di Fabrizio Geri [*]
Lettera aperta di un ex-Consigliere
comunale – La Fondazione Caripit e lo spreco del denaro pubblico per il
maxi-Santuario
PISTOIA. All’incirca un paio di anni
fa avevo sollevato il problema in Consiglio Comunale, ma da allora niente è
stato fatto. Mi riferisco al parcheggio di superficie di Valdibrana, quella
spianata incompiuta, che ricorda vagamente gli scenari dei paesi balcanici dopo
la guerra e che doveva essere invece un servizio per i cittadini.
Non so cosa si aspetti a
completare i lavori, che avrebbero comunque un importo limitato e per i quali
la giunta comunale avrebbe il dovere, anche in linea con il dichiarato impegno
a favore della qualità urbana e delle piccole opere, di garantire una
conclusione.
Mi chiedo poi come sia
possibile, visto che l’ iniziativa del parcheggio viene dalla parrocchia, e
quindi dalla Diocesi in ultima istanza, che il Vescovo di Pistoia si ostini ad
inseguire un improbabile parcheggio sotterraneo di tre piani in San Bartolomeo
quando ancora in 5 anni non è stato ultimato quello a raso di Valdibrana.
A tale proposito sarebbe
utile sapere se lo stesso Vescovo sia ancora disposto a fare quanto proclamato
nelle sue omelie natalizie in tema di “modo diverso di rapportarmi alle cose,
ai beni, ai consumi” e soprattutto di “senso del dovere come imperativo etico e
profondo”: sarebbe infatti questa l’occasione buona di mostrare l’indiscussa
coerenza, portando cioè a compimento l’impegno nei confronti della comunità di
Valdibrana.
Del resto lo stesso
rappresentante della Diocesi aveva incentrato alcune prediche sul “modello di
sviluppo “ da cambiare e sulla pericolosità deleteria della “finanziarizzazione
dell’economia”: presti allora attenzione alle esigenze concrete e abbandoni le
operazioni di project financing nell’antico orto San Bartolomeo, peraltro
difeso per secoli dai religiosi in quanto simbolo culturale, come scritto
pubblicamente da persone del mondo ecclesiastico.
Inoltre qui a Valdibrana
conserviamo ancora gli effetti di quel modello fallimentare che ha portato a
sventrare una collina per avviare la cantierazione di un maxi santuario,
rimasto ovviamente uno scheletrico ecomostro di marmi e travi.
Mi risulta addirittura che
anche la Fondazione Cassa di Risparmio avesse partecipato in questa operazione
di totale spreco e spregio di denaro pubblico: la costruzione di santuari non
compare negli obiettivi statutari delle fondazioni, che dovrebbero essere
invece attive su altri settori sociali.
In questo attuale periodo di
crisi infine, rimane l’amarezza di vedere come la mala gestione del denaro di
ieri avrebbe potuto generare utilità vere per presente. Quando mancano le
risorse, in altre parole, è fondamentale individuare bene le priorità di
destinazione e l’auspicio è che finalmente gli abitanti di queste colline
lambite dalla Brana possano avere ciò che serve realmente e non può più essere
procrastinato.
[*] – ex consigliere
comunale
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 21 gennaio 2013 | 15:41 - © Quarrata/news]
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