di GRILLO PARLANTE
I TIMORI suscitati dall’aumento dello spread, la concreta
possibilità di finire definitivamente nel burrone, le migliaia di disoccupati,
i contraccolpi che alcune decisioni dei magistrati producono sulla vita di
incolpevoli lavoratori sembrano essere stati messi in un cantuccio dalla
politica italiana e dai media istituzionali. Infatti sembra che l’unico
problema di grande rilevanza sia l’estromissione di Berlusconi dal Parlamento,
estromissione che potrebbe, può e – anche se siamo in molti a sperare di no – provocare la caduta del Governo. Una jattura che lo stesso
Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, vuole scongiurare ma che la turba di chi,
autodefinendosi comunista puro e duro, chiede a gran voce: che ad essere
applicate senza se e senza ma non siano le leggi emanate dal
Parlamento ma le sentenze emesse da Corti ristrette.
Questi piccoli e novelli emuli di
Robespierre, puritani irremovibili e scossi dai discutibili exploit dell’invidiato
“Grande Puttaniere” (ora relegato nel ruolo di delinquente evasore fiscale) evidentemente
non conoscono come si sono comportate alcune figure di spicco del Partito
Comunista Italiano (uno per tanti Palmiro Togliatti) che in virtù della
cosiddetta “Ragion di Stato” da Ministro dell’Interno dei primi governi del
dopoguerra attraverso un’ammansita perseguì la pacificazione nazionale dando la
libertà con un colpo di spugna anche a chi aveva commesso gravi reati. Operando
in questo modo l’allora Parlamento mise fine alle stragi che continuavano nell’Italia
liberata e gettò le fondamenta per la rinascita dell’Italia.
Togliatti, come De Gasperi, Nenni, De
Nicola, Einaudi, La Malfa sono passati alla storia come grandi servitori dello
Stato Italiano tanti sono gli episodi che ne hanno contrassegnato la vita.
Valga per tutti l’ordine, emanato da Togliatti, allorché – ferito da un attentatore –
fece riporre le armi ai compagni “testa calda” che precipitosamente le avevano
imbracciate per lavare l’onta.
Al di là della lotta politica
naturalmente esistente tra personalità di provenienza, cultura ed interessi
diversi, ognuno di questi e tanti altri vararono quella Costituzione
Italiana considerata la più bella del mondo.
A questo punto mi chiedo se vi sia
ancora nei partiti quel profondo senso dello Stato che animava questi
personaggi o se invece le meschine e quotidiane giravolte suscitate da chi,
senza preoccuparsi delle conseguenze, urla di più, possano arrivare a farci
cadere nello stesso baratro in cui sono caduti le popolazioni dell’Egitto,
della Libia, della Grecia e di molti stati africani.
Altra domanda: «Nelle decisioni dell’attacco alla Siria chi ha raccolto
maggiori apprezzamenti Obama o Papa Francesco? Chi mostrando maggior
responsabilità ha ottenuto, nel mondo, maggior successo?».
Credo che a salvare l’Italia non
saranno le polemiche o le ripicche ma maggiori dosi di riflessione e senso
dello Stato.
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[Domenica 15 settembre 2013 | 13:07 - © Quarrata/news]
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