di Luigi
Scardigli
PISTOIA. Ha quasi 70 anni Maria Scarpellino e invece di imprecare –
ma ne avrebbe motivo e dunque ragione – ha pensato che quelli che stanno peggio
di lei stanno parecchio male.
E allora, con la fattiva, energica, ma allegrissima
collaborazione di altre volontarie, la sera, spesso, all’ora di cena, se ne va
alla stazione con pentole piene di pasta, carne, sacchetti di pane, confezioni
di brioches, bottiglie di bibite e anche qualche indumento che i suoi familiari
e quanti conoscono le sue azioni non indossano più, e distribuisce il tutto a
quelli che sanno e, per questo, l’aspettano.
Questa forma di volontariato, che sta prendendo corpo con
calamitica naturalezza, si chiama Raggio
di speranza in stazione, un nome che non è certo il top della fantasia, ma
in questi casi, la fantasia, serve davvero pochissimo: occorrono altre doti.
Nella nostra opulenta città, i sans-papiers,
per fortuna, almeno per ora, non sono tantissimi, ma quei pochi che ci sono e
che corrono il rischio di ingrossare a vista d’occhio, su Maria e sulle sue
attenzioni ci contano, eccome.
Sarebbe bello raccontarvi le storie di ognuno di loro: un
monito per tenere altissima la guardia (la nostra) e non voltarsi mai dall’altra
parte, quando qualcuno ci chiede il nostro aiuto –,
ma preferiscono mantenere anonima la loro disperazione, confidando soltanto nelle
persone delle quali possono fidarsi ciecamente. Come Maria, ad esempio, che ieri
sera – 13 ottobre –, seppur sotto l’acqua, dopo aver distribuito nell’atrio
della stazione ferroviaria di Pistoia viveri, bevande, caffè e the caldo, è
tornata nel piazzale della sosta per automobili e – dopo aver sollevato il portellone della bauliera della sua
Polo grigia per tirarne fuori piumini, giacconi e maglioni di lana –, ha iniziato a individuare, tra i suoi destinatari, a chi
potessero star meglio quegli indumenti.
Potrei raccontarvi la sua storia, quella di Maria Scarpellino,
che non ha scheletri nell’armadio e nulla di cui non andarne fiera. Ma è troppo
impegnata nella distribuzione e poi, se la cosa vi stringe il cuore e vi
interessa, domani sera, invece che starvene a casa, raggiungetela alla stazione
e rimboccatevi le maniche.
Per il volontariato non servono tessere, ma buona volontà.
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[Domenica 14 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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