giovedì 4 ottobre 2012

LOVE BEATS, MEGLIO AL ‘GENIO ITALIANO’


di Luigi Scardigli

FIRENZE. Voi non ci crederete, ma mi son divertito più a vederli al Genio Italiano, sabato scorso, i Love Beats, che non l’altra sera, all’Hard Rock Café.
E non crediate che sia dipeso dalla performance dei cinque musicisti sul palco – più angusto, quest’ultimo, dello scantinato di Novoli –, ma dall’ambiente, dall’insolente distrazione generale, da quel soffuso aroma di soffritto e pubblicità, da questo salone così vuoto di centinaia di persone.

È irritante vedere il vestitino marrone – le sta da dio! – di Lucia Sargenti, la cantante, inzuppato di sudore sotto le ascelle e sulla schiena per la fatica, la concentrazione, l’adrenalina e la professionalità e quelli deputati ad apprezzarne le doti impegnati a mandare sms – a chi, poi, Cristo! –, fotografarsi e mangiare maionese su hot dog.
Peccato (per tutti loro), perché il gruppo ha una gran bella amalgama, un groove che non dispiace affatto, e nonostante Simone mummia Marcucci non dia apparentemente segni di vita, il ritmo è alto, con i piccoli vocalismi assicurati dalle tastiere di Giacomo Ferrari e dalla batteria di Gianmarco Colzi e i tempi, tecnici, ma disinteressati, di Lorenzo Forti, thebandbass.
Lei, Lucia Sargenti – ma ve l’avevo già scritto – è veramente assai, con un diaframma ingentilito da una buona dose ginnica e un’ugola che sa di appartenere ad un corpo duttile, sinuoso, con un sex appeal che riesce a conservare i propri messaggi hot nei limiti del narrabile.
Il repertorio è quello classicissimo del poprock, spaziando dalle voci più intense di colore fino a quelle, bianchissime, e più acute; tutto viene magistralmente guidato e condotto dai quattro strumentisti che sono perfettamente consapevoli di poter affidare le loro basi politicamente corrette, e trasformarle in evento, a quella leonessa che stride e ruggisce nel mezzo del palco, una teen ager maturata decisamente in fretta, con un teatrale senso dell’humor e un elegantissimo distacco dal volgo, che la nobilita fino all’esasperazione, rendendola, apparentemente, raggiungibile.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 4 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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