giovedì 11 aprile 2013

E L’INCENERITORE BRUCIA SU UNA DISCARICA DI CENERI

di ALESSANDRO ROMITI
  
Tutto il piazzale dell’impianto di via Tobagi coprirebbe rifiuti tossici e pericolosi che inquinerebbero la falda acquifera per il continuo dilavamento delle piogge

MONTALE-PIANA. La recente iniziativa di consultazione referendaria sulle sorti dell’impianto del Cis – sembra essere davvero utile a imprimere un’inattesa accelerazione alla sua fine – ha scosso la coscienza di alcuni cittadini, evidentemente già indignati.
Qualcuno di loro disponeva d’inquietanti immagini e, finalmente, ha deciso di celebrare un’autentica ‘Pasqua di resurrezione’, consegnandole al nostro blog per la loro pubblica divulgazione.
È inutile dire che non abbiamo chiamato Maurizio Cappocci, Gabriele Marchiani o Alfredo Perruccio (responsabili della direzione tecnica del Cis) per sapere se tali immagini sono da loro riconosciute come certamente riconducibili all’impianto; e precisiamo sùbito che le ceneri visibili, sepolte sotto la massicciata dei piazzali – ed emerse durante degli scavi relativi all’ampliamento dell’impianto d’incenerimento svolto circa 6 anni fa – sono certamente classificabili come rifiuti “tossici-nocivi”.

Qualcuno ci assicura che non sono state mai effettuate analisi chimiche sulla loro natura, anche considerando il “basso profilo” da sempre mantenuto sulle strane vicende dell’impianto di via Tobagi. Ma non temiamo di essere contraddetti o smentiti: sono rifiuti della peggior specie, contenenti sostanze venefiche e che in questi lustri sono andate diluite dalle acque piovane e disperse nelle falde sotterranee con chissà quali effetti per l’ambiente e per la salute della popolazione della Piana.
Mentre denunciamo di nuovo un ennesimo esempio di come il potere politico e pubblico tutelano la salute dei cittadini, è il caso di ricordare che le amministrazioni dei Comuni rivolgono appelli costanti alla cittadinanza affinché denuncino coloro che producono delle discariche abusive di rifiuti, anche se non tossici: ma ecco che la discarica abusiva e pericolosa viene fuori e fa capolino proprio lì, nel posto più impenetrabile ai controlli, perché sotto il culo dei controllori, in casa del Cis.
Tibo e Cappocci si sono già presi una condanna dal Tribunale di Pistoia per altri reati di inquinamento dell’intera piana. Insomma sembra confermarsi la più inquietante verità: i vertici del Cis degli ultimi vent’anni non sembrano avere avuto molti riguardi per l’ambiente e la salute della cittadinanza. E c’è qualcuno che può dire che non è vero?
Le immagini che pubblichiamo devono essere illustrate: l’addetto che sparge la polvere bianca sullo scavo nero (si tratta di comunissimo gesso idraulico) è stato incaricato d’urgenza dalla direzione tecnica dell’impianto, per un’esigenza meramente “teatrale” di camuffamento e senza alcuna utilità pratica.
La scena richiama quelle di certe riesumazioni di cadaveri nelle fosse comuni della guerra dei Balcani, allorquando nel disseppellimento, i cadaveri venivano cosparsi con “calce spenta”.
Questa volta la polvere bianca è solo utile a infarinare la scena per coprire il colore scuro del terreno che non avrebbe alcuna possibilità di giustificazione, non essendo – questa dell’inceneritore di Montale – una zona vulcanica sottovesuviana, con terreno tipicamente nero.
Nei giorni immediatamente successivi all’infarinatura sarebbe giunto presso l’impianto – ci hanno detto – un team di tecnici dell’Arpat per effettuare le rilevazioni sulla torre dei camini e perciò avrebbero potuto riconoscere l’insolita colorazione della terra e considerarla un’anomalia sospetta, tanto da porre delle domande “imbarazzati” o inviare delle “scomode” segnalazioni alla direzione di Claudio Coppi.
Strano che, nell’ipotizzato sopralluogo, gli stessi tecnici non abbiano chiesto il perché di tale suggestiva infarinatura (siamo in giugno e la farina non è stata sparsa sul presepe degli uffici del Cis…) su uno scavo del piazzale avviato dall’impresa appaltatrice dell’ampliamento.
Se infatti era insolito che il terreno fosse nero, non di meno lo era il fatto che fosse bianco!
Chi ha scattato le immagini, ha intuito che c’era qualcosa d’inusuale nella presenza di tante ceneri di sicuro non previste quale terreno di riporto per la costruzione di una banchina di fondazione destinata a un piazzale.
alcune confidenze ci suggeriscono che il Cis avrebbe, peraltro, beneficiato di un sostanzioso finanziamento a “fondo perduto” dall’Unione Europea per la bonifica dell’area su cui sorge l’inceneritore.
Dunque inevitabilmente viene da chiedersi:
Che ne è degli effetti del dilavamento delle ceneri “tossiche-nocive” sulle falde acquifere?
Come mai, stando alle immagini, non sembra che la bonifica del sito sia stata effettuata?
Che ne è stato – se c’è stato – del finanziamento ottenuto dall’Unione Europea?
Queste sì, che sono domande necessarie e urgenti.
E, a tal proposito, che ne pensa il Presidente del Cis, Edoardo Franceschi?

 








Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 11 aprile 2013 | 10:40 - © Quarrata/news]

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