di LUIGI SCARDIGLI
Concluse intorno alle 4 di stanotte le operazioni di trasferimento
pazienti dal Ceppo al San Jacopo
PISTOIA. Stanchi, stanchissimi, ma soddisfatti. L’équipe medico-sanitaria
che stamani, poco dopo le ore 12, ha popolato la sala delle conferenze del
nuovo ospedale per raccontare l’avvenuto trasferimento nel nuovo dal vecchio
nosocomio cittadino, gongolava di comprensibile e giusta soddisfazione. I
lavori iniziati ieri sera alle 20 con il primo piccolo paziente trasportato dal
Ceppo al Sant’Jacopo (Davide, nato di 33 settimane, 1 chilo e 800 grammi, tutto
bene) e conclusisi poco dopo le 4 di oggi, domenica, con il 91esimo
trasferimento, si sono svolti nel migliore dei modi, senza il benché minimo
intoppo.
«Tutto bene – ha esordito, trionfalmente stanca, Lucia Turco,
Direttore Sanitario Asl –. Un grazie, doveroso, ma sentito, a tutti quelli che
hanno consentito alle operazioni di svolgersi nel migliore e più rapido dei
modi, dal personale medico-sanitario a quello del volontariato, dalle forze di
polizia a quelle di viabilità, dai cittadini ai pazienti. Hanno collaborato
tutti e i risultati, rosei oltre più presuntuosa aspettativa, sono per fortuna
sotto gli occhi di tutti».
C’erano quasi tutti i responsabili di
area dell’ospedale, alla conferenza stampa. Cei per il Pronto Soccorso,
Giannessi per la Chirurgia, Agostiniani per la Medicina, Barontini, Biagini,
Fattorini, Giusti e Lari per le rimanenti unità operative, tutti unanimemente d’accordo
sulla perfetta e armoniosa sincronia delle operazioni di trasloco da viale
Matteotti al Campo di Volo.
«Alle 20:05 è arrivato il primo paziente al Pronto Soccorso –
racconta Cei – e durante la notte il numero è salito fino sessanta unità, con
due codici rosso e alcuni ricoveri. Stamani, in compenso, uno si è presentato
al Ceppo: per fortuna che alcune unità operative, proprio per sanare questi
contrattempi, numericamente irrilevanti, è rimasto a Ceppo e lo farà fino a
domani, intorno alle ore 12».
«Abbiamo dovuto trasportare a Firenze un paziente le cui
condizioni clinico-sanitarie neurologiche sono improvvisamente peggiorate –
dice, con serenità, Barontini –. Non ci saremmo
potuti permettere il lusso di doverlo poi portare a Careggi all’ultimo istante».
Anche la sala operatoria, una delle 14
a disposizione del Sant’Jacopo, si è subito messa all’opera.
«Abbiamo operato una 88enne – dice Giannessi, che proprio per
questo si è presentato in conferenza qualche minuto dopo il suo inizio – con un
infarto intestinale; nonostante l’età della paziente e le condizioni cliniche
non certo rassicuranti, pare che l’intervento abbia dato immediatamente i
frutti desiderati».
Per il primo nato al Sant’Jacopo
dovremmo forse aspettare ancora qualche giorno.
«Abbiamo preferito, tra i pazienti dirottati presso le altre
strutture vicine sul territorio, come San Marcello e Pescia – aggiunge Lucia
Turco –, individuare, nei limiti del possibile, le future partorienti: la sala
parto comunque è in piena regola funzionale, se si dovesse mettere un fiocco,
rosa o celeste, saremmo in grado di farlo».
Tra tanto comprensibile e giustificato
entusiasmo ci permettiamo di raccomandare a chiunque possa rendersi utile di
fissare, nella nuova circonvallazione ospedaliera, il cartello che indichi l’ubicazione
del Pronto Soccorso e una volta arrivati a destinazione trovare la maniera per
come affiggerne un altro, con gli stessi identici caratteri e cromature, sul
portone d’ingresso. Grazie.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Domenica 21 luglio 2013 | 17:06 - © Quarrata/news]
Lo sbarco in Normandia,allora,è stato proprio una stupidaggine in confronto.Rallegramenti,spostare neppure settanta pazienti e tutta questa vanagloria! Sono felice di potermi essere agganciata al bolog, dopo tanti tentativi.Ma anche voi rendete difficili le cose normali?
RispondiEliminaSia Cortese di nome e di fatto...
EliminaLe regole di questo blog le ha fissate Google.
Grazie di essersi collegata.