di
Giulio Baldassarri [*]
«Si pensi piuttosto a investire sul
recupero delle aree abbandonate e sulla tutela dei servizi pubblici essenziali»
SAN
MARCELLO-MONTAGNA. I
cittadini della montagna pistoiese necessitano di una maggiore attenzione
riguardo ai servizi essenziali già in via di smantellamento (lavoro, ospedale,
poste, trasporto pubblico), tolti i quali non ci troveremmo lontani da una
situazione terzomondista. E la risposta più adeguata, per il futuro, non può
certo essere quella del Comune Unico, che non corrisponde evidentemente alle
esigenze della cittadinanza.
Infatti
unificando i comuni non faremmo altro che limitare l’attenzione già scarsa a
quelle frazioni che pagano più di altre lo smantellamento dei servizi pubblici,
non solo per motivi geografici ma anche per il fatto che un unico ente comunale
garantirebbe loro ancor meno rappresentanza politica.
Gli sbandierati vantaggi della fusione non sono tali, o, comunque, risulterebbero ininfluenti rispetto alla situazione del nostro territorio: il vantaggio economico sarebbe minimo e il nuovo comune rimarrebbe comunque di piccole dimensioni (sotto la soglia dei 15mila abitanti).
Gli sbandierati vantaggi della fusione non sono tali, o, comunque, risulterebbero ininfluenti rispetto alla situazione del nostro territorio: il vantaggio economico sarebbe minimo e il nuovo comune rimarrebbe comunque di piccole dimensioni (sotto la soglia dei 15mila abitanti).
La reazione
popolare contro la noncuranza dimostrata dai sindaci rispetto alla
riorganizzazione dell’ospedale “Pacini” e le vicende che hanno coinvolto la ex
Comunità Montana ci dimostra che il popolo della montagna pistoiese avanza la
richiesta di una maggiore vicinanza e trasparenza della politica, di un
rilancio sociale che coinvolga i centri anche più periferici, i giovani e che
garantisca servizi e diritti di qualità e per tutti.
Le energie civiche migliori della montagna pistoiese, a partire dai promotori del comitato, dovrebbero investire in questi obiettivi le loro forze, attraverso il recupero delle aree e gli edifici che ad oggi riversano in stato di abbandono, accordi con gli artigiani ed i piccoli imprenditori e stimolando i cittadini a partecipare alla vita pubblica.
Le energie civiche migliori della montagna pistoiese, a partire dai promotori del comitato, dovrebbero investire in questi obiettivi le loro forze, attraverso il recupero delle aree e gli edifici che ad oggi riversano in stato di abbandono, accordi con gli artigiani ed i piccoli imprenditori e stimolando i cittadini a partecipare alla vita pubblica.
Una fusione “a
freddo”, in tempi brevi e senza il coinvolgimento della cittadinanza,
risulterebbe inutile e sterile per le prospettiva di progresso di cui la
montagna ha bisogno.
Adesso occorre,
piuttosto, concentrarsi sulle cause drammaticamente attuali dell’impoverimento
e del declino dell’intero territorio della montagna pistoiese.
[*] – Circolo Giovani Comunisti “A. Giannini” Montagna
Pistoiese
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[Mercoledì 10 aprile 2013 | 20:00 - © Quarrata/news]
Bene: ma cosa c'è dietro all'attivismo "istituzionale" dei vertici della potente (e ... "benefica") Dynamo ?
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