martedì 5 novembre 2013

TERREDARIA, UN ALTRO PASTICCIACCIO


di LUIGI SCARDIGLI

Rischia di essere sfrattata la piccola grande scuola di musica e colori di Scornio

PISTOIA. Carlo Martinelli, il Presidente dell’Atelier arte sonora Terredaria, non è affatto contento. La sua piccola grande scuola di musica e colori rischia di essere sfrattata. Ma la cosa che più lo infastidisce è la sensazione di essere sente preso in giro. Dal Comune, tanto per intenderci, da Lozzi, nel dettaglio, dirigente del Servizio istruzione, che gli ha scritto una lettera mostrandosi dispiaciuto per il fatto che il piano terra di Villa di Scornio, dove ha sede l’associazione e dove Martinelli e affiliati producono musica da anni, soprattutto per i diversamente abili, serva, improvvisamente e inderogabilmente, alla scuola di musica Mabellini, che sta, attualmente, al piano di sopra.

«Ci hanno sempre detto che avrebbero difeso strenuamente il nostro progetto artistico e sociale – racconta Carlo Martinelli –, tant’è che nella lettera che Lozzi mi ha inviato c’è testualmente scritto mi pare superfluo soltanto accennare al fatto che non esiste alcuna incertezza sulla situazione del rapporto tra questa Amministrazione e l’Associazione Terredaria. Dubbi, invece, ce ne sono molti. Ad iniziare dall’esclusione dell’Atelier effettuata da parte del Comune dal progetto Pistoia ragazzi, ad esempio, senza dimenticare come non più tardi del giugno scorso, il Sindaco in persona si fosse preoccupato di assicurarci una rivalutazione della situazione in virtù della lunga e proficua collaborazione tra i due soggetti e anche alla luce della petizione popolare che ha raggiunto, nel giro di pochi giorni, quota 500 firme».
A titolo di cronaca è forse il caso di ricordare che il piano terra di Villa di Scornio, dove ha sede l’Atelier, è stato, fino a restauro effettuato proprio dai ragazzi dell’Associazione, un ripostiglio, una stiva, una rimessa e che nelle more dell’uso gratuito del contratto di affitto dell’immobile rimesso a nuovo e frequentabile fosse specificato, da parte del Comune, l’offerta, in cambio, di attività sonore e didattiche, rivolte soprattutto a soggetti con manifesti problemi di socializzazione e integrazione.
«Si sono sempre preoccupati di dirci che si sarebbero attivati nel cercare una sede alternativa al piano terra di Villa di Scornio – aggiunge Martinelli –, ma ora. Prima di aver risolto il problema, ci dicono che siamo improvvisamente diventati abusivi, morosi, dunque sfrattabili».
Le sedi alternative alle quali si fa cenno non hanno bypassato il visto del Comune.
«È stato l’architetto Stefanelli, del Comune, a giudicare non idonee le sedi che sono state ventilate come alternative alla nostra attuale e che ci hanno proposto, non certo noi. Per non parlare delle necessità addotte da don Pineschi, della Mabellini: in una delle proposte si parla della indispensabile disponibilità dei nostri locali dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 20, dimenticando che a quell’ora, i corsi, sono tutti chiusi. E per quali attività, poi? La danza. Il nostro Atelier non ha spazio, né pavimentazione conforme per le lezioni di danza».
Carlo Martinelli e la sua Associazione sono disposti a tutto; a combattere con ogni forza, principalmente, ma anche ad andare via, anche a chiudere i battenti per sempre. A patto che il Comune se ne assuma le responsabilità e soprattutto che non finga di dispiacersene.

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[Martedì 5 novembre 2013 | 17:33 - © Quarrata/news]

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