di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Avvertimento in stile crimine organizzato? Vandalismo? Non
so, questo lo decideranno gli inquirenti che hanno già fatto il sopralluogo,
nella prima mattinata, al Bar Giulia, di Sant’Agostino, dove nella notte di
ieri, qualcuno ha deciso, di propria sponte, di spaccare una delle due vetrine
con una pietra, rinvenuta all’interno del locale.
I titolari, stamani, alle prime luci
dell’alba, alla riapertura, dopo aver tristemente constatato l’accaduto ed aver
chiamato le forze dell’ordine – alle quali hanno assicurato di non aver
ricevuto minacce –, hanno iniziato, come al solito, la giornata lavorativa,
distribuendo caffè, cappuccini e cornetti ai numerosi e affezionati clienti e,
per stemperare la rabbia, facendo addirittura del sarcasmo su quello che hanno
subito: «Se i caffè non sono graditi, ditecelo, eh, ve lo rifacciamo!».
Ma con tutto quel che succede in giro
ti stai a preoccupare di una vetrina mandata in mille pezzi?
Sì, è proprio per quel che succede in
giro che occorre, necessariamente, iniziare a preoccuparci anche di una vetrina
mandata in mille pezzi. E i protagonisti di quest’opera delinquenziale,
qualsiasi sia la natura che li ha spinti a compiere il gesto, sarebbe
necessario, qualora presi, condannarli a risarcire il danno, ma non processi
più o meno direttissimi per stabilire il tempo del loro domicilio coatto, ma
con la reale ristrutturazione della vetrina infranta: prendere le misure della
porta d’ingresso, andare dal vetraio per prenotare ed acquistare la parte da
sostituire e poi mettersi all’opera, durante le ore di esercizio del bar, con
un cartello affisso che specifichi che quelli che stanno sostituendo la vetrina
sono quelli che l’hanno distrutta.
Peccato che in questo Paese, però,
forse sarebbe vietato per… motivi di privacy.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Martedì 22 gennaio 2013 | 09:04 - © Quarrata/news]
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