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Sant’Jacopo a Compostella |
di FELICE DE MATTEIS
Fra ‘Ceppi’ chiusi e dismessi e feste
in arrivo, tutti i ‘cold case’ della città di Cino – Rapida analisi di una
situazione ben poco rosea
PISTOIA. Adesso, dopo le tante polemiche e gli innumerevoli
quotidiani comunicati stampa ufficiali dell’Azienda 3 di Pistoia, è arrivato il
momento del vigile silenzio e della civica riflessione. Ceppo fu, San Jacopo è.
L’interesse generale è che la nuova
struttura operi al meglio e che le promesse di una sanità migliore ci
confortino nella quotidianità dei servizi e delle prestazioni. Se ciò avverrà,
e lo speriamo, ringrazieremo gli autori di questa “Versailles della Sanità”,
come ci è stata fino adesso prospettata.
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Agrippa (ma non Menenio...) |
Gli attori protagonisti li conosciamo,
tutta “roba” di nomina politica, al pari dei loro sottoposti e passacarte;
speriamo che nel marasma della Sanità toscana rappresentino il meglio o quanto
meno, il meno peggio. L’ottimismo deve essere obbligatorio, anche perché con i
prelievi che la Regione sottrae mensilmente alle nostre tasche e che ha deciso
di aumentare (vedi busta paga o pensione) e la professionalità che il vecchio
Ceppo ha sempre espresso, e mi riferisco agli operatori interni tutti, fino ai professionisti
medici interni, ai medici di famiglia e non ai “ruffiani apicali”, i
presupposti di una sanità decente potrebbero anche esistere, magari togliendo
un po’ di retribuzione eccessiva a chi, “apicale”, non conosce il famoso “Chi troppo
in alto sal cade sovente precipitevolissimevolmente”.
Se poi le notizie delle lotte
fratricide nel Pd, che dovrebbero essere “cosa loro” ma che purtroppo, per
democrazia, sono anche nostre finiranno come si presume… Contrordine, compagni,
ri-tutti al Ceppo (e qualcuno in via de’ Macelli).
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Decollazione di Sant’Jacopo |
L’Ospedale Pacini di S. Marcello si è,
attraverso i suoi Sindaci, “offerto” per pareggiare il bilancio chiamato spending
review: altri Sindaci, invece, in altre zone della nostra Toscana, retta da
quel gran figlio della Sanità Marroni, figlioccio di Enrico Rossi, vate Vannino
Chiti, si stanno ribellando a quello che già per noi è “storia” e che potrete
seguire su questo blog, attraverso i comunicati che da Volterra, da Piombino
all’Isola d’Elba stanno pervenendo e che avremo cura di porre all’attenzione di
chi ci segue, per fare comprendere come la politica, in certe zone, sia ancora
una cosa seria, non un’avventura e tanto meno un Venturi, come in questa
Pistoia, patria e alma nutrice dei più bei comunisti ed ex-nonsisacché
di quel fu partito oggi quasi un fu-Pd…
Comunque, per i pistoiesi, questi sono
giorni di festa.
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I pugni in tasca (Bellocchio)
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Il Discepolo prediletto di Gesù,
Giacomo, cioè San Jacopo – decapitato nel 42 d.C. da Agrippa: forse meglio
Erode I il Grande piuttosto che Menenio, come si legge sui siti dei Vigili del
Fuoco in internet, dato che Menenio era vissuto, per tradizione, intorno al 494
a. C., quando la plebe romana scappò sul Monte Sacro in secessione –, San
Jacopo viene festeggiato anche laicamente da un Sindachino che guida il corteo
storico con le mani in tasca, imbarazzato nel portamento, un po’ maldestro (a
differenza del suo predecessore Berti che tale non appariva) nell’andamento e che,
si vede lontano un miglio, avrebbe preferito essere al circolo di Ponte alle
Tavole…
Sto rimpiangendo Peppone e Don Camillo,
diversi, ovviamente, ma Uomini. Peppone, del Pci, Don Camillo, di Santa Romana
Chiesa (democristiana). Chi dei due si vergogna? Oggi, osservando il corteo dei
Rioni, ho capito.
Ho capito di non aver capito. Se in chiesa
c’era il Fondatore della Fondazione Caripit, quando lo incrocio, se ho tempo,
glielo chiedo.
Se non lo sa lui che ha genuflesso
dinanzi a sé il Devoto…
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Lunedì 22 luglio 2013 | 08:58 - © Quarrata/news]
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