di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Chiunque ami cinema e teatro con equa passione, Rain man l’ha visto. Ed è giusto così,
perché quella pellicola diretta, nel 1988, da Barry Levinson – anche se al
posto di Steven Spielberg – è, oggettivamente, un saggio di recitazione, con un
Dustin Hoffman nei panni dell’autistico Raymond Babbit semplicemente
monumentale.
Anche il cast teatrale diretto da
Saverio Marconi, che ha lavorato sull’adattamento di Dan Gordon, e che proporrà
questo monumento hollywoodiano agli spettatori del Manzoni il prossimo fine
settimana, è oliato e rodato alla perfezione: dunque, nessun rischio. Sono
tutti così convinti che al successo oceanico riscosso dal film corrisponda, in
scala provinciale, un’ovazione pistoiese degna di tal prologo, che sabato, nel
rituale incontro con i fans più agguerriti previsto per le 17:30 con alcuni dei
protagonisti del palcoscenico, nel saloncino del Manzoni, ci sarà anche Galileo
Guidi, membro del Coordinamento regionale associazioni familiari utenti del
disagio mentale che, invitato da Oltre l’orizzonte
di Pistoia, ne approfitterà per fare il punto su una delle situazioni più
delicate dei diversamente abili: la loro diversità, che si riflette,
paurosamente, sulla nostra uniformità, fino a renderla diversa.
Lo spettacolo, comunque, merita, al di
là di ogni ragionevole risvolto sociale, di essere visto perché sul palco, nei
panni dei fratelli Babbit, ci saranno Luca Lazzareschi e Luca Bastianello,
attorno ai quali graviteranno Valeria Monetti, Gian Paolo Valentini, Irene
Valota e Beppe Chierici; la regìa associata è firmata da Gabriela Eleonori; le
scene sono di Gabriele Moreschi, i costumi di Carla Accoramboni, il disegno e
le luci di Valerio Tiberi.
Due tempi, con un intervallo, per una
durata complessiva che si aggirerà attorno alle due ore e quindici minuti.
Buon divertimento – anzi, buona riflessione.
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[Mercoledì 30 gennaio 2013 | 08:32 - © Quarrata/news]
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