Ed ecco una sintesi della conferenza
estrapolata per punti dal nostro collaboratore Flavio Ceccarelli.
• • •
Ha fatto l’introduzione e un
lungo intervento Gessica Beneforti.
• Premessa: il taglio alla Sanità
Toscana per il 2013 è di 477 milioni di €. I costi del personale devono
diminuire dell’ 1,4% rispetto a quelli del 2004.
• La riorganizzazione del sistema
sanitario regionale è contemplata nella legge regionale 81 e nella 1235 del dicembre
2012.
• Poteva essere in effetti una
riorganizzazione dell’intera rete sanitaria provinciale, l’hanno chiamata
riorganizzazione: ma di fatto ci troviamo di fronte a significativi tagli.
• La riqualificazione richiedeva
un percorso diverso, si è persa un’occasione: questi sono solo tagli.
• È mancato il percorso
partecipativo ad ogni livello.
• È un percorso, quello attuato,
che la Regione impone per l’abbattimento dei costi, ma il progetto doveva
partire dalle esigenze del territorio.
• Dobbiamo riportare il territorio
al centro della discussione.
• La CGIL chiede la fissazione di
una data per una conferenza con i Sindaci, per rivalutare la riorganizzazione
di Area Vasta. Il dibattito deve essere portato avanti anche con tutte le altre
organizzazioni, soprattutto con quelle del volontariato.
• Sono mancati il dibattito e le
informazioni ai cittadini, mentre la riorganizzazione è già stata avviata.
Questa riorganizzazione ha tenuto conto solo dell’efficienza e della efficacia ignorando
completamente gli utenti e i cittadini.
• Una delle priorità è il
sistema-emergenza e purtroppo anche questo non è partito tenendo conto delle
esigenze del territorio, ma solo su basi di economicità.
• Per quanto riguarda la
rete ospedaliera del territorio, la Cgil non ha condiviso la
riorganizzazione dell’Ospedale Pacini che è meglio chiamare stabilimento
ospedaliero.
• La Cgil non ha condiviso
neppure le iniziative ipotizzate negli ultimi 2 anni, quando si valutava di
chiudere e spostare la chirurgia elettiva da San Marcello verso una clinica
privata, individuata in un primo momento nel Centro Chirurgico San Paolo
di Bonelle; e al tempo stesso la Cgil non condivide neppure quanto riportato
ieri dalla Nazione di un possibile trasferimento di questa attività al Centro
Turati. Questo non significa maggior risposta al territorio per la chirurgia
elettiva, ma solo trasferire dei costi in strutture diverse, forse meno
efficienti e depotenzianti e a servizio, in caso di necessità, di altre
attività interne ospedaliere compreso il pronto soccorso.
• Per l’ospedale di San Marcello,
il personale infermieristico è stato in parte trasferito alle attività sul
territorio, in parte a Pistoia: è un progetto nuovo e innovativo, in sostanza “sperimentale”.
Deve essere attentamente monitorato e sorvegliato.
• È un progetto non definitivo e
in parte sperimentale sul territorio, anche se la riorganizzazione e la
diminuzione dei posti letto del Pacini non darà più la possibilità, come
ipotizzata da qualcuno, di nuove riorganizzazioni e aggiunte di attività nel
futuro.
• Bisogna che la riorganizzazione
venga monitorizzata, anche se non è facile sia nella tempistica che nella vera
attuazione del progetto.
NUOVO OSPEDALE DI PISTOIA
• Nasce e viene concepito in modo
diverso da quello tradizionale.
• A pochi mesi dal trasferimento
in questa nuova realtà (data prevista: luglio), ci sono delle criticità, il
percorso è stato poco partecipativo, sia sul sistema organizzativo che su
quello del coinvolgimento della dirigenza medica da parte della direzione dell’Asl.
• Uno dei punti fondamentali è la
carenza di personale.
• Non è possibile chiudere
Pescia, questo ci porterebbe ad andare sotto le indicazioni del Ministero della
Salute e del piano regionale che prevede 3,15 posti letto ogni 1000 abitanti,
quando da noi l’attuale percentuale è notevolmente inferiore, solo 2,1 posti
etti ogni 1000 abitanti.
• Non devono esserci
sovrapposizioni di funzioni, ma anche questo deve essere pianificato in un’ottica
di funzionalità e fatto in modo graduale, altrimenti si corre il rischio di
mandare in crisi il sistema ospedaliero provinciale.
• A Pescia si sta valutando la
possibilità di una nuova struttura, ma seguito di quali considerazioni, quando
in contemporanea si parla di chiusura?
• Anche per Pescia, prima di
parlare di riorganizzazione, si parli di territorio, secondo quanto affermato
dalla Cgil.
• A Pescia sono stati spesi,
negli ultimi 2 anni, circa 3 milioni di € per la ristrutturazione e il
potenziamento di Anatomia Patologica, ma adesso che faranno? La chiudono?
• I problemi del territorio,
della sicurezza dei cittadini-utenti, degli operatori sembra venga dopo molte altre
considerazioni che spesso non sono frutto di analisi attente.
INTERVENTO DI UNA DIPENDENTE DEL
118
• Si ha la sensazione che la
scelta dell’Area Vasta del 118 sia orientata a spostarsi a Firenze quando lì
non c’è una struttura adeguata a differenza di quella di Pistoia che per
renderla conforme alle nuove disposizioni – è già antisismica – basta un investimento di appena
100.000 €.
• Si parla di Area Vasta del 118
quando nel prossimo anno si dovrà, per imposizione della Comunità Europea, alla
quale paghiamo già delle penali, passare al numero unico delle emergenze che
raggrupperà dal 118 al 112, 113, Vigili del fuoco...
INTERVENTO DOTT. CORRADO CATALANI
PRIMARO MALATTIE INFETTIVE OSPEDALE DI PISTOIA
• La costruzione del nuovo
ospedale doveva essere vissuta come una grande ed entusiasmante sfida da
parte di tutti gli operatori, invece viene vissuta dalla maggior parte come un grosso
disagio.
• Questo ed altro è il risultato
della mancanza di governo di oltre due anni della gestione Scarafuggi, ma anche
della direzione precedente.
• Il potenziamento sbandierato
non si fa se non vengono assunti gli operatori e adeguatamente formati. A
Pistoia mancano medici, infermieri, operatori del territorio e dei servizi.
• Quando si parla di territorio,
Marroni dice sempre, “non si chiude nulla, si riorganizza”, ma cosa significa
di fatto riorganizzare? Se si toglie, non parliamo di riorganizzazione ma di
tagli.
• È facile mostrare una
struttura, il difficile è organizzare e rendere efficiente il sistema
organizzativo: nessuno al momento l’ha fatto e manca questo. Se non si attiva ciò,
rischiamo di avere una Ferrari con il motore della 500.
• Negli ospedali di Pistoia si
fanno 32.000 ricoveri all’anno. Molti migrano in altre strutture fuori
provincia: a Pistoia è mancato il personale e soprattutto la formazione, in
sostanza è mancato soprattutto chi doveva governare questa Asl negli ultimi
anni.
• Come si fa a riempire le 13
sale operatorie? Sia in funzione che chiuse, esse hanno i loro costi di
gestione. Se manca il personale, non è un buon motivo dire portiamo quello di
Pescia.
• C’è un’altra criticità, la
gestione dei servizi ausiliari, dalla cucina, alle pulizie, alla manutenzione
degli impianti e delle attrezzature mediche, comprese le sale operatorie da
parte della ditta costruttrice dell’ospedale, inizialmente Cogestra adesso
Geosat, per 20 anni.
• Nella provincia le liste di
attesa sono un problema drammatico anche quando si parla di interventi in Day hospital.
• Il vuoto gestionale degli
ultimi due anni ha determinato questo e ce lo porteremo come fardello per anni:
ma la sfida va vinta e questi due mesi saranno determinati. La Dirigenza ne è
consapevole?
• La Cgil chiede di partecipare
al tavolo della pianificazione e programmazione della sanità provinciale alla
luce anche di queste carenze e soprattutto di una probabile difficoltà nel
trasferimento delle attività e della funzionalità del nuovo ospedale.
Per concludere: la situazione non
sembra difficile, ma addirittura drammatica.
A San Marcello, la segretaria Beneforti
nell’incontro fatto alla Baccarini il 6 febbraio con la Turco, era più che
convinta – a parole – della riorganizzazione dell’ospedale Pacini e ne
parlava come di un potenziamento.
Oggi ha parlato di tagli. In due
mesi ha cambiato così radicalmente idea?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 10 aprile 2013 | 20:42 - © Quarrata/news]
Mi chiedo perchè la CGIL non è intervenuta, per raccontare questa sua posizione, durante l'assemblea sanmarcellina domenica scorsa. Già, compagni: perchè non siete intervenuti?
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