FIRENZE. La Regione Toscana con la delibera 1235/2012 ha previsto la
riorganizzazione del sistema sanitario regionale, sostenendo di mettere in atto
interventi mirati per rafforzare il welfare territoriale. Andando a vedere la
delibera, l’intervento di maggiore rilevanza è la riduzione dei posti letto
che, secondo le prime stime dell’assessore Marroni, sarebbe stata di 2.000
posti letto in Toscana. Come? Attraverso l’abbassamento del parametro dei posti
letto ogni 1.000 abitanti (inclusa riabilitazione e lungodegenza) dai 3,7
previsti dal decreto Balduzzi ai 3,15 individuati dalla Regione. Una riduzione
che andrà a colpire le strutture con un tasso di occupazione dei posti letto
inferiore all’85% che, secondo i dati della stessa Regione Toscana, sarebbero
la maggioranza dei presidi ospedalieri.
«Il taglio dei posti letto – afferma il
consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”,
Gian Luca Lazzeri – è una misura che incide pesantemente sul territorio e che
non può essere assunta se non nella profonda convinzione che sia un intervento
veramente efficace, che vuol dire una sanità migliore ai cittadini della
Toscana. Io credo che con questo intervento tutti siano consapevoli che non si
rafforza il welfare territoriale perché si vuole unicamente ridurre i costi. Ma
mi chiedo: si riducono davvero i costi oppure non si riesce nemmeno a
raggiungere questo risultato?
Analizziamo per esempio l’ospedale di Pescia in cui i posti letto ordinari sono
207, per un tasso di occupazione degli stessi nel 2012 del 73%. Quindi, secondo
il parametro fissato dalla Regione Toscana, ci saranno sicuramente dei tagli.
Analizziamo, allora, alcuni dati dei
costi complessivi del presidio ospedaliero:
– totale costi della struttura 66.405.000 euro di cui:
– prodotti farmaceutici 3.703.000 euro;
– personale sanitario 32.796.000 euro;
– personale ruolo tecnico 4.057.000 euro;
– personale ruolo amministrativo 981.000 euro;
– cancelleria e supporti informatici 269.000 euro.
Andando ad una valutazione sul livello
qualitativo dei servizi erogati nei due ospedali, ogni anno il Laboratorio
Management e Sanità (Mes) redige per la Regione una sorta di pagella delle
strutture sanitarie. Secondo questa indagine l’ospedale di Pescia presenta alcune criticità. Citiamo per esempio
alcuni parametri ritenuti non soddisfacenti dal Mes:
– percentuale di dimissioni ospedaliere volontarie: su una soglia regionale di 1,229, Pescia si trova in
fascia pessima con 2,06
– percentuale
di parti indotti: a fronte di una media regionale di 18:30, Pescia si trova
in fascia pessima col valore di 23,47
– percentuale
di ricoveri ordinari medici brevi: ancora fascia scarsa con 25.69 a fronte
di una media regionale di 20.848
– percentuale
di pazienti con stesse diagnosi dimessi da reparti chirurgici: 27.60 a
fronte di una media regionale di 12.058 che colloca Pescia in fascia pessima.
Quanto sopra sinteticamente
rappresentato a nostro avviso dà una risposta chiara: il taglio dei posti letto
non migliorerà i parametri negativi di cui sopra e non offrirà una sanità
migliore, ma, vista la natura dei costi dei due ospedali, il taglio dei posti
letto non comporterà un risparmio significativo dei costi. Ripeto – conclude
Lazzeri –, con il taglio dei posti letto avremo una sola certezza: che quando
ne avremo bisogno, ci mancheranno i posti letto».
«A questi dati – dice il capogruppo di
Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna
–, si aggiunge la situazione del nuovo ospedale Pistoiese, la cui area, secondo
alcune segnalazioni giunte in questi giorni, potrebbe risultare priva di
copertura per i telefoni cellulari. Un fatto che, se da un lato può evitare di
creare problemi e interferenze con le strumentazioni presenti in corsia, dall’altro
potrebbe tagliare fuori dalle comunicazioni con i propri famigliari gli
accompagnatori dei pazienti nell’area esterna alla struttura. Una problematica
che, se verificata, chiediamo al più presto di risolvere».
[comunicato
più toscana]
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[Lunedì 5 agosto 2013 | 19:33 - © Quarrata/news]
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