di LORENZO CRISTOFANI
Sabato prossimo, in seminario, si
presenta un volume che colma un vuoto nella storia locale pistoiese
PISTOIA. Sabato 21 settembre alle 17 sarà presentato, nell’aula
delle conferenze del Seminario Vescovile di Via Puccini, l’ultimo volume di
Paolo Nesti, Pistoia e i suoi mercati. I
vitelli, il loro commercio, la loro macellazione.
La pubblicazione va a colmare un
deficit della storia locale, indagando in maniera scientifica e con documenti d’archivio
lo sviluppo dell’arte dei beccai, dal
medioevo ai moderni macelli, e restituendo un inedito spaccato antropologico di
una società operosa, fiera, assorbita dalle proprie contingenze e quasi indifferente
alle vicende della grande storia nazionale.
L’opera, finanziata dall’Istituto
Storico della Resistenza Pistoiese, raccoglie anche una serie di immagini
inedite e foto d’epoca, appartenenti a collezioni private, che rimandano a
quella che per molto tempo fu una delle più fiorenti attività economiche di
Pistoia: l’allevamento e il commercio del bestiame da latte e da macello.
Viene rievocata la particolare
atmosfera di quel microcosmo pullulante di socialità che erano l’Arca e la via IV
Novembre, un unicum della società pistoiese,
un campionario di vita, dove le stalle dei vitelli e i caratteristici
negozi e negozianti erano lo specchio di un modo di vivere ormai
ineluttabilmente estinto ma ancora vivo nella memoria dei tanti concittadini
che allora erano ragazzi.
Si ha traccia di ciò in due tavole del
maestro Ireneo Biagini, ingiustamente parcheggiate –insieme a tutta la
collezione, che dovrebbe invece essere valorizzata e maggiormente fruita, anche
solo in occasione dei percorsi didattici delle varie scuole di ordine e grado – all’ufficio tecnico comunale costruito, neanche a farlo
apposta, agli ex Macelli lungo la Brana. Colpisce ancora oggi ed evoca
fantasiose immagini la figura del sensale, ormai leggendaria, la cui capacità
si manifestava nel mediare tra le due parti, acquirente e venditore, e giungere
ad un accordo sancito da un’energica
stretta di mano, un rito secolare, ripetuto con gli stessi gesti e le stesse
parole da chissà quanto tempo.
Sono altresì ripercorse le vicende della
realizzazione del primo mattatoio pubblico, tra via di Porta San Marco e via
Argonauti, dove passavano la gora di Scornio e quella di Candeglia, ed i
relativi reclami e lamentele dei proprietari di case che vedevano i propri
immobili deprezzati da una simile vicinanza.
Nelle Cortine, invece, i quattro comuni
rurali corrispondenti alle quattro porte ed unificati col centro storico solo
alla fine dell’Ottocento, si continuò a macellare senza controlli e vigilanza
sanitaria ancora per un bel po’.
Non poteva non essere ricordata la
sistemazione del campo Boario per l’ottimizzazione
del mercato delle bestie – oggi
ospita il campo di calcio, già con funzione sportiva dagli anni Cinquanta – e l’opposizione dei vitellai a trasferire gli animali e le
vendite in un altro luogo al di fuori della propria stalla.
In definitiva il libro, oltre a
documentare puntualmente, dalla prospettiva zootecnica, le vicende materiali e
relazionali dei nostri antenati, suggerisce anche più d’una riflessione – e
lancia curiose proposte… – sull’attuale modello di produzione e consumo che, fondandosi
sull’ignoranza alimentare e in nome di non si sa quale illusione positivista, ha
drammaticamente esaurito la sua potenzialità di creazione del benessere e di
autodeterminazione delle comunità.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 16 settembre 2013 | 07:47 - © Quarrata/news]
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