giovedì 24 gennaio 2013

CYBERBULLISMO, MINORI IN RETE E SENZA RETE


di Renata Fabbri [*]

Presa di posizione di Aiart Pistoia dopo un triste caso di cronaca – Lunedì prossimo, 28 gennaio, Giornata europea della privacy

PISTOIA. Dopo la triste vicenda della quattordicenne pistoiese che si è ripresa con il telefonino in pose ammiccanti girando il filmato al “fidanzativo” che poi lo avrebbe condiviso con alcuni amici uno dei quali l’avrebbe poi postato su Facebook, cade davvero a pennello la “giornata europea” di lunedì prossimo, 28 gennaio, per sensibilizzare i giovani sul valore della protezione dei dati e sulla cultura del rispetto davanti all’uso del web.

Nella vicenda della bambina pistoiese, molti gli aspetti su cui sono in primo luogo gli adulti a dover riflettere: famiglia e scuola, ma anche comunità sociali di ogni genere (iniziando proprio dalle parrocchie) devono avvertire l’urlo di debolezza che proviene da tanti giovani, cosiddetti nativi digitali, troppo spesso lasciati soli e abbandonati alle loro fragilità davanti all’enorme potere dei nuovi media.
Mentre tanta attenzione, negli ultimi anni, viene data alla tutela della privacy personale, quanta consapevolezza c’è fra i giovani – spesso ragazzi, spesso bambini – sul fatto che mettersi a nudo su FB è come mostrarsi senza veli a una finestra che dà su una piazza affollata? Ragazzi in rete, ma anche troppo spesso, purtroppo, ragazzi senza rete.
Educare a un uso consapevole dei nuovi media è anche insegnare ai nostri figli come abitare gli spazi virtuali che abitualmente frequentano: in quella piazza collettiva si comunica al mondo il proprio stato d’animo, le inquietudini, le rabbie, i piaceri, lo sconforto e le aspettative, gli amori.
In quella pubblica piazza, carpiti da un vortice di protagonismo, spesso capita di smarrirsi e ritrovarsi poi annientati. Tutto ciò che si scrive, in quelle piazze pubbliche, non sarà mai dimenticato e qualcuno venderà i nostri profili, le nostre abitudini, i nostri gusti, le nostre opinioni su un mercato nel quale tutto ciò ha un prezzo, anche monetario, enorme. Ma i giovani, tutto questo, spesso lo ignorano così come lo ignoriamo anche noi adulti.
Un insulto, una offesa, un epiteto, una maldicenza in rete non è solo virtuale ma diventa reale. Molto reale. Ferisce e può, come già tragicamente successo, arrivare fino ad uccidere.
Davanti al potere dei media, vecchi e nuovi, non è consentito ritrarsi né impaurirsi; non è possibile far finta di nulla né auspicare ritorni a chissà quali epoche di chissà quale oro. È anche con questi poteri, oggi, che dobbiamo fare i conti cercando di valorizzarli per quanto di positivo essi possono dare e di contrastarli in aspetti certo più negativi. Per fare questo, per essere adulti davanti al web, è comunque necessario conoscerlo e aumentare i livelli di consapevolezza.
Ecco perché un’associazione come Aiart può essere d’aiuto: in famiglia, nelle scuole e, perché no, anche nelle parrocchie e nei circoli.

[*] – responsabile per Pistoia di Aiart (associazione spettatori, onlus)

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[Giovedì 24 gennaio 2013 | 22:40 - © Quarrata/news]

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