venerdì 6 settembre 2013

CONSERVATORIO DI SANTA CATERINA, LAGO SCAFFAIOLO, ALESSANDRO BONACCHI E IVANO “IL MAGNANIMO” CHE DICE NO


di FELICE DE MATTEIS

A proposito della Fondazione Caripit e dei dinieghi di aiuto per salvare i beni storico-artistici della Montagna

SAN MARCELLO. Gli amici lettori del blog, Lago Scaffaiolo e Alessandro Bonacchi, seppur bonariamente e con motivazioni diverse, mi spingono a “riaffrontare” il mecenatismo (con i soldi altrui) del gran Visir Ivano I in relazione alle richieste di contributo presentate dal Conservatorio Santa Caterina di San Marcello, poi Fondazione, alla consorella Fondazione Caripit. Tre richieste, tre “niet”. Si veda il precedente post.

IN NOMINE PATRIS


NEL NOME del padre… È questa l’etica del Chiar.mo Prof. Ivano Paci e della sua illuminata guida pluridecennale della Fondazione.
È l’etica evangelica che ci spiegò a casa di don Firindelli, una sera, dandoci conto di come solo chi è capace (cioè Lui, per sua autodecisione) di fare, deve mettersi al servizio della politica (e della finanza, che alla politica va necessariamente dietro).
Solo che, nel corso degli anni, il suo “sapere patriarcale” non ha portato bene a Pistoia, se prima la banca storica della città, la Cassa di risparmio, è finita in mano alla CariFirenze, e successivamente al SanPaolo, iniziando il suo percorso di declino a partire dagli anni 80-90.
Ma a Lui che gliene importa? L’essenziale è che gli resti in mano la cassa: e la Fondazione, in quanto cassa, di monete (altrui) ne ha portate e ne porta fin troppe. Tante da poter buttare nel cesso perfino 10 milioni di Fresh (& Clean), perché che vuoi che sia? Tante da poter tenere per le palle una intera città: non con le mani, ovviamente – le mani non si devono corrompere con il sudore testicolare: è sufficiente, per la bisogna, la fune con cui i contadini e i sensali della Loggia dei Mercanti (quand’ancora a Pistoia c’era) legavano i coglioni dei tori che, al minimo sghiribizzo, venivano strattonati e tornavano buoni buoni. Fune per palle e pinze da naso, insomma: e tutta la bovineria locale può essere regolata, tanto che di un toro se ne fa un vero e proprio vitellino di latte.
Un’operazione che – ci dice la solita vocina carbonara – sembra che Paci (Papa, Papà, Padre, Lui etc.) abbia già incominciato a fare nei confronti di quei tre ribelli inaffidabili che, tradendolo come dei Giuda, lo avrebbero messo in difficoltà con la storia, appunto, dei Fresh (& Clean) MontePaschi, chiedendogliene ragione dinanzi a tutti.
Sempre e rigorosamente – è ovvio – in nome del Padre.
Cioè di se stesso…
e.b.

Nessuno si scandalizzi di certi richiami molto colonici. In fondo, anche se Paci è stato un Chiar.mo Prof., non dovrebbe essersi dimenticato e rinnegare le sue origini sottoproletarie...

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
In compenso elargizioni a pioggia facilmente reperibili sul sito della Fondazione Caripit che spaziano nei più vari campi e settori. Eppure il Gran Visir/Papa/Papà/Io/Noi etc., Chiar.mo Prof. Ivano Paci, in una sua intervista alla stampa locale allineata, si dispiaceva della scarsa progettualità dei suoi concittadini quasi facendo intendere di dovere essere costretto a decidere in solitudine, atteso che il Consiglio Generale dei 24 conta meno del due di briscola, e quindi, di fatto, a dover elargire una bella fetta di soldi – non suoi – ai tromboni del Gualtierotti (€. 20.00) o alle teche del ricamo della Sig.ra Palchetti (€. 80.000). Mancanza di seria progettualità, si giustificava il Nostro.
Ma nel caso di Santa Caterina, casca l’asino. Tre domande, un progetto gratis dell’architetto Ferrari, tre dinieghi. Una risposta l’abbiamo ed è maliziosa: gratis nemmeno un’Ave Maria!
Nel 2004, 2005, 2006 – si legga il post di riferimento – le richieste erano “enormemente superiori alle risorse disponibili”.
Risposta standard, asettica e perentoria per tutte e tre le richieste d’intervento. D’altronde la Montagna, pur avendo vari sportelli della Caripit, adesso anche della Lucchesia, sul territorio, merita un’attenzione calibrata al suo bacino elettorale e che la Chiesa di Santa Caterina, neppure l’intero complesso, non meritino attenzione è direttamente proporzionale al ritorno di immagine e di riverenze (!) che il finanziamento avrebbe comportato.
Questo è il fatto e il punto. Perché forse nella Chiesa del Conservatorio dove già si sono svolte manifestazioni, conferenze e quant’altro, fin quando agibile, non si sarebbero potuti svolgere, non dico i Dialoghi sull’Uomo (€. 300.000), ma almeno meno onerose, ma forse più interessanti, attività di promozione del territorio e di valorizzazione delle innumerevoli attrazioni artistiche che la Montagna sa offrire?
Gentile Lago Scaffaiolo, se lei conosce un po’ la Montagna, non potrà non sorridere o arrabbiarsi, faccia lei, pensando che si sono spesi ben più di €. 500.000 per una Fontana in Quarrata che si doveva propagandare, mentre tesori che si dovevano tutelare stanno inesorabilmente scomparendo.
Su una cosa, però, possiamo essere in sintonia: il Conservatorio di Santa Caterina e la sua Chiesa andavano “messi in sicurezza” prima che l’Azienda Sanitaria Usl 3, attraverso ben quattro direttori generali, si prendesse gioco delle proposte a suo tempo avanzate dalla Fondazione per potenziare l’Ospedale L. Pacini e i suoi servizi collaterali.
Pensi un po’, amico Lago Scaffaiolo: l’archivio di Santa Caterina è stato traslato, termine semi mortuario, in Pistoia per motivi di sicurezza e tutela. È ammissibile? E se la Fondazione Caripit del Gran Visir Ivano I non può essere la soluzione a tutte le necessità del territorio provinciale – e ciò è vero – è anche incontrovertibile che, nella elargizione dei contributi, la Fondazione stessa dovrebbe tenere di conto le priorità artistiche, storiche e culturali che hanno fatto la storia della Provincia di Pistoia attraverso la sua Banca di riferimento che un tempo si chiamava Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, messa in ginocchio ai tempi del gran Visir-Presidente e subordinata adesso alla San Paolo attraverso una serie di cadute e di musate che non staremo qui a ripetere. Però, apprendiamo, che oggi in Caripit (pardon: altro-SanPaolo-Lucca) abbiamo un Presidente pistoiese, quel signore che è l’avv. Colomeciuc, forse lontano parente di un ex democristiano, che è conosciutissimo perché sempre sorridente e – ci dicono – professionalmente attivo al Palazzo Baly (vuoi veder in affitto dal gran Visir?).
Comunque, “tornando a dama”, da quando la Fondazione è divenuta nei fatti una immobiliare, chissà che anche per Santa Caterina non si aprano nuovi scenari! Basta saper chiedere.
L’Assessore/Cacciaintercettore S.S. Gori di San Marcello, che ne pensa? Nemmeno un tallero per l’archivio comunale da parte della Fondazione? Eppure la Signora Sabrina era amica di Ivanone!
Proposta indecente: inviate l’Assessore alla Cultura Alice Sobrero, una giovane e bella donna, a chiedere all’ultraottantenne Gran Visir Ivano I un po’ di attenzione ai problemi della Montagna con la speranza che le giovanili istanze trovino riscontro nell’assennata distribuzione di fondi della Fondazione attraverso il suo rappresentante “sommo” che mette in pensione i suoi colleghi ultraottantenni e nega loro il diritto di voto, mentre lui… crede di essere immortale! Tentar non nuoce.
In quanto al sig. Alessandro Bonacchi, penso che le sue garbate provocazioni abbiano trovato parziale risposta.
Anche perché non abbiamo nessuna intenzione di fermarci qui.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 6 settembre 2013 | 10:37 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. UNA VOCINA CARBONARA ALLE 12:20 SCRIVE:

    Lo studio dell’avvocato è in parte preso in affitto dal gran Visir e in parte dagli eredi dell’avvocato Melani. Quanto al cacciantercettore per avere la fontana da 500mila euri ha dovuto dare l’incarico di revisore dei conti del Comune di Quarrata al figlio più piccolo di sua maestà (quello che dicevano che si doveva far prete e che poi è rimasto folgorato sulla via del dio quattrini!!!!).

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