di LORENZO CRISTOFANI
PISTOIA. Completamente gremita
la nobile sala Gatteschi della biblioteca Forteguerriana, questo pomeriggio, alla
presentazione di un lavoro, “Segni come parole scritte, paesaggi urbani”, di
analisi e riflessione progettuale su piazza dello Spirito Santo.
L’iniziativa
nasce e si colloca in quella sorta di urban
new deal avviato in città con la pedonalizzazione di alcune piazze del
centro e che proseguirà appunto con la liberazione dalle auto di piazza del mercato delle scarpe, attualmente
utilizzata come parcheggio per i residenti.
In
attesa di una sistemazione alternativa sostenibile per le auto, un inedito
quartetto, di professionisti dell’architettura e dell’arte, formato da Filippo
Basetti, Alessandro Andreini, Andrea Dami e Roberto Agnoletti, con la
collaborazione dell’associazione “Amici della Forteguerriana” ha elaborato e
proposto alcune chiavi di interpretazione e riconfigurazione della piazza in
questione.
In
effetti la moderna società del progresso ha in parte dimenticato la funzione
storica e sociale delle piazze, luoghi delle relazione più svariate, dal
commercio alla socializzazione, finendo, nel migliore dei casi per farne dei
contenitori, seppur necessari di automobili.
Eppure
nelle piazze c’è l’architettura, la storia, la politica, gli scontri del passato
e infine il tempo presente: tutti elementi inscindibili dall’individuo e dalla
comunità.
Il valore degli spazi
vuoti è dato dal vuoto che dà la forma. Particolare il contributo di Filippo Basetti per
la provocatoria idea di scavare per un metro e ottanta piazza dello Spirito
Santo riempiendola di auto coperte da una pavimentazione in vetro, simile in
tutto e per tutto al “passare sul passato” degli scavi archeologici. Forse
questa ipotesi potrebbe anche andare oltre la provocazione e meriterebbe – perché
no? – di essere valutata ed
esplorata fino in fondo.
Il
materiale e le immagini della giornata sono anche domani in esposizione alla pia casa della sapienza di Niccolò
Forteguerri. Consultabili anche sul catalogo della giornata, edito da
Settegiorni Editore.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 24 gennaio 2013 | 21:13 - © Quarrata/news]
Le proposte non le ho viste ma a priori spero che questa volta si pensi, prima di "pedonalizzare ad oltranza", a dove mettere le auto che i residenti hanno pur il diritto di parcheggiare da qualche parte. Il timore è forte, vista la tendenza di questa Amministrazione Comunale di mettere il carro dell'ideale della città pedonale davanti ai buoi dei diritti dei cittadini, in difesa dei quali compie scelte (ne sono sicuro in buona fede), per usare un eufemismo, impopolari.
RispondiEliminaLe piazze sono nate in epoca storica per ben altri usi, rispetto a quello di mero spazio di sosta per le auto, ma la città è cambiata, le carrozze son scomparse e sono ploriferate le auto.
Potrei dire che la colpa della metamorfosi è il sistema pubblico (parcheggi scambiatori mal serviti, trasporti pubblici sempre più cari e sempre peggiori, regolamenti urbanistici poco lungimiranti o inapplicati etc.) ma sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Nel centro storico questo problema si amplifica (ma fuori non si sta molto meglio), perchè è nato prima della "meccanizzazione di massa del trasporto" tuttavia non si può risolvere il problema ignorandolo, così si sposta solo il baricentro del malessere e si fomentano i malumori. "In attesa di una sistemazione alternativa sostenibile per le auto" sembra un periodo inserito come per noioso adempimento nel corpo dell'articolo, purtroppo dovrebbe essere premessa e condizione imprescindibile per rendere concreto qualsiasi volo pindarico sul destino della piazza in oggetto. Scrivo questo, ripeto, senza aver visto i progetti, perchè se fossi un qualsiasi cittadino vorrei vedere prima un piano concreto della ridistribuzione dei posti auto sacrificati (sorvoliamo su quelli per accogliere eventuali visitatori o turisti) per poi considerare la allettante e giusta idea di rendere le piazze ai cittadini, come spazio di aggregazione e ricreazione.
Non mi sembra un discorso difficile, ma a certi livelli mi sembra rimanga ancora incomprensibile.
Caro amico, non sono progetti, sono visioni per innescare un ragionamento e son contento che ci si riesca anche senza vedere i nostri (di)segni.
RispondiEliminaBene, l'importante è che se ne parli, ci si confronti si segua un ordine logico delle cose, perchè fino ad oggi a Pistoia non sempre questo è stato rispettato (ed ultimamente la gente ha iniziato ad accorgersene). Io sono pistoiese, qui sono nato e cresciuto e conosco i problemi di Pistoia da cittadino, prima che da architetto. Ho visto le officine San Giorgio essere demolite insieme ai ricordi che mio nonno aveva reso vivi nella mia mente, ho visto nascere e vivo in quel quartiere alieno (in altri tempi si sarebbe detto ghetto) che è le Fornaci, ho subito sulla mia pelle l'assurdità di una città dove un Regolamento Urbanistico, fatto male, ora penso si possa dire, non è mai stato approvato costringendoci nella gabbia della salvaguardia e ora si pensa di approvarlo solo perchè sennò decade, e vedo tutti i giorni il centro che muore, sempre più vuoto, sempre più una teoria di bandoni abbassati con un'Amministrazione Comunale che prende decisioni contrarie alla logica, ma non perchè sbagliate nella teoria, ma perchè attuate con uno schema opposto a quello che "la diligenza del buon padre di famiglia" vorrebbe. Continuate così, fornite idee, stimolate la discussione, una volta si parlava di partecipazione qualcuno se la ricorda ancora ? Partecipazione è anche informazione, oggi si pensa che sia un modo per allungare ancora di più i tempi tecnici, io penso che sia un modo di attuare un sano confronto per rendere più ciomprensibili, mettendo sulla bilancia i pro ed i contro le implicazioni di una scelta amministrativa.
RispondiEliminaAbbiamo lo stesso percorso e le stesse latitudini e longitudini, quello che ti manca però rispetto a me è la responsabilità. Togli quell'Arkreativo e metti il tuo nome, altrimenti fai come l'Amministrazione Comunale che non tolleri, ti nascondi in una cosa non definita e senza un vero responsabile delle cose che fa e che dice. Te lo dice uno che le sue opere e le cose che dice e che fa le firma.
RispondiEliminaNessun problema Tesi Stefano Architetto e sul blog corrispondente c'è pure la mia faccia, ed altre critiche a questa amministrazione o a quella precedente o a quella precedente, fino a n volte ...... probabilmente sbaglio in quel che dico ma sono stanco di continuare a lasciar correre, mi piace pensare che in democrazia sia lecito esprimere la propria opinione, senza offendere, e magari essere ascoltati. Spero proprio che i fatti mi smentiscano, per me e per tutti i pistoiesi. Detto questo ti saluto Filippo, possiamo darci del tu credo, penso che siamo entrambi dalla stessa parte della barricata, quella che vorrebbe vedere nel domani, crisi economica permettendo, una città più vivibile ed umana. Magari iniziando dalla "nostra" città.
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