di ALESSANDRO ROMITI
Durissime prove di selezione per l’assunzione
di nuovo personale
AGLIANA. Oggi parleremo di assunzioni all’interno della Misericordia
di Agliana. Ma prima dobbiamo fare una piccola premessa.
Al presidente Artioli e ai suoi più fidi
collaboratori piace giocare, in assoluto, il ruolo dei democratici. Lo hanno
dimostrato durante l’assemblea del 25 scorso, quella in cui ci hanno raccontato
che mandano i bilanci anche a Obama e che, pur non essendo tenuti a farlo in
quanto la Misericordia è una cosa privata, dopo anni e anni di
ripensamenti e maturazioni progressive, decisero di assegnare i lavori della nuova
sede solo dopo una bella gara d’appalto. Che volete di più? Loro si divertono
così.
Allo stesso stile i ‘dirigenti misericordiosi’
si sono attenuti quando hanno dovuto assumere nuovo personale. Hanno teoricamente
fatto un ‘avviso’ e poi anche una selezione – per
titoli e orali, sembra –, rigorosamente sempre dopo aver dato vita a una commissione
esaminatrice (mannaggia! Ma gli italiani soffrono del complesso del professore?
Si divertono a interrogare e a dare i voti! Sono tutti dei maestri mancati).
E ora veniamo al punto. La scorsa
estate è stato deciso di assumere personale nel ruolo di receptionist
per i nuovi ambulatori medici: ed è stata scelta una giovane che ci dicono non aglianese.
Se fosse vero, non vi sembra una stranezza dato che la Misericordia
è di Agliana? Forse in questo territorio non c’erano giovani disoccupati
abbastanza in gamba per saper prendere delle prenotazioni?
Con oltre un centinaio di volontari, la
Misericordia di Agliana – quella democratica che manda i bilanci a Obama e, forse, il
prossimo anno, perfino alla Merkel o alla Accademia Svedese che assegna i Nobel – avrebbe assunto da fuori e si parla addirittura di persona già in
forza a un Cup.
Ce lo spieghi Artioli, in nome della sua
trasparenza, come stanno esattamente le cose, tanto da distanza non c’è rischio che s’infetti, se ci scrive una mail: sarà stata l’esperienza acquisita sul campo ad aver fatto
preferire quella persona anziché un giovane disoccupato locale?
E i volontari? Sembra che i più non ne
sapessero niente o quasi: la cosa, insomma, era pubblica, ma non sembra ne
fosse stata fatta sufficiente pubblicità, neppure all’albo – se un albo c’è.
Solo in pochi sono riusciti a
presentare ‘a tuffo’ il proprio curriculum vitae per poi sottoporsi all’impegnativo
colloquio per l’assunzione dinanzi alla commissione accademica Artioli & C.
composta – oltre che dal mio padrino Antonio Morosi – da Artioli, da Vono e da Bruchi.
Le domande proposte ai candidati sono
state – sembra – davvero suggestive e
tendenti a fare emergere un’espressione culturale profonda e indiscutibile: «Come ti comporti se ti trovi nel mezzo di una manifestazione
di studenti che protestano?»; oppure: «Qual è per te la cosa più negativa della vita?».
Non a caso ho detto “commissione
accademica”, perché spessissimo, anche nelle Università dello Stato – quelle che
piacciono al Sig. Monti, per esempio – nei concorsi a cattedra non ci si
distacca da questi standard negli orali, anche se il posto è per neurochirurgo.
Non vorremmo dirvelo, amici della
Misericordia, ma non ve lo mandiamo a dire dietro: quello che vi stiamo
scrivendo qui, ce lo hanno raccontato i vostri stessi volontari, che cominciano
ad essere stufi di doversene stare sempre zitti come all’assemblea del 25
scorso.
Le loro lingue si stanno sciogliendo e quello
che vi diciamo è tutto ben documentato: ma da noi lo è con il vero rispetto
della privacy, non come quando, nelle questue, alla fine si scrivono i nomi
della gente sulle buste delle offerte…
P.S. – Per pura curiosità, anch’io sono
nato con la Misericordia. Lo vedete Morosi che mi ha fatto da padrino?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 30 gennaio 2013 | 16:50 - © Quarrata/news]
Sembra di capire che il padrino sig. Morosi, anche oggi, "regge la candela" e illumina il percorso.... o sbaglio?
RispondiEliminaMDB