E a fianco anche corsi di formazione
per affrontare il tema della violenza alle donne – Lettera aperta al Direttore Generale dell’Asl 3
PISTOIA. Riceviamo dalla dottoressa Sabrina Sergio Gori questa
lettera aperta per il dottor Roberto Abati:
Caro direttore generale,
sono un medico di medicina generale, e
volevo portarle all’attenzione un fatto che mi è capitato in ambulatorio. È
venuta a farsi visitare una signora giovane, che chiamerò con un nome di
fantasia, Anna, la quale era stata a visita al Pronto Soccorso e sarebbe stata
costretta a fare la fila come tutti per le percosse ricevute.
Io e Anna abbiamo parlato, non senza
qualche difficoltà, reticenza, paura e alla fine del nostro colloquio è emersa
la verità rispetto alla causa di quelle lesioni. Ho stilato un referto, ho
cercato un contatto con chi si occupa di questi reati, infine Anna se ne è
andata col suo referto, il suo appuntamento e la sua paura.
Ho letto su Toscana Medica, che
la nostra Regione è all’avanguardia per il progetto “Codice Rosa” e mi chiedevo
se non fosse giusto che anche a Pistoia, Pescia e San Marcello potesse essere
messo a regime. La mia lettera vuole essere di collaborazione, segnalando un
caso, in cui si tratta di una persona in carne ed ossa, anche se purtroppo, non
è l’unico caso. Da Anna, che ha una sua storia, una sua sensibilità, una sua
sofferenza, si può passare all’universo femminile trattato con violenza, per un
malinteso senso di proprietà per amore, che davvero amore non è.
Quante Anna ci sono da noi? Quante
sofferenze silenziose? Per questo una stanza tutta per sé, con qualcuno che si
chini su queste fragilità, sarebbe un segnale di civiltà. Un’altra proposta
vorrei farle: visto che noi medici dobbiamo fare dei corsi di formazione, perché
non inserire in quelli che dobbiamo seguire un corso che tratti della materia
della violenza di genere?
Sviluppare una rete tra i medici di
medicina generale e le strutture territoriali sarebbe utile, professionalmente
noi siamo spesso il primo punto di contatto per le persone maltrattate e
sarebbe un accrescimento professionale l’approfondimento di questa realtà.
In un territorio dove gli episodi gravi
si sono moltiplicati, in una fase dove finalmente l’Italia ha ratificato la
convenzione di Istanbul, non ci possiamo permettere di non fare niente: noi
donne abbiamo bisogno di sentire che siamo una parte di società che ha valore e
non un problema in più. Certa di un suo interessamento, un cordiale saluto.
Dott.ssa Sabrina Sergio Gori
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 27 luglio 2013 | 17:20 - © Quarrata/news]
La violenza femminile, invece, non esiste? Quella violenza , sopraffina, esercitata nelle forme e nelle maniere più subdole ed angeliche, messa in atto con le forme ed i modi che madre natura offre ai suoi figli attraverso metodi "normali" ma devastanti ed impietosi. Personalmente proporrei anche un "codice azzurro". O meglio ancora,proporrei di finirla con questa manfrina!
RispondiElimina