quella chirurgia la cui chiusura tante polemiche ha sollevato. Si
apprende che: la chirurgia di San Marcello operava in day surgery, venivano cioè fatti interventi in regime di ricovero
limitato ad un giorno. Il tasso di occupazione dei letti si è attestato al 45%.
Una percentuale quindi modesta tale da giustificare la soppressione del reparto
chirurgico.
Interessante sarebbe sapere e non viene
spiegato, come viene conteggiato il tasso di occupazione dei letti, a quanto
risulta: solo se il paziente viene ricoverato per più di un giorno il letto si
considera occupato.
Domanda: ma se l’ospedale opera in day
surgery come può il tasso di occupazione dei letti essere elevato, dato che il
paziente viene subito dimesso? Si viene inoltre a conoscenza che il reparto di
chirurgia effettuava sul totale degli interventi un 15% percento di urgenze. Ma
non c’era stato raccontato che erano anni che a San Marcello non si operava più
in regime di urgenza? La percentuale, trattandosi di urgenze, sembra alta e per
avere un metro di paragone si dovrebbe sapere quale è il medesimo tasso
registrato a Pistoia nello stesso periodo?
Se dati e cifre si vogliono incrociare,
è necessario desumerli indirettamente da altri documenti, comunque ufficiali.
Il primo di questi documenti è un
comunicato stampa della Asl di Pistoia (vedi allegato 2). La data riportata a
fondo pagina fa riferimento solo all’ultimo aggiornamento avvenuto. Il
documento è però del 2010. Dal comunicato emerge una realtà ospedaliera montana
funzionale, funzionante e virtuosa con un numero di interventi chirurgici
effettuati nel 2009 di ben 822.
Gli altri documenti sono due delibere
di giunta della fu massacrata Comunità Montana e poi regalata alla Provincia di
Pistoia pur con un attivo di 2.000.000,00 di euro (vedi allegato 3).
In queste delibere si legge il n. degli
interventi fatti nelle sei sale operatorie del Ceppo di Pistoia nel 2010, pari
a 1335, e quelli dello stesso anno fatti nell’unica sala operatoria di San
Marcello, pari a 488.
Senza essere esperi in matematica ed in
economia aziendale, la sala operatoria del Pacini di San Marcello nel 2010
aveva una resa doppia rispetto a Pistoia. Se poi il confronto lo facciamo sulle
cifre del 2009, certe per il Pacini e pari a 822 (fonte comunicato stampa Asl)
e desunte per Pistoia incrementandole del 15% (percentuale riportata nella
delibera di giunta della Comunità Montana) di calo registrato rispetto all’anno
precedente, si rimane letteralmente basiti.
Quindi 1335 + 15% = 1535 operazioni per
Pistoia con una media per sala operatoria di 1535 / 6 = 256. Questo vuol dire
che la piccola sala operatoria di San Marcello valeva più di tre volte una di
Pistoia.
Ora mi domando, dato che alle vecchie e
vituperate Usl Unità Sanitarie Locali fu cambiato il nome in Asl, dove la “A”
sta per “Azienda” a significare che le decisioni dovevano essere mosse da
considerazioni di virtuosità anche economica, qual è logica aziendale adottata
per chiudere San Marcello anziché Pistoia?
Buona lettura e buna bile a tutti.
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[Mercoledì 31 luglio 2013 | 19:06 - © Quarrata/news]
Dio mio che tristezza vedere questa classe politica della nostra montagna cosí letteralmente incapace di difendere una struttura come l'ospedale.
RispondiEliminaIn tutta questa storia, cosí bene raccontata e documentata da Ferrari anche nei dettagli piú sconcertanti (era tutto già deciso. Gli atti ufficiali ratificano a posteriori scelte già prese) c'é anche la dimostrazione di un ceto politico che ha rinunciato a svolgere il suo ruolo.
Un ceto politico trasversalmente incapace!
NON SI PUO' ESSERE INSENSIBILI AL GRIDO DI DOLORE CHE SI ALZA DA PIU' PARTI.
RispondiEliminaMA I POLITICI ESISTONO ANCORA? E PER CHE COSA?
ESISTONO ANCORA I PARTITI?
E COSA DICONO?
GRAZIE PER UNA LORO QUALSIASI RISPOSTA.
GRAZIE!|