domenica 27 marzo 2011

AUTOVELOX E MAESTRI DI DIRITTO


PISTOIA. In primo luogo, leggetevi questo interessante articolo di Massimo Donati (M.D.), comparso, fresco fresco, stamattina sul Tirreno.

Fuori regola il nuovo autovelox
Secondo il ministero
le multe sulla tangenziale
sono da annullare

Carta straccia le multe elevate con il nuovo autovelox installato dal Comune sulla corsia sud della tangenziale. O almeno lo sono secondo il ministero dei Trasporti: non rispettata la distanza minima con il segnale del limite di velocità.
In questi giorni il direttore generale per la sicurezza stradale del ministero, l’ingegner Sergio Dondolini, ha infatti inviato un parere ufficiale in risposta al quesito posto dalla prefettura di Pistoia il 18 febbraio scorso proprio sul nuovo autovelox del raccordo, all’indomani dei dubbi sulla sua regolarità sollevati da cittadini e associazioni dei consumatori. Il parere costituisce una sorta di “giurisprudenza” che la prefettura dovrà obbligatoriamente osservare nel caso di ricorsi presentati da automobilisti multati per eccesso di velocità, annullando perciò le contravvenzioni.
Oggetto del parere, la “distanza minima tra la postazione di controllo e il segnale che impone il limite di velocità”.
«Nel condividere l’avviso espresso da codesto ufficio – scrive l’ingegner Dondolini – appare ovvio che è l’ultimo segnale incontrato dall’utente della strada quello al quale riferire la distanza di un chilometro, a meno che non si tratti di una mera ripetizione di un segnale precedente lungo un tratto in cui non vi sono intersezioni. Infatti è il segnale posto dopo l’intersezione quello che è noto agli utenti che vi si immettono, e quindi anche per questi ultimi deve essere garantita la prescritta distanza».
Il direttore generale conclude poi con un’affermazione fondamentale per il caso di Pistoia: «Le affermazioni precedenti valgono anche per il caso di immissione in un’altra corrente di traffico per mezzo di una corsa di accelerazione».
E sulla tangenziale, la distanza tra l’ultimo svincolo di immissione (compreso, quindi, il cartello con il limite di 80 all’ora) e l’autovelox è di gran lunga inferiore al chilometro. Circostanza nota anche al Comune, che però aveva deciso di procedere ugualmente con l’istallazione dell’apparecchio, interpretando il codice della strada in un altro modo: la distanza da considerare era quella da eventuali incroci, nel senso letterale della parola, e non dagli svincoli. Interpretazione che il ministero ha adesso bocciato.
Una tegola non da poco sulla testa dell’amministrazione comunale, considerando che, nel solo primo mese di funzionamento, l’autovelox aveva immortalato una media di 95 violazioni al giorno: oltre 2.600 multe, pari ad un importo complessivo di almeno 213mila euro.

In secondo luogo ripensate a una famosa massima di diritto medievale, quella che recitava che Chi non ha Azzo, non vada a palazzo, dove Azzo intendeva indicare il nome di un famoso chiosatore e commentatore di norme. Di quelli buoni, però.
E il comune di Pistoia, di Azzi validi, non ce ne ha proprio, stando almeno ai risultati.
Vi ricordate cosa dicevamo qualche giorno fa parlando delle manie interpretative del comandante Napolitano in relazione ai parcheggi sulla carreggiata? Rivedetevi il post.
Ogni giorno apriamo i giornali e ne scopriamo di nuove – anche se, per carità!, il comune ha, di per sé, sempre e comunque ragione, perché i funzionari e i dirigenti non sbagliano mai. Non è possibile.
E questo non è che l’autovelox dell’autostrada: preso in tempo e disfatto sùbito. Per il quale, in uno stato civile e in un comune civile e democratico, i danni del tutto andrebbero fatti pagare a chi, fra i cervelli comunali, ha voluto fare il bravo ermeneuta e ha causato questo bellissimo pasticcio da manuale.
Ma rileggete bene queste poche righe in cui M.D. ci racconta che la circostanza dell’inghippo era nota anche al Comune, che però aveva deciso di procedere ugualmente con l’istallazione dell’apparecchio, interpretando il codice della strada in un altro modo: la distanza da considerare era quella da eventuali incroci, nel senso letterale della parola, e non dagli svincoli. Interpretazione che il ministero ha adesso bocciato.
Riflettete, infine, che il dramma italiano è l’interpretazione. Tutti interpretano. Tutti indistintamente sono Salomoni, Azzi e Cini da Pistoia.
Nessuno che si attenga a un ruolo più cònsono alle proprie incombenze e alle proprie prerogative; un ruolo più moderato, prudente e attento a considerare i cittadini non come dei semplici animali, ma come chi paga gli stipendi pubblici e i costi della politica: no.
C’è sempre fretta. E con la fretta un’arroganza irritante e presuntuosa, esibita sotto le forme della saccenteria più sfacciata.
Fretta di dimostrare quanto siamo bravi. Fretta di far quattrini a suon di rasoiate.

Tanto a pagare ci pensa il cittadino, eh?

P.S. – E dietro a questo problema, resta anche quello dei t-red tarocchi e smontati lo scorso anno, non scordiamolo!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 27 marzo 2011]

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