giovedì 31 gennaio 2013

OGNUNO HA I SUOI EROI


PISTOIA. Così. Tanto per alleggerire il carico delle cose che non vanno né punto né poco in questa definita – e definibile – ‘città del silenzio’.
Divertiamoci un po’ con una parodia d’autore – che a sua volta è pur sempre un capolavoro.
Con tutti i guai d’Italia, a Siena spetta una bella pioggia aulica sulle cime del Monte.
A Pistoia, mutatis mutandis, una povera pioggia sul cappello.

Che non basta a parare quel sommerso di reticenze che domina in questa piccola terra marginale di provincia…
Q/n


LA PIOGGIA NEL PINETO


LA PIOGGIA SUL CAPPELLO


Taci. Su le soglie
 del bosco non odo
 parole che dici
 umane; ma odo
 parole più nuove
 che parlano gocciole e foglie
 lontane.
 Ascolta. Piove
 dalle nuvole sparse.
 Piove su le tamerici
 salmastre ed arse,
 piove sui pini
 scagliosi ed irti,
 piove sui mirti
 divini,
 su le ginestre fulgenti
 di fiori accolti,
 sui ginestri folti
 di coccole aulenti,
 piove sui nostri volti
 silvani,
 piove sulle nostre mani
 ignude,
 sui nostri vestimenti
 leggieri,
 su i freschi pensieri
 che l’anima schiude
 novella,
 su la favola bella
 che ieri
 l’illuse, che oggi m’illude,
 o Ermione

 Odi? La pioggia cade
 su la solitaria
 verdura
 con un crepitio che dura
 e varia nell’aria
 secondo le fronde
 più rade, men rade.
 Ascolta. Risponde
 al pianto il canto
 delle cicale
 che il pianto australe
 non impaura,
 nè il ciel cinerino.
 E il pino
 ha un suono, e il mirto
 altro suono, e il ginepro
 altro ancora, stromenti
 diversi
 sotto innumerevoli dita.
 E immersi
 noi siam nello spirto
 silvestre,
 d’arborea vita viventi;
 e il tuo volto ebro
 è molle di pioggia
 come un foglia,
 e le tue chiome
 auliscono come
 le chiare ginestre,
 o creatura terrestre
 che hai nome
 Ermione.

 Ascolta, ascolta. L’accordo
 delle aeree cicale
 a poco a poco
 più sordo
 si fa sotto il pianto
 che cresce;
 ma un canto vi si mesce
 più roco
 che di laggiù sale,
 dall’umida ombra remota.
 più sordo e più fioco
 s’allenta, si spegne.
 Sola una nota
 ancora trema, si spegne,
 risorge, treme, si spegne.
 Non s’ode voce del mare.
 Or s’ode su tutta la fronda
 crosciare
 l’argentea pioggia
 che monda,
 il croscio che varia
 secondo la fronda
 più folta, men folta.
 Ascolta.
 La figlia dell’aria
 è muta; ma la figlia
 del limo lontane,
 la rana,
 canta nell’ombra più fonda,
 chi sa dove, chi sa dove!
 E piove su le tue ciglia,
 Ermione.

 Piove su le tue ciglia nere
 sì che par tu pianga
 ma di piacere; non bianca
 ma quasi fatta virente,
 par da scorza tu esca.
 E tutta la vita è in noi fresca
 aulente,
 il cuor nel petto è come pesca
 intatta,
 tra le palpebre gli occhi
 son come polle tra l’erbe,
 i denti negli alveoli
 son come mandorle acerbe.
 E andiam di fratta in fratta,
 or congiunti or disciolti
 (e il verde vigor rude
 ci allaccia i malleoli
 c’intrica i ginocchi)
 chi sa dove, chi sa dove!

 E piove su i nostri volti
 silvani,
 piove sulle nostre mani
 ignude,
 sui nostri vestimenti
 leggieri,
 su i freschi pensieri
 che l’anima schiude
 novella,
 su la favola bella
 che ieri
 m’illuse, che oggi t’illude,
 o Ermione.


Silenzio. Il cielo
 è diventato una nube,
 vedo oscurarsi le tube
 non vedo l’ombrello,
 ma odo sul mio cappello
 di paglia,
 da venti dracme e cinquanta
 la gocciola che si schianta,
 come una bolla,
 tra il nastro e la colla.
 Per Giove, piove
 sicuramente,
 piove sulle matrone
 vestite di niente,
 piove sui bambini
 recalcitranti,
 piove sui mezzi guanti
 turchini,
 piove sulle giunoni,
 sulle veneri a passeggio,
 piove sovra i catoni,
 e, quello ch’è peggio,
 piove sul tuo cappello
 leggiadro,
 che ieri ho pagato,
 che oggi si guasta;
 piove, governo ladro!….

 L’odi tu? Non è di passaggio
 come l’acqua
 di maggio,
 che sciacqua la terra e la monda.
 Sgronda terribilmente;
 si sente il blasfemo
 di un polifèmo ambulante,
 si veggono ninfe e atalante
 fuggire in un angiporto;
 Plutone più vivo che morto
 si pone una nivea pezzuola
 sul feltro che cola;
 Dïana s’accorcia la tunica
 fin quasi all’altezza del femore,
 e Dedalo immemore e Marte
 con toga a due petti e speroni
 s’impalano ai muri con arte
 per evitare i doccioni.
 Cibele fa segno all’auriga
 che incurva il soffietto alla biga,
 e monta sul cocchio
 mentre la furia di Eolo
 le palpa il malleolo
 le morde il polpaccio,
 si sfibia
 d’intorno allo stinco e alla tibia.

 Bagnati dal coccige al collo,
 dal naso al tallone d’Achille,
 fradici fino al midollo,
 cugini alle anguille,
 nubili d’ombrello,
 col solo cappello,
 sentiamo che l’essere anfibî
 sarebbe un superbo destino,
 te biscia,
 io girino,
 e liscia la piova del giorno
 ci colerebbe d’attorno,
 non come a Issïone
 che fece la ruota a Giunone,
 ma pari al Tritone
 cui Teti concesse
 - regalo di nume -
 di potersi fare
 un ampio palamidone
 di schiume di mare.

 E piove sempre,
 sul càmice mio,
 sul peplo tuo
 colore oramai dell’oblio,
 piove sul croceo e l’eburno
 del tuo moccichino di seta,
 piove sul cromo del mio coturno
 che s’impatacca di creta,
 piove sopra il cinabro
 che t’impomidaura il labro,
 piove sui tremuli tocchi
 che t’anneriscono gli occhi,
 e andiamo d’androne
 in androne,
 con facce di mascherone,
 squadrandoci obliquamente
 se qualche pozza lucente
 ci specchia e ci invecchia
 per farci morir di furore,
 Narcisi
 dai visi colore
 di colla di paglia,
 di succo di nastro,
 d’impiastro di minio,
 di guazzo assassino
 di cipria e di cartoncino.

 E piove a dirotto
 da tutte le nubi,
 piove dai tubi
 sfasciati
 dell’acquedotto
 del cielo,
 piove sui cani spelati,
 piove sul melo e sul tiglio,
 piove sul padre e sul figlio,
 piove sui putti lattanti
 sui sandali rutilanti,
 su Pègaso bolso,
 su l’orïolo da polso,
 piove sul tuo vestitino
 che m’è costato un tesauro,
 piove sulla salvia e sul lauro
 sull’erbetta e sul rosmarino,
 piove sulle vergini schive,
 piove su Pàsife e Bacco,
 piove persin sulle pive
 nel sacco.
 E piove soprattutto
 sul tuo cappello distrutto
 mutato in setaccio,
 che ieri ho pagato
 che adesso è uno straccio,
 o Ermïone
 che scordi a casa l’ombrello
 nei giorni di mezza stagione.


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[Giovedì 31 gennaio 2013 | 11:17 - © Quarrata/news]

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