domenica 28 luglio 2013

MUSICA PER BAMBINI (MA CRESCIUTI)


di LUIGI SCARDIGLI

Esibizione quasi surreale, tra un concerto e un dementialshow, l’altra sera, a Lizard Park di Iolo, di Manuel Bongiorni e Andrea Mansi.p

IOLO-PRATO. Si sono conosciuti sui banchi di Ragioneria, a Piacenza, dove sono nati, entrambi.
E non si sono più persi di vista. Anzi, da quando hanno capito che, insieme, Manuel Bongiorni e Andrea Mansi, le loro aspirazioni metallare e quel leggero nonsenso che colora i loro orizzonti, potevano addirittura divertire ed essere graditi, hanno iniziato a lavorarci su: prima allestendo un circolo ricreativo di intrattenimento per adolescenti e poi formando un gruppo, Musica per bambini, appunto, che è sostanzialmente un incontro, casuale, certo, ma magico, tra la fiaba e la realtà, con quest’ultima che è decisamente sempre più tragicomica delle leggende con le quali ci siamo incantati da bambini. E poi addormentati.

«Siamo dei metallari falliti – riconoscono, con profonda ironia, Manuel e Andrea, subito dopo lo spettacolo allestito nel parco Lizard, di Iolo, alle porte di Prato –, questa è la verità, ma non siamo affatto frustrati, tanto che la nostra ambizione musicale rockelleggiante è diventata il nostro contorno: ad assicurarci il pane provvediamo con cose più serie!».
Scimmiottano Caparezza – con il quale hanno collaborato ad un’incisione – e ricordano vagamente i Mau Mau, degli straordinari Andrea Ceccon ed Esmeralda Sciascia, ma quando glielo faccio presente, sembra quasi che del gruppo sopracitato, come dei due incredibili vocalisti, ne ignorino l’esistenza.
«Viviamo nel mondo delle favole – continuano a raccontare dopo lo show, un teatrino stonato di luoghi comuni presi amorevolmente in giro, con una vittima sacrificale di turno, Patti Smith – perché questo è il nostro lavoro: ci travestiamo da orchi e lupi mannari, con sembianze umane, dunque ridicole, per nulla spaventevoli, per ambientare le nostre rivisitazioni medievali quando insceniamo spettacoli per bambini; ci siamo così affezionati a questo repertorio che lo abbiamo trasportato sui palcoscenici dove ambientiamo i nostri show».
Scrivono canzoni ricche di rime storpiate e suoni smelodici e non si prendono affatto sul serio. Il loro pubblico, però, che è quello non tracciato dalle emittenti radiofoniche corrette, li conosce e li apprezza, sa a memoria i testi delle loro canzoni, con tanto di repertorio a scelta e richiesta di bis al termine dei 90 minuti canonici dell’esibizione.
Sono andato a sentirli e vederli perché istigati a farlo da mia figlia e dal suo compagno Diego, che appartengono a quella schiera di spettatori che amano il rock and roll puro e classico, ma che guardano avanti e stanno cercando di vedere cosa poter conservare del loro presente-passato da portarsi nel futuro.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 28 luglio 2013 | 16:03 - © Quarrata/news]

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