lunedì 22 ottobre 2012

LA MÀGIA, IL RINASCIMENTO, IL PAESAGGIO E QUELLA ‘COSA’ DI BUREN


QUARRATA. Passeggiata di ieri, domenica 21, a Quarrata con l’amico e collega Antonio Nardi.
Antonio è uno studioso, in tutti i sensi, ma prima di tutto in filosofia.
E ha un’animaccia toscana di ‘prenditor per i fondelli’.
Mi invita – a un certo punto – a dividere lo schermo del blog in due colonne, da intitolare così: Epistème e Doxa, cioè scienza-verità e povera opinione fallace.

Gli dico che manca un terzo elemento che – sovrastante – coordini questi due aspetti.
Poi, di palo in frasca, finiamo – è una bella giornata di sole ed è caldo – nel ‘campone’ della Màgia: dove c’è la fontana di Buren, per intenderci. Sì, insomma: quella cosa lì.
Dall’Epistème-Scienza, scivoliamo, immediatamente, nella Doxa, ovvero nella povera opinione fallace. Il giudizio estetico.
A lui la fontana piace, a me quella cosa dà fastidio, se non altro perché questa scopiazzatura fin troppo scontata dei sassi di Stonehenge interrompe la vista di 360° di panorama – e non da buttare – che si potevano prima vedere dal ‘campone’ (quello che è un ricordo insostituibile per un pittore come Salvatore Magazzini, che ne parla anche nella sua ultima pubblicazione).
Ma l’opinione è opinione, è fallace e personale, è dettata da sensi interni, da valori estetici che, in ognuno di noi, fluttuano a seconda delle mille condizioni in cui siamo cresciuti.
L’Epistème-Scienza, invece, mi dice che, per quelle quattro pietre carrarine, ma scavate e dipinte a mo’ di sedia a sdraio (non è un mio giudizio: così le definì Vittorio Sgarbi su La Nazione), 500mila euro della Caripit (che vespaio di polemiche, quando furono piazzate! Se ne occupò anche Luigi Egidio Bardelli in un Canto al Balì, dando, più o meno, di ignoranti ai quarratini a cui non piacevano…), 500mila euro della Caripit sono davvero una bella cifretta – che forse era meglio spendere in altro modo. Ma come commenta lapidaria Edi Mattioli a proposito dei Mondiali di ciclismo (vedi), “Posso rinunciare a tutto, ad eccezione del superfluo” (Oscar Wilde) e  “Siamo l’unica specie che si estingue volontariamente” (Danilo Mainardi).
Lo credo anch’io.
Ed è per questo che su Buren – non ce ne voglia il Professor Ivano Paci – saremo costretti a tornarci…
e.b. blogger
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[Lunedì 22 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. Finalmente trovo qualcuno a cui non piace quella schifezza che è stata piazzata a villa Magia.
    Pensavo di essere molto ignorante in fatto di arte visto che sono un mero tecnico non formato alla "nobile" cultura classica.
    Quando poi scopro le cifre di vile denaro che la circondano resto ancora più convinto della mia opinione. Ma si sa, dove ci sono soldi c'è speranza!

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  2. E soprattutto Basta BUREN! C'è, fortunatamente, altro.....se ovviamente uno guarda in giro e più vicino.

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  3. Il valore estetico e la piacevolezza sono ovviamente opinabili. Sui gusti non est disputandum...
    Però 500 mila euro di soldi pubblici (parliamo dei soldi della fondazione caripit e le fondazioni devono finanziare, per statuto, WELFARE/SOCIALE, ISTRUZIONE/RICERCA SCIENTIFICA E CULTURA)sono giustificati, in questo caso, da una qualche ricaduta ? Il costo effettivo dell'opera -dei materiali e dell'installazione- ha un valore infinitamente minore di mezzo milione di euro. Quale è allora il senso, l'obiettivo, la funzione di questa spesa, rispetto ai tre criteri direttori della Fondazione ? I signori di palazzo De' Rossi facciano i mecenati coi loro soldi, non sprechino le risorse dei cittadini. Facciano con le loro tasche come Giuliano Gori, della fattoria di Celle. Basta! Non è possibile continuare con questo meccanismo insensato : si deve dire ciò che deve essere finanziato dalle fondazioni e cosa invece non può e non deve assolutamente essere finanziato. Devono essere definite delle priorità nella destinazione delle risorse delle fondazioni, che sono risorse pubbliche -per statuto, vale la pena ribadirlo, e sotto il controllo del ministro del tesoro. Alcuni investimenti sono prioritari, l'aula liturgica del santuario di Valdibrana e la fontana di Buren non lo sono affatto. E' chiaro o si deve ripetere fino a quando non sarà acquisito ? E poi, le amministrazioni comunali vorranno svegliarsi e farsi carico delle priorità su cui indirizzare queste risorse ?

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