LESSICO FAMILIARE
Piccolo dizionario dei termini
della politica e dei politici toscani
Come per i famosi Borzacchini
del Vernacoliere, riteniamo utile introdurre lemmi illustrati della
lingua della politica regionale toscana.
Mentre leggete i neretti della
nota-stampa regionale pubblicata a fianco, troverete le spiegazioni necessarie
qui sotto, con tanto di riferimenti bibliografici).
Aziendalizzazione: processo trasformistico attuato dal Pd su tutta la pubblica
amministrazione e lo stato sociale, dopo la fase in cui, rinnegando la propria
origine proletaria e di classe ex-Pci, il partito si è mutato da mangiapadroni
in padrone più padrone dei padroni (AA.VV., Dai decreti Bassanini con
l’introduzione dei superdirigenti all’affossamento della finanza pubblica a
favore della borsa e del borsismo, Edizioni delle Botteghe Chiare, Roma,
1995).
DALLA REGIONE TOSCANA
Piano sociosanitario: linee e indirizzi, audizione di
Marroni e Allocca – Gli assessori regionali hanno fatto il punto su
riorganizzazione del sistema, ospedali territoriali, futuro delle Società
della salute – Il presidente della commissione Sanità, Remaschi: «Inizia una
fase di confronto che produrrà proposte concrete»
FIRENZE.
Riorganizzazione del sistema sanitario, stato di attuazione del Piano
sociosanitario integrato, superamento delle Società della salute, percorso di
riordino degli ospedali territoriali. Questi i temi al centro della lunga
audizione che si è tenuta questa mattina (18 luglio – n.d.r.) in
commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd).
Ad
essere ascoltati gli assessori regionali alla Sanità Luigi Marroni e al
Welfare Salvatore Allocca, che hanno tracciato il quadro generale e i
principi ispiratori delle iniziative in corso.
Marroni
ha illustrato alcuni concetti chiave su cui si fonda la rivisitazione del sistema
sanitario toscano: personalizzazione della cura del paziente; passaggio
dal concetto di patologia a quello di problema di salute; garanzia di
equità delle cure; creazione di un sistema salute omogeneo, con il
tentativo di superare i meccanismi di finanziamento ora attuati e la
ricerca di formule sovraziendali.
L’assessore
ha poi spiegato che “la centralità della rete territoriale, che spesso non
si è tradotta in modelli strutturali, va incentivata”. Necessario inoltre
rivisitare l’organizzazione dei distretti, implementare e mettere a
regime le case della salute, riorganizzare i servizi per i non
autosufficienti e disabili. Quanto ai piccoli ospedali, Marroni ha
ribadito: “Non chiuderemo alcun ospedale, né grande né piccolo. E del
resto io non l’ho mai detto. Anche i piccoli ospedali devono avere la loro
vocazione e rispondere alle esigenze del loro bacino di riferimento”.
Infine,
per quanto riguarda le Società della salute, Marroni ha annunciato che è in
atto un confronto per una proposta di modifica con gli enti locali, e che una
proposta di legge dovrebbe essere presentata in Consiglio a metà settembre.
L’assessore
Salvatore Allocca ha invece posto l’accento sulla necessità di integrazione
fra sanitario e sociale. “L’integrazione rimane un punto nodale –
ha spiegato – anche se in questi tempi si è fortemente indebolita per motivi
che non sono tutti nelle nostre mani”. Come per il fatto, ha proseguito l’assessore,
che i vincoli del patto di stabilità gravano sul sociale e non sul sanitario,
e che la sanità eroga servizi esigibili, mentre il sociale no. “Dovremo
mettere mano al piano sociosanitario integrato facendo alcune modifiche,
anche se non di grande portata – ha concluso Allocca –. Ad esempio,
chiederemo l’aumento delle quote di risorse distribuite al territorio, in
modo che l’85% vada agli enti locali e solo circa il 10% alla Regione, che
non può avere il compito di erogare servizi”.
Importante
anche puntare sul welfare di iniziativa, in modo da rigenerare un
tessuto sociale che è deperito negli anni. Critiche ai contenuti dell’audizione
sono arrivate dai consiglieri Marco Carraresi (Udc) e Gian Luca Lazzeri (Più
Toscana), secondo i quali gli assessori non hanno risposto concretamente alle
domande e alle questioni che erano all’ordine del giorno.
Secondo
il presidente della commissione Marco Remaschi, invece, “è da valutare
positivamente la ripresa di un percorso sul piano sociosanitario che
si era interrotto”. “Nessuno – ha proseguito Remaschi – pensava che stamani
sarebbero arrivate tutte le risposte. Credo che il Consiglio regionale debba
avere un ruolo propositivo; in questo senso la proposta è che si apra un
confronto sui temi dirimenti, in modo da arrivare alla definitiva
approvazione del piano entro l’anno”. Per questo saranno messi in calendario
numerosi incontri della commissione a partire da fine agosto.
Stefano
Mugnai (Pdl) ha commentato che “se il piano sociosanitario si è arenato
è perché si è tentato ad ogni costo di difendere e celebrare l’esistente,
mentre il mondo è cambiato, anche in Toscana”.
Mugnai
ha poi ricordato che la preoccupazione sul futuro dei piccoli ospedali deriva
dal preaccordo firmato dalla Giunta con i medici ospedalieri, che di fatto
opera una classificazione.
Necessario,
secondo il consigliere, superare anche l’attuale modello con troppe aziende
sanitarie che non interagiscono tra loro, fatto che genera continue
incongruenze e disagi per gli utenti.
Positivo
il giudizio di Lucia Matergi (Pd), secondo la quale “dobbiamo apportare
cambiamenti a un sistema che ha dato e continua a dare ottimi risultati, per
renderlo il più aderente possibile a una realtà in forte mutamento”.
Così per le Società della salute, che sono stati strumenti pensati per l’integrazione,
è opportuno trovare nuove formule.
Quanto
alla riorganizzazione degli ospedali, per Matergi due sono le alternative: “O
va bene la classificazione, o va bene una fluidità fra 41 sistemi
diversi”.
Maria
Luisa Chincarini (Centro democratico) ha giudicato “importante che l’assessore
abbia ribadito la necessità di superare in Toscana l’aziendalizzazione”
ed è possibile prendere in considerazione il fatto che qualche piccolo
ospedale, se non posto in una zona particolarmente disagiata, sia superato.
Lucia
De Robertis (Pd) ha espresso una raccomandazione: “L’integrazione – ha detto
– funziona solo se è vera, se il territorio viene dotato delle risorse
necessarie. Se la degenza di un paziente si accorcia, una volta a casa deve
trovare tutti i servizi e l’assistenza necessaria”.
Anche
secondo Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) “i risparmi che si otterranno in
sanità con il taglio dei posti letto devono essere necessariamente dirottati
sul sociale”. (cem)
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Aziende sanitarie che non interagiscono
tra loro: le Asl, dopo essere passate da Unità
Sanitarie Locali a Aziende, con la globalizzazione si sono impegnate
in gestioni individualistiche e senza visioni di insieme, tanto da entrare in
contrasto le une con le altre per perseguire fini particolari e diversificati
in totale mancanza di omogeneità (P.L. Bersani, Dalla Sanità per tutti alla
Sanità a macchia di giaguaro, Edizioni “MaicolBerlusca”, Roma, 2013. V. anche la voce Aziendalizzazione).
Creazione di un sistema salute
omogeneo: detto in sigla SSO, è il tentativo di superare
il SSN (Sistema Sanitario Nazionale) e di trattare le diversità inconciliabili
delle varie Asl toscane (buco di 400 milioni a Massa, soppressione dei piccoli
ospedali, come San Marcello a Pistoia etc.), spalmando su tutta le Regione il
principio del taglio del bosco di Cassola: tutti, più o meno con meno
sanità o quasi senza sanità (AA.VV., Frullati di Asl. Ovvero l’uguaglianza
dei ‘paria’ toscani nella Sanità post-Canapone. Da Rossi a Marroni, Ed.
Curatevidassolièmeglio, Firenze, 2000).
Fluidità fra 41 sistemi diversi: espressione fluida che allude alla pianificazione dei
tagli di liquidità alle Asl toscane (V. la voce Creazione di un sistema
salute omogeneo).
Garanzia di equità delle cure: il concetto di equità garantita dalla Costituzione
mai attuata della fu Prima Repubblica. Come per le tasse o altro: pagano sempre
i soliti, dipendenti e pensionati, perché facilmente espropriabili alla fonte,
e ottengono equi trattamenti in termini di continui e progressivi tagli lineari
equamente spalmati su tutti. Un concetto che non sfiora i ricchi in quali, in
quanto tali, godono di regime apparte – come scrivono oggi i nuovi
dottori che escono dalle nostre università… – in cliniche private o in Paesi
avanzati dell’Europa e del mondo (Cfr. Pci-Pd, Sanità per tutti, sanità per
pochi. Com’è cambiato il principio di ‘equità’ negli ultimi vent’anni di
Seconda Repubblica per colpa del Berlusca, Ed. Mens sana in corpore insano,
Milano, 2001).
Il mondo è cambiato anche in Toscana: è modo di dire icastico della politica regionale per far
capire al popolo che le cose non sono più quelle di prima. Qualche esempio
illuminante: 400 milioni di buco nella Sanità di Massa e nessuno che se ne sia
accorto; l’exploit del Monte dei Paschi di Siena etc. (Pd-Toscana, Come
cambia la Regione sotto il medesimo partitone, Burla-Macco editore,
Viareggio, 2008).
Implementare e mettere a regime
le case della salute: allusione a una necessaria,
ma drastica riorganizzazione di istituti che, lentamente, sostituiranno tutti
gli ospedali piccini picciò (AA.VV., Sanità in Toscana dal servizio
al disservizio, Editore La Frustrazione Popolare, Firenze, 2011).
Incentivare la centralità della rete
territoriale, che spesso non si è tradotta in modelli strutturali: il concetto di rete si sviluppa come idea del
collegamento integrato fra le istanze di base per l’altezza diviso due, il che
dà ragione dell’area entro cui si svolge il nuovo apparato della Sanità (Cfr. L.
Orlando, La rete come capacità di sviluppo e diffusione anche del fegatello
di cinta senese, Novi concetti Ed., Palermo-Firenze, 2008).
Integrazione fra sanitario e sociale:
la capacità della Sanità di articolarsi
anche in Società per Azioni a capitale misto pubblico-privato (Project
financing, in La Sanità vista da un altro punto di vista, La Nuova
Toscana Progressista, Firenze, 2000).
Mettere in calendario: la creazione dei cosiddetti tavoli (o cavoli?) di confronto in cui
discutere di come e quanto tagliare nella Sanità Toscana (AA.VV., La Sanità
del terzo millennio nel Granducato di Toscana, Ed. Diociscampi, Firenze,
2013).
Motivi che non sono tutti nelle nostre
mani: espressione colorita di linguaggio
settoriale o slang con il significato di Quien sabe? (Cfr. Pico
De’ Paperis, Nuovi modi dire della politica che non sa come dirli, Ed.
della Sembola, Firenze, 2013).
Non chiudere alcun ospedale, né grande
né piccolo: equivalente di ridurli tutti ai
limiti della sopravvivenza (v. anche Pico De’ Paperis, Nuovi modi dire
della politica, cit.).
Passaggio dal concetto di patologia
a quello di problema di salute: nuove
definizioni coniate dall’Assessore Marroni. Si veda specificamente: L. Marroni,
Come passare dall’idea di malattia a quella di spesa (eccessiva
e quindi taglio) per la malattia stessa, senza dirlo con chiarezza alla gente,
Ed. Reg. Tosc., Firenze, 2013).
Personalizzazione della cura del
paziente: nell’ottica dell’Assessore si mira al
superamento della famosa barzelletta della cura unica a base di
spennellature di tintura di iodio. In altri termini, nella nuova Sanità
toscana, per curare le emorroidi e la stomatite si adopereranno ancora le
spennellature di tintura di iodio, ma, grazie alla personalizzazione della
cura, le strutture ospedaliere cambieranno opportunamente il pennello
quando si passerà dal culo alla bocca dei pazienti (V. AA.VV., Tintura e
pennelli nella Sanità toscana dai tempi di Lorenzo il Magnifico a quelli di
Marroni, Ed. Nuova Igiene, Firenze, 2013).
Piano sociosanitario arenato: si tratta di errore di battitura o refuso di stampa. Errata
corrige: Piano sociosanitario a Renato, intendendo che questo piano ha
tutte le caratteristiche di quei famosi scherzi alla Fucini (Renato, appunto)
di moda un secolo fa (Cfr. Dizionario degli errori, Ed. della Sembola, Firenze, 2010).
Piano sociosanitario interrotto: come sopra. Errata corrige: Piano sociosanitario inter 8,
cioè studiato fra appena otto funzionari della Regione, o alla svelta
(Cfr. Dizionario degli errori, cit.).
Piccoli ospedali e loro vocazione a
rispondere alle esigenze del loro bacino di riferimento: espressione eufemistica per indicare che, data la minimalità
dei bacini di riferimento, è bene che i piccoli ospedali si dissecchino in via
naturale, finendo con lo scomparire (Cfr. AA.VV., Vocazioni precoci e
vocazioni tardive: scapola, spalla, anca e bacino, Ed. della Sanità,
Milano, 2004).
Punto nodale: riguarda espressamente l’individuazione del punto in cui
tagliare il cosiddetto nodino (o bistecchina) di vitello (V. G. La Griglia,
Bistecche alla fiorentina e nodini alla milanese. Tutti i nodi tornano alla
Sanità, Ed. Della Ciccia, Firenze-Milano, 1999).
Realtà in forte mutamento: iperbole per indicare che il politico, mentre parla, non è
in grado di indicare più precisamente il proprio disorientamento dinanzi alla
vorticosa realtà in trasformazione (v. anche Pico De’ Paperis, Nuovi modi
dire della politica, cit.).
Riorganizzare i servizi per i non
autosufficienti e disabili: espressione
eufemistica per indicare la riduzione dei servizi a taglio di accetta
(Cfr. Dizionario degli eufemismi e dei modi di dire ‘taglio alla Sanità’,
Reg. Tosc. ed., Firenze, 2012).
Rivisitare l’organizzazione dei
distretti: refuso. Errata corrige: risistemare l’organizzazione
dei distratti per evitare problemi (Cfr. Dizionario degli errori,
cit.).
Strumenti pensati per l’integrazione: refuso. Errata corrige: strumenti musicali pesanti
(timpani) per l’integrazione degli spartiti fra ottoni e percussioni (Cfr. Dizionario
degli errori, cit.).
Superare i meccanismi di finanziamento
ora attuati e la ricerca di formule sovraziendali: espressione che allude alla trasformazione delle Asl in
Onlus, in cui i cittadini, anziché ottenere assistenza, prestino solo opera di
volontariato, impegnandosi a non farsi assistere e permettendo, in tal modo, ai
politici, di portare in attivo i bilanci deficitari della Sanità, con piena
soddisfazione dell’Angela Merkel (Cfr. AA.VV., Nuove prospettive di
risanamento dei bilanci per gratificare l’Angela, Reg. Tosc. Ed., Firenze,
2012).
Temi dirimenti: modo gentile di dire «non c’è più trippa per gatti» (Cfr.
Pico della Marrandola, Metafore e metonimie nel linguaggio spurio della
Sanità, Ed. della Sembola, Firenze, 2011).
Trovare nuove formule: allude alla passione primaria dell’Assessore Marroni che, a
quanto si sente, da ingegnere, sarebbe soprattutto interessato alla Formula
1. Altro significato suggerito proviene dalla cattedra di Matematica
Finanziaria dell’Università di Firenze: dove sembra che si studi il sistema di
far quadrare il cerchio del buco della Sanità di Massa (Crf. Dizionario
illustrato della Sanità, Ed. Fra Cristoforo, Milano, 2012).
Welfare di iniziativa: l’espressione, che è refuso (= Voler fare, forse
senza riuscire…), sottintende «popolare con referendum per la fusione dei
Comuni dell’Appennino Pistoiese senza quorum» (Cfr. Enciclopedia del
visto, preso e messo lì come va va, Ed. del Politichese Toscano, Firenze,
2000).
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Venerdì 19 luglio 2013 | 13:01 - © Quarrata/news]
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