di FELICE DE MATTEIS
Gambetta Vianna e Venturi sembrano
essersi mossi all’unìsono sostenendo l’assoluta importanza del referendum…
PISTOIA-MONTAGNA. Le elezioni si avvicinano, i coltelli si affilano. Le umane
prospettive di carriera politica pure.
Sul blog sono pubblicati i due
comunicati stampa dei consiglieri regionali Venturi (Pd = Partito
Democristiano) e Gambetta Vianna (Più Toscana) sul Comunone/Dynamone. Sono
uguali nella sostanza come se i nostri amici si fossero ritrovati assieme per
insieme inoltrare questo florilegio che è un parto fiorentino, non di Palazzo
Panciatichi, sede del Consiglio Regionale, ma sicuramente di un entourage
culturale partorito in ben altri ed altisonanti locali.
Ipotizziamo lo storico
Caffè Giubbe Rosse, in Piazza della Repubblica a Firenze, durante un amichevole
caffè e confronto fra i due sul Comune Unico, silenziosi ma presenti i vari
Marinetti, Soffici, Prezzolini, Vladimir Il’ič Lenin (appassionato di scacchi),
Montale, Malaparte, Pound, e via nominando; perché un documento siffatto è roba
rara per la Montagna: qualche traccia la troviamo nel Villari, nel Repetti o
nella Conferenza di Programma per la Montagna Pistoiese – Presidente della
Provincia il Venturi nel secolo scorso – o, per finire, come ci racconta la
Relazione Eller, nei gabinetti della ex Comunità Montana.
Dunque, i due fratini, ed in fondo
comprenderete perché, si muovono all’unìsono, comunicano seriosamente che il
referendum s’ha da fare, tutti e due mossi da documentabile interesse per la
Montagna e preoccupatissimi per la “boutade secessionista” che il Danti
sparacchia per intimorire la regione e costringerla – pensiamo maliziosamente – a
ricomprarsi l’altro 50% di capitale già investito gratuitamente nelle varie
Società nelle quali Danti e Galli (quest’ultimo sparito dai soci fondatori del
Comunone/Dynamone…) hanno i loro legittimi interessi. Ma su questo torneremo.
I nostri due fraticelli ci dicono che
il referendum è la strada maestra per arrivare al Comunone ben sapendo:
1° – l’operazione
puramente strumentale di una miscellanea di Comuni con storia, cultura e
specificità – oltre alla posizione geografica estesa dalla Lucchesia all’Emilia
– non è francamente ammissibile e percorribile;
2° – le
persone hanno compreso che le deleghe politiche affidate ai vari
azzeccagarbugli producono solo danni e i cittadini della Montagna pretendono di
riappropriarsi dei propri diritti, e l’assemblea alla Baccarini del 13 u.s. ne
è la dimostrazione, e fra questi il rifiuto di essere considerati “diversi”
dalle varie lobbies che comandano in Regione e giù andando, perché
numericamente ininfluenti fino a quando la preferenza di voto al singolo
candidato non tornerà ad essere un diritto;
3° – se
Venturi avrà la faccia di ricandidarsi alla Regione (e l’avrà) e magari oserà
sperare in un assessorato, non potrà certo portare a suo vanto l’opera svolta
in Montagna e l’eventuale Comunone che dovesse nascere – e quindi il suo
completo controllo partitico – non potrebbe, come forse lui crede, ma non
avverrà, portargli benefici numericamente consistenti.
L’altro fraticello, il bravo Gambetta
Vianna, potrebbe vantare verso il suo prossimo elettorato di riferimento (in Valdinievole
o ai confini con Pistoia?) una operazione che non andrà in porto, ma comunque
vada, gli possa fare acquisire meriti di politico che si “dà da fare”.
4° – Tommaso
Braccesi, in un intervento pubblicato anche da questo blog, fa riferimento alla
Unione dei Comuni montani come strumento di armonizzazione dei servizi e di
accesso a finanziamenti specifici per il territorio. Braccesi è del Pd (Partito
Democristiano), come Venturi. La politica ha il dovere di offrire domande e
dare risposte. Senza tanti tavoli, tavolozze e giochi di scacchi. Come stanno
facendo i due fraticelli, Gambetta e Venturi, con comunicati, a parere nostro,
ipocriti. Loro si beccano laute mensilità; loro hanno il dovere di prendere
posizioni nette quando il momento lo richiede. Non troveranno sempre una Silvia
Cormio disposta a prendersi le randellate, il più delle volte volute e cercate,
ma a questo punto anche volutamente indotte…
La Montagna non ha delegato due
fraticelli a rappresentarli; il Canto XXIII dell’Inferno, quello dedicato agli
ipocriti, di un certo Dante Alighieri, è già pieno: per voi, Ventura e Gambetta
non c’è posto; comunque: taciti, soli, e senza compagnia (!!!) / N’andavan
l’un dinnanzi e l’altro dopo (prima Gambetta o prima Venturi? – n.d.r.) / Come i frati minor vanno per via…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 18 settembre 2013 | 07:34 - © Quarrata/news]
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