di EDOARDO BIANCHINI
Un Papa, all’apparenza semplice e
dimesso, che parla la lingua della rivoluzione
AMICI
che hanno facebook, mi fanno sapere che Mauro Banchini, responsabile della
comunicazione della Diocesi di Pistoia, ma ancor prima anima cristallina, ha
segnalato, sul suo facebook, un articolo di Repubblica di oggi, in cui si
legge che Francesco – lo possiamo chiamare così: non si sdegnerà, dopo avere
invitato i credenti ad andare controcorrente – ha esortato i giovani (ma i veri credenti sono
sempre e comunque giovani, anche se ottantenni, perché non si entra nel regno
dei cieli se non si torna nell’alveo materno…) a non essere codardi.
Non siate codardi!
Mi chiedo: questo Papa, così
apparentemente semplice e così insondabilmente colto nelle cose umane e divine,
come i veri saggi, che alla fine sembrano sempre gente comune della strada,
quanto potrà durare?
A quanti illustri caporali e maneggioni
della Curia sta pestando i piedi, montando sui loro privilegi e schiacciandoli?
A quanti cattolici ferventi (ma solo a parole), che magari mangiano pane
e Vangelo, ma non rispettano né Dio né uomini (a partire, per esempio, da
qualche ordinanza di tribunale messa in saccoccia dietro le spalle con l’appoggio
di compagni [del Pd] e di amici [della fu Dc ora in Pd])? A quanti spippa-rosari
farà girare i cosiddetti perché sta… invitando il mondo alla rivolta con
il suo sorriso disarmante sul volto?
Anch’io, che sono laico (cosa diversa
da mangiapreti), guardo e ammiro questo piccolo grande uomo bianco che
parte e che dice liberamente quello che pensa: un uomo che, se non avesse fatto
il Papa, avrebbe potuto e dovuto fare il giornalista nel vero senso della
parola e dell’etica.
E tremo. Tremo perché se, come diceva
Virgilio, è possibile paragonare le piccole cose alle grandi e se tanto mi dà
tanto, saranno in molti a volergli male. Troppi.
Come lo vollero a Cristo: a quel Cristo
di cui i laici hanno, spesso, maggior rispetto dei ferventi spippa-rosari.
E qui il mio pessimismo del laico entra
in campo in maniera irreversibile.
Vi sembra che se i cattolici non
fossero stati codardi, oggi il mondo sarebbe quello che è: la sentina d’ogni
violenza e d’ogni ingiustizia, d’ogni menzogna e di ogni sfruttamento?
Non siate codardi!
Le parole di Francesco mi rendono pieno
d’orgoglio e allo steso tempo colmo di timore.
Non mi è difficile inchinarmi dinanzi a
lui per il rispetto che merita, ma non ho fiducia nel resto, nel cambiamento,
perché la storia – che non insegna un bel niente – mi porta a capire che, se
non c’è stato mutamento in duemila anni, sarà difficile che il mondo possa
cambiare in qualcosa; specie se nelle mani della Chiesa e dei cattolici spippa-rosari
girano – come spesso oggi – non i buoni
sentimenti e l’amore fraterno, ma quelle monete sonanti che in passato
portarono alla rivolta di Lutero.
Non siate codardi!
Se non sbaglio laggiù, a sentire queste
parole di Francesco, ci sono anche dei pistoiesi. E fra loro anche un collega
sacerdote.
A cui amerei chiedere, in un’intervista
ad hoc, che impressione hanno fatto a lui queste parole da rivoluzionario.
Ma – perdonatemi e mi perdoni anche lui
– dubito assai che voglia cristianamente starmi a sentire…
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[Domenica 28 luglio 2013 | 18:14 - © Quarrata/news]
Forse, Edoardo, sei più credente tu (in Cristo Gesú, intendo) rispetto a tanti fra noi ufficialmente praticanti nella "ditta". Chi sa ...
RispondiEliminaE sugli ultimi tre capoversi, quella intervista - fossi in te - la chiederei davvero.
RispondiEliminaMagari lo spirito di papa Francesco può ... aver convertito ambiti all'apparenza non convertibili perché arcisicuri di aver già un posto sicuro pure nell'etere dell'aldilà.