di Renata
Fabbri [*]
Presa di posizione di Aiart
Pistoia dopo un triste caso di cronaca – Lunedì prossimo, 28 gennaio, Giornata
europea della privacy
PISTOIA. Dopo la triste vicenda
della quattordicenne pistoiese che si è ripresa con il telefonino in pose
ammiccanti girando il filmato al “fidanzativo” che poi lo avrebbe
condiviso con alcuni amici uno dei quali l’avrebbe poi postato su Facebook,
cade davvero a pennello la “giornata europea” di lunedì prossimo, 28 gennaio,
per sensibilizzare i giovani sul valore della protezione dei dati e sulla
cultura del rispetto davanti all’uso del web.
Nella vicenda della
bambina pistoiese, molti gli aspetti su cui sono in primo luogo gli adulti a
dover riflettere: famiglia e scuola, ma anche comunità sociali di ogni genere
(iniziando proprio dalle parrocchie) devono avvertire l’urlo di debolezza che
proviene da tanti giovani, cosiddetti nativi digitali, troppo spesso lasciati
soli e abbandonati alle loro fragilità davanti all’enorme potere dei nuovi
media.
Mentre tanta attenzione,
negli ultimi anni, viene data alla tutela della privacy personale, quanta consapevolezza
c’è fra i giovani – spesso ragazzi, spesso bambini – sul fatto che mettersi a
nudo su FB è come mostrarsi senza veli a una finestra che dà su una piazza
affollata? Ragazzi in rete, ma anche troppo spesso, purtroppo, ragazzi senza
rete.
Educare a un uso
consapevole dei nuovi media è anche insegnare ai nostri figli come abitare gli
spazi virtuali che abitualmente frequentano: in quella piazza collettiva si
comunica al mondo il proprio stato d’animo, le inquietudini, le rabbie, i
piaceri, lo sconforto e le aspettative, gli amori.
In quella pubblica
piazza, carpiti da un vortice di protagonismo, spesso capita di smarrirsi e
ritrovarsi poi annientati. Tutto ciò che si scrive, in quelle piazze pubbliche,
non sarà mai dimenticato e qualcuno venderà i nostri profili, le nostre
abitudini, i nostri gusti, le nostre opinioni su un mercato nel quale tutto ciò
ha un prezzo, anche monetario, enorme. Ma i giovani, tutto questo, spesso lo
ignorano così come lo ignoriamo anche noi adulti.
Un insulto, una offesa,
un epiteto, una maldicenza in rete non è solo virtuale ma diventa reale. Molto
reale. Ferisce e può, come già tragicamente successo, arrivare fino ad
uccidere.
Davanti al potere dei
media, vecchi e nuovi, non è consentito ritrarsi né impaurirsi; non è possibile
far finta di nulla né auspicare ritorni a chissà quali epoche di chissà quale
oro. È anche con questi poteri, oggi, che dobbiamo fare i conti cercando di
valorizzarli per quanto di positivo essi possono dare e di contrastarli in
aspetti certo più negativi. Per fare questo, per essere adulti davanti al web,
è comunque necessario conoscerlo e aumentare i livelli di consapevolezza.
Ecco perché un’associazione
come Aiart può essere d’aiuto: in famiglia, nelle scuole e, perché no, anche
nelle parrocchie e nei circoli.
[*] – responsabile per
Pistoia di Aiart (associazione spettatori, onlus)
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 24 gennaio 2013 | 22:40 - © Quarrata/news]
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