Per la migliorare la gestione
faunistica e l’equilibrio agro-forestale – Al via a ottobre tre progetti con l’Università di Firenze, quella
di Pisa, l’Ispra e il Centro Ornitologico Toscano all’interno dell’ Oasi Dynamo
di Limestre
PISTOIA. Negli ultimi anni la Provincia di Pistoia ha rivolto grande
attenzione alla gestione faunistica.
In collaborazione con l’Atc Pistoia 16,
infatti, pur tra le difficoltà dovute alle novità normative regionali (che
hanno portato a piani di abbattimento degli ungulati ristretti nei tempi e
nelle quantità) ha cercato di diminuire la presenza e i disturbi dati agli
agricoltori e ai cittadini da alcune specie selvatiche (storni, cervi,
cinghiali, volpi).
Contemporaneamente si è provveduto a
potenziare la gestione delle Zone di Ripopolamento e Cattura e degli istituti
privati esistenti, cercando di migliorare la situazione della piccola fauna
stanziale e della selvaggina migratoria.
Tali risultati saranno ampliati e
rafforzati con l’approvazione del Piano Faunistico Provinciale, prevista nei
prossimi mesi.
Nei mesi estivi sono giunte richieste
di collaborazioni da parte di alcuni enti di ricerca (Università di Firenze,
Università di Pisa e Centro Ornitologico Toscano) per la partecipazione a tre
progetti di livello nazionale e internazionale.
La Provincia di Pistoia si è pertanto
resa disponibile, assicurando collaborazione amministrativa, tecnica e
logistica e individuando come luogo di studio l’Oasi di Protezione (Art. 15
L.R. 3/94) “Dynamo” di Limestre, gestita dalla Soc. KME in convenzione con la
Provincia, che a sua volta ha deciso di supportare i progetti. Grazie alle
sinergie intraprese fra i vari soggetti e alla condivisone degli obiettivi da
raggiungere, l’apporto economico dato dalla Provincia di Pistoia a tutte le
attività è risultato estremamente contenuto.
L’Oasi Dynamo, che si estende su circa
900 ha in ambiente preappenninico, nei comuni di S. Marcello Pistoiese e di
Piteglio, con un territorio compreso tra i 500 e i 1100 m s.l.m, risulta un’
area ottimale per progetti di ricerca e gestione data la scarsa antropizzazione
dei luoghi e l’assenza di ogni disturbo, compreso quello venatorio.
Il primo progetto riguarda lo studio
della specie volpe. Lo studio, eseguito dall’Università di Firenze in
collaborazione con Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra)
prevede la cattura e marcatura tramite collare Gps di 8 esemplari di volpi
adulte. I lori movimenti, interazioni e spazio vitale (home range) saranno
studiati attraverso i dati ottenuti dai sistemi satellitari Gps per il periodo
di 12 mesi, a partire dal mese di ottobre. Questo progetto, data l’alta
tecnologia dei mezzi forniti dall’Università di Firenze, è il primo di questo
tipo a livello europeo e potrà servire all’Ispra per le nuove linee guida di
gestione di questa specie, specialmente nelle aree protette.
Il secondo progetto riguarda la
creazione di una stazione di inanellamento di uccelli a scopo scientifico, in
collaborazione con il Centro Ornitologico Toscano, attraverso inanellatori
professionisti abilitati dall’Ispra. L’inanellamento degli uccelli è uno
strumento importantissimo nella ricerca scientifica e nella gestione dell’ambiente.
Questa tecnica è basata sul marcaggio individuale degli uccelli e la loro
ri-cattura in altre stazioni di inanellamento. Attualmente questa attività è
gestita a livello nazionale dall’Ispra. A livello europeo esiste un’organizzazione,
l’Euring (Unione Europea per l’Inanellamento) che assicura una collaborazione
tra i vari Centri nazionali e una standardizzazione dell’inanellamento a scopo
scientifico degli uccelli. La stazione, la prima del suo genere nell’Appennino
centro-settentrionale, sarà attiva nel mese di ottobre, e servirà a monitorare
il passo degli uccelli migratori. Tali dati, raccolti dall’Ispra, saranno utili
per la prossima revisione degli allegati alla Direttive Europea denominata “Uccelli”,
che è legata a doppio filo anche con l’annosa questione del prelievo in deroga
dell’avifauna.
Il terzo progetto riguarda la messa a
punto di un sistema di censimento della lepre che possa dare stime di densità
attendibili anche in zona montana o coperta da boschi. Questo perché i normali
metodi di stima delle popolazioni di lepri si effettuano, come da indicazioni
della Regione Toscana, con la tecnica del “spot-light census” cioè illuminando
con un faro le aree aperte di una Zona di Ripopolamento e Cattura o di una
Azienda Faunistica. Questa tecnica però ha delle gravi lacune in ambienti con
poche strade percorribili e comunque dove il terreno non presenta aree aperte.
Per sopperire a ciò l’Università di Pisa testerà un nuovo metodo di censimento
delle lepri, comparandolo anche con i metodi classici. Se lo studio avrà
successo, il metodo sarà esportabile a tutta la realtà montana nazionale per la
stima delle consistenze di lepri in natura.
Attraverso questi progetti il
territorio della montagna pistoiese diventa protagonista a livello nazionale ed
europeo della ricerca e dello studio sulla fauna selvatica. I progetti saranno
presentati a tutti gli interessati in un apposito incontro. La riunione si
svolgerà il giorno 5 ottobre 2012 alle ore 10.00 presso la Dynamo Camp a
Limestre.
[02/10/2012 18.11
Provincia di Pistoia]
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[Mercoledì 3 ottobre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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