di LUIGI SCARDIGLI
Rischia di essere sfrattata la piccola
grande scuola di musica e colori di Scornio
PISTOIA. Carlo Martinelli, il Presidente dell’Atelier arte sonora Terredaria, non è affatto contento. La
sua piccola grande scuola di musica e colori rischia di essere sfrattata. Ma la
cosa che più lo infastidisce è la sensazione di essere sente preso in giro. Dal
Comune, tanto per intenderci, da Lozzi, nel dettaglio, dirigente del Servizio
istruzione, che gli ha scritto una lettera mostrandosi dispiaciuto per il fatto
che il piano terra di Villa di Scornio, dove ha sede l’associazione e dove
Martinelli e affiliati producono musica da anni, soprattutto per i diversamente
abili, serva, improvvisamente e inderogabilmente, alla scuola di musica
Mabellini, che sta, attualmente, al piano di sopra.
«Ci hanno sempre detto che avrebbero difeso strenuamente il
nostro progetto artistico e sociale – racconta Carlo Martinelli –, tant’è che
nella lettera che Lozzi mi ha inviato c’è testualmente scritto mi pare superfluo soltanto accennare al
fatto che non esiste alcuna incertezza sulla situazione del rapporto tra questa
Amministrazione e l’Associazione Terredaria. Dubbi, invece, ce ne sono
molti. Ad iniziare dall’esclusione dell’Atelier effettuata da parte del Comune
dal progetto Pistoia ragazzi, ad
esempio, senza dimenticare come non più tardi del giugno scorso, il Sindaco in
persona si fosse preoccupato di assicurarci una rivalutazione della situazione
in virtù della lunga e proficua collaborazione tra i due soggetti e anche alla
luce della petizione popolare che ha raggiunto, nel giro di pochi giorni, quota
500 firme».
A titolo di cronaca è forse il caso di
ricordare che il piano terra di Villa di Scornio, dove ha sede l’Atelier, è
stato, fino a restauro effettuato proprio dai ragazzi dell’Associazione, un
ripostiglio, una stiva, una rimessa e che nelle more dell’uso gratuito del
contratto di affitto dell’immobile rimesso a nuovo e frequentabile fosse
specificato, da parte del Comune, l’offerta, in cambio, di attività sonore e
didattiche, rivolte soprattutto a soggetti con manifesti problemi di
socializzazione e integrazione.
«Si sono sempre preoccupati di dirci che si sarebbero
attivati nel cercare una sede alternativa al piano terra di Villa di Scornio –
aggiunge Martinelli –, ma ora. Prima di aver risolto il problema, ci dicono che
siamo improvvisamente diventati abusivi, morosi, dunque sfrattabili».
Le sedi alternative alle quali si fa
cenno non hanno bypassato il visto del Comune.
«È stato l’architetto Stefanelli, del Comune, a giudicare non
idonee le sedi che sono state ventilate come alternative alla nostra attuale e
che ci hanno proposto, non certo noi. Per non parlare delle necessità addotte
da don Pineschi, della Mabellini: in una delle proposte si parla della
indispensabile disponibilità dei nostri locali dal lunedì al venerdì a partire
dalle ore 20, dimenticando che a quell’ora, i corsi, sono tutti chiusi. E per
quali attività, poi? La danza. Il nostro Atelier non ha spazio, né
pavimentazione conforme per le lezioni di danza».
Carlo Martinelli e la sua Associazione
sono disposti a tutto; a combattere con ogni forza, principalmente, ma anche ad
andare via, anche a chiudere i battenti per sempre. A patto che il Comune se ne
assuma le responsabilità e soprattutto che non finga di dispiacersene.
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[Martedì 5 novembre 2013 | 17:33 - © Quarrata/news]
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